lunedì 9 maggio 2022

Rai: il puzzle avvelenato

Foto di Alexas_Fotos da Pixabay

Eccoci arrivati ai giorni nostri. Siamo giunti al punto di svolta, ovvero al momento in cui i pezzi del puzzle, magicamente, si incastrano l’uno con l’altro e il disegno, finalmente e lentamente, comincia a prendere forma.

In genere, nei grandi processi storici, le trame tanto sono complesse quanto difficile individuare il capo e la coda. In questo caso appare tutto più semplice del previsto. Semplifichiamo: abbiamo scritto che si stanno avvelenando i pozzi della Rai, cioè si stanno predisponendo le condizioni per la sua riduzione progressiva di peso e di ruolo, per la sua marginalizzazione dal mercato audiovisivo, per il restringimento del suo perimetro di attività e interesse. Dietro tutto questo ci sono tante manine e manone: molte esterne ma anche alcune interne, complici e colpevoli seppure indirettamente e non solo da oggi.

Lo scorso 4 maggio è da segnare sul calendario del Servizio Pubblico. Nel primo pomeriggio si svolge un incontro a Palazzo Chigi tra l’AD Fuortes, la Presidente Soldi e il ministro Giorgetti e il sottosegretario Garofoli (vedi Post di ieri). A seguire, si svolge l’audizione sempre di Fuortes in Vigilanza. In entrambe i casi, si parla di tutto: dal canone al Contratto di servizio, dal Piano Industriale alle trasmissioni di intrattenimento/approfondimento.

Se non che … interviene Maga Magò e sparge la fiale di veleno e inquina i pozzi.

A questo punto necessario un piccolo riepilogo. A ottobre dello scorso anno avvengono due fatti significativi: il primo succede quando l’Ad Fuortes si presenta in Vigilanza e parla di Piani. Grande confusione tra quello industriale 2018-21 del quale si appropria solo di alcune parti (organizzazione per generi) e quello editoriale sull’informazione mai (tutt’ora) nemmeno preso lontanamente in considerazione (da ricordare sempre  il famoso “ovviamente .. ovviamente . prima il Piano e poi le nomine …”) e non si specifica la gerarchia degli impegni (prima il Contratto e poi il Piano). 

Gli “episodi” della striscia di Damilano a settembre e l’esternazione sulle trasmissioni di intrattenimento/approfondimento con l’allegata intenzione di chiudere Cartabianca erano ancora lontani da venire così come tutto da inventare il dibattito su cosa deve e può essere l’informazione pubblica radiotelevisiva nel prossimo futuro. Però qualcuno è “bravo” e si porta avanti il lavoro.

Il secondo fatto significativo avviene quando è stato costituito il gruppo di lavoro sul rinnovo del Contratto di servizio, la cui responsabilità venne affidata a quel tempo a Stefano Luppi considerato uno dei migliori esperti dell’argomento. Poi di questo aspetto ne riparliamo. Ottobre dunque vede la nascita dei primi segnali di “attivazione” dell’Azienda sui grandi appuntamenti che la interesseranno nel mesi a venire (oggi). Da ottobre e per lunghe settimane ancora sono pochi coloro che ricordano la minaccia incombente sul canone (a parte Bloggorai, of course). Arriviamo a novembre e esattamente al 19, quando in Rai viene diffuso un documento di 23 pagine (formalmente tutt’ora riservato) con il titolo “Bozza di linee Guida per il Contratto di Servizio 2023-2027”. Ve ne abbiamo parlato e anticipato il contenuto e questa la sintesi:

Nel frattempo, nel scorse settimane succede che Stefano Luppi viene nominato Ad di TivùSat mentre mantiene un ruolo marginale sul gruppo di lavoro del Contratto di servizio e si formalizza un contratto di collaborazione con un’altra consulente esterna che si affianca alla Squadrone.

Intanto l’Azienda è al lavoro, con la supervisione di Pasciucco, capo staff dell’AD nonché ex CFO, a stendere tracce sul nuovo Piano Industriale a tal punto che questa sembra essere la motivazione per la quale lo stesso Pasciucco lascia la presidenza di RaiWay insieme a Stefano Ciccotti, proprio a cavallo del DPCM che autorizza la cessione della quota di maggioranza nella quota di Via Teulada. Con il valido supporto di una società di consulenza esterna (sembra la Altman Solon) vengono stese le famigerate “Linee guida per il nuovo Piano industriale 2022-24. Si tratta di 9 paginette scarne con quattro pilastri: A. evoluzione dell’offerta tradizionale in ottica multi piattaforma B. Integrazione dell’offerta multi digitale in ottica multi piattaforma C. Evoluzione verso modello operativo agile e digitale D. Razionalizzazione e valorizzazione asset aziendali.

Dopo di che, il mese scorso, nel mentre che comincia a prendere forza la dinamica minacciosa sul Canone, del quale apparentemente nessuno si occupa (e vedremo come l’AD risponde ad una specifica domanda della senatrice Fedeli in Vigilanza) succede che l’AgCom rilascia un suo documento sempre sul contratto di Servizio e lo invia al MISE per le opportune valutazioni. Lo abbiamo e ve ne parleremo.

Questi i punti fermi capitali noti al momento (almeno per Bloggorai). Di più non c’è (o non ci sarebbe). Andiamo avanti … rimanete sintonizzati per la prossima puntata.

bloggoraiò@gmail.com

 

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