Questo sol m’arde e questo m’innamora,
non pur di fuora il tuo volto sereno:
c’amor non già di cosa che vien meno
tien ferma speme, in cui virtù dimora.
Ci siamo: è arrivata l’estate e un leggero torpore ci prende
alle prime ore del pomeriggio. Ci siamo appisolati e, al risveglio, ci sono apparse
immagini e cose chiare come quando prima non era possibile. Ora siamo attoniti
e confusi dalla miriade di colori e profumi. Ma non pensate che tanta
improvvisa calura possa aver danneggiato le poche e fiacche cellule cerebrali che
ancora risiedono in Bloggorai. Cominciamo a dire che ci asteniamo di commentare
la “bizzarra” notizia del giorno su quanto avvenuto al Tg1 della quale oggi
scrivono in molti. Ci viene da cercare una assonanza di questa notizia con quella
relativa alla ricerca degli spioni nelle trasmissioni Rai, ma questo tema lo lasciamo
volentieri ai competenti del Copasir e a chi li ha sollecitati.
Ci ridestiamo nella penombra appena fresca e siamo certi di
avere avuto una visione: la televisione c’è!
E’ fugato ogni dubbio: essa è presente, vicina, intima,
costante e immane. È un totem, un idolo, un segno, un simbolo, un’icona, una pietra
miliare della nostra esistenza. Difficile fare a meno del suo fascino, della
sua grazia e della sua potenza. Ci scruta, ci ascolta, ci blandisce di rumore
soffuso e lampi di pittura. Ci prende e ci avvolge nel suo manto immaginifico e
fantasioso. Si …la Tv c’è !!! Ce ne siamo oltremodo convinti. Oggi più che mai.
La Tv c’è!!! E voi miscredenti audiovisivi, atei compulsivi, twittaroli del
giorno dopo, istagrammisti immaginari o vetero adoratori di Facebook ..
pentitevi… pentitevi …pentitevi! Provate a twittare il giorno prima!
Tutto questo ci è apparso chiarissimo quando abbiamo rivisto
l’intervista di Bruno Vespa al leader ucraino Zelensky ed abbiamo capito una
volta per tutte che la Tv c’è per ognuno che la cerca e la trova nella Rai che si
merita. D’improvviso ci sono apparsi chiari tutti i personaggi politici e
televisivi che compaiono sullo schermo e ci torna in mente il perno della
fisica concettuale: il vuoto in natura non esiste.
Bene, cerchiamo di riprendere le fila e aggiorniamoci,
seppure sommariamente. In questo lampo di estate ci siamo fatti persuasi di un
paio di cose che prima ci apparivano dubbie. La prima: perché prima Fuortes
e poi la Bria nei giorni scorsi sono tornati con tanto entusiasmo sul tema “Lo
share non deve essere l’unico criterio” oppure “Lo share non può essere l'unico
parametro che valuta la qualità del servizio pubblico” ??? La domanda più semplice che ci viene in mente
è quale possa essere invece il “criterio” o il “parametro” che hanno in mente
loro e quale invece possiamo avere in mente “noi”. Domanda complessa che già
nella sua proposizione contiene una trappola: chi siamo “noi”? Una volta
eravamo la “società civile” (e sappiamo come è andata a finire con i due
consiglieri Rai che avrebbero dovuta rappresentarla). Poi eravamo (ovvero
abbiamo provato ad essere) una specie di Armata Brancaleone alla ricerca
disperata di qualcuno che ci rappresentasse o che almeno fosse in grado di
riassumere qualche nostro pensiero comune su cosa dovrebbe essere il Servizio
Pubblico. Anche lì, non è andata gran che bene. Lasciamo perdere e accontentiamoci
di “loro”. Torniamo alla domanda: “loro” hanno posto un problema ma non hanno
provato a dare una soluzione. Però sappiamo
che un percorso virtuoso ci dovrebbe essere e si dovrebbe trovare nelle maglie
del Contratto di servizio che invece, sempre “loro”, talvolta sembrano
dimenticare nel mentre e nel quando si intrattengono su cosa dovrebbe essere il
“Talk Show” dell’Era Moderna.
Già, dimenticano, ad esempio, di ricordare che c’è un bel
pezzetto di Rai che dello share se ne strafotte ampiamente: RaiNews24. Ieri
sera, dalle 20.30 alle 22.29 ha fatto lo 0,18% con circa 35 mial telespettatori mentre durante la giornata ha
avuto la sua punta con il 2,37% tra le 07.00 e le 08.59 con poco più di 100 mila
telespettatori. Per impiegare circa 200 giornalisti non è male. Chissenefrega dello
share… forse hanno ragione “loro”.
Anche noi ce ne fottiamo dello share e allora abbiamo contato
solo il netto dei telespettatori giusto per ricordare che il Tg1 sembra perdere telespettatori come
fossero petali di margherita: vedi quanto abbiamo scritto lo scorso 2 maggio
con il titolo “L'informazione Rai: frutto avvelenato di albero malato”
dove abbiamo riportato (dopo aver chiesto venia ai professionisti del settore) qualche
numero che può essere utile ripetere:
Noi ci siamo limitati solo e semplicemente a prendere i
dati Auditel delle edizioni del Tg1 delle 13.30 e delle 20.00 di aprile 2021 e
li abbiamo comparati con quelli di aprile di quest’anno. Nulla di più … nulla
di meno, senza se e senza ma, senza contesto e senza altra considerazione: dati
semplici e basta.
In sintesi questo è quanto emerge:
Edizione delle 13.30 del 2021 totale ascolti da sabato 3 a
venerdì 30 aprile
= 113.994
Edizione delle 13.30 del 2022 totale ascolti da domenica 3 a
sabato 30 aprile = 98.976
Variazione % =
-13,2%
Edizione delle 20.00 del 2021 totale ascolti da sabato 3 a
venerdì 30 aprile
= 155.224
Edizione delle 20.00 del 2021 totale ascolti da domenica 3 a
sabato 30 aprile = 135.259
Variazione % =
-12,9%
La seconda cosa di cui ci siamo fatti persuasi ve la raccontiamo
in un altro Post.
bloggorai@gmail.com
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