venerdì 13 maggio 2022

La Rai sul carbone ardente

Foto di Evgeniya Bond da Pixabay

Si sta verificando un corto circuito che suscita un certo senso di pacifica ma determinata incazzatura (scusate il francesismo, noi veniamo dalle scuole orsoline). 
Siamo vicini, drammaticamente vicini, ad eventi estremamente pericolosi per la sopravvivenza della Rai. Si tratta di fili ad alta tensione  che vanno ad intrecciarsi e collocarsi in un quadro politico e normativo di assoluta incertezza e confusione. In questo momento quale diventa il problema numero uno che ci sbattono con forza violenta sotto il naso? L’audizione di Fuortes al Copasir per le presunte “spie” russe in onda su RaiTre. Se qualcuno invece ha scritto che il canone potrebbe aumentare a 300 euro diventa una quisquillia.

Non c’è che dire: sono bravi a pilotare un flusso di attenzione da una parte per distogliere lo sguardo dall’altra. In parte ci riescono bene, in altra parte sono consapevoli di camminare sulle bolle di sapone, ovvero, sui carboni ardenti. Leggete cosa scrive oggi il Messaggero “Per la prima volta un contratto di servizio dell'azienda di viale Mazzini passa per il vaglio del Consiglio dei Ministri va rinnovato in tempi brevi: ieri il sottosegretario Garofoli e il ministro dello sviluppo Giorgetti hanno cominciato ad Illustrare le linee guida nella riunione dell'esecutivo a Palazzo Chigi. Distinguere informazione da ciò che non lo è, inseguire il modello BBC, fare in modo che la televisione pubblica torni ad avere un ruolo autorevole su temi come la guerra e si impegna ad adottare un metodo diverso di lavoro per far preparare le competenze nei dibattiti televisivi per fare in modo che i cittadini possano riconoscere cosa è vero e cosa è falso”. Tradotto in italiano: di tutto il resto del Contratto di Servizio chissefrega … ora è importante stanare gli spioni del KGB dalle stanze di Saxa Rubra. Attenzione ad un dettaglio: si parla di Contratto di Servizio e non di Piano industriale. Avvisate Pasciucco al VII piano.

Leggete poi quanto scrive con rara sintesi e lucidità il Corriere di oggi : “Proprio per questo l’AD avrebbe ribadito che ora più che mai va cambiata la formula. Insomma il talk show con gli ospiti di estrazione diverse non va più bene. Meglio programmi in cui le informazioni che passano sono verificate e verificabili”. Ripetiamo e sottolineiamo : le “estrazioni diverse” non vanno più bene ovvero meglio la stessa estrazione ... non si sa mai… e poi “…informazioni verificate e verificabili”… e chi farebbe questo sporco lavoro? Quale sarebbe poi il discrimine tra le informazioni giuste e quelle sbagliate? Tutto chiaro: il talk non funziona perché non si chiede bene prima agli ospiti cosa diranno e semmai volessero dire qualcosa di dissonante dal pensiero governativo sarebbe meglio evitare (di mandarlo in onda).

Non si tratta più di “censura” semplice è oltre .. siamo oltre la metafisica del pensiero preventivo. Sarà necessario trovare un altro termine che ancora non esiste. Se qualcuno si azzarda a dire o solo sospettare che qualcosa non va, che non è obbligatorio essere d’accordo con Draghi sei una “presunta spia” putiniana. Nella loro mente, il talk funziona solo a condizione che i partecipanti siano già tutti in sintonia tra loro e, come si diceva una volta in premessa ad un intervento pubblico “Sono d’accordo con il compagno che mi ha preceduto …” (chiedete conferma a Gentiloni dei bei tempi andati). Per non dire della richiesta preventiva del titolo di “esperto”: chi ha titolo a verificare i titoli? Quale metro deve essere utilizzato per poter esporre le proprie idee? Titoli accademici, medaglie militari sul campo di battaglia, esperienza nella Croce Rossa?

Da segnalare oggi un intervento di Francesca Bria (consigliera Rai, quella degli “algoritmi etici” dell’agosto 2021) su La Repubblica dove già il titolo è tutto un programma: “Talk modello BBC e training per i conduttori. No alla dittatura dello share”. Un fenomeno, geniale. Non lo avevamo mai intuito che il problema fosse l’incapacità dei conduttori a gestire un dibattito: occorre mandarli a scuola di conduzione. Non fa una piega però ora vallo a spiegare a Vespa come si fa un’intervista a Zelensky come quella andata in onda ieri a notte inoltrata. E poi “no alla dittatura dello share” ??? Questa l’avevamo già sentita dire da Fuortes in Vigilanza. Sarebbe pure una simpatica idea, però la Bria dovrebbe aggiungere qualcosa su come “contabilizzare” i contatti pubblicitari e i soldi che si incassano con lo share. Rai senza pubblicità? Bene.. parliamone. Anche questa già sentita (proposte di riforma della governance).

Chiudiamo, ieri sera abbiamo visto con attenzione il programma di La7 dove era previsto l’intervento di Conte e di Letta. Aspettavamo in particolare quest’ultimo perché proprio il silenzio o il balbettio del suo partito sembra essere l’elemento centrale di questa fase politica sulle circostanze date. Ci aspettavamo di capire perché segnatamente il PD non tiene conto di un opinione pubblica largamente maggioritaria nel Paese che chiede un diverso approccio della politica italiana (del Governo) sulla guerra e forse lo abbiamo capito. “Non lo so” ha ripetuto due volte ad una domanda specifica ” … aspettiamo di sentire cosa riferirà Draghi in Parlamento il prossimo 19 maggio”. In quel momento lo abbiamo capito: lo stato confusionale ha colpito anche il PD e abbiamo pure capito qualcosa di più sulle spie putiniste in Italia e forse abbiamo intuito chi è quella più pericolosa.

Ci siamo ricordati dell’amnesia che ha colpito i Tg Rai quando il Papa disse che si vergognava dell’aumento delle spese militari e, ancora di più quando ha detto che “l’abbaiare della Nato alla porta della Russia ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. Un’ira che non so dire se sia stata provocata ma facilitata forse sì” (intervista al Corriere del 3 maggio).

Se poi ti azzardi a dire sugli schermi Rai (vedi quando avvenne con Marc Innaro) che questa guerra poteva e doveva essere evitata corri il rischio di trovarti le truppe speciali del Copasir sotto casa. Però se lo ha sostenuto Kissinger nel 2014 o se lo ha scritto il Wall Street Journal  pochi giorni prima del 24 febbraio poca roba ... si tratta di irrilevanti sciocchezze. 

Meglio far finta di avere le “stesse estrazioni” ... non si sa mai …

bloggorai@gmail.com

 

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