“L'amore non muore mai di morte naturale. Muore perché
noi non sappiamo come rifornire la sua sorgente. Muore di cecità e di errori e
tradimenti. Muore di malattia e di ferite, muore di stanchezza, per logorio o
per opacità.” (Le quattro stanze del
cuore, Anaïs Nin)
Già, quanti “falsi amici” ha la Rai, quanti traditori e quanta incapacità a
rifornire la sua sorgente. Ieri mattina poco prima delle 10 non avevamo fatto
in tempo a pubblicare il post del giorno con il titolo “Allarmi Rossi”
(involontario gioco di parole) e … zacchete … poco dopo sono arrivati i dati
Auditel sulla serata precedente. Ormai non è più corretto scrivere di
TeleMeloni … è semplicemente TeleBidoni. L’elenco delle trasmissioni catastrofiche
“Made in Sergio/Rossi/Sergio” si allunga sempre più. Altro che l’elenco delle
cose che “… vanno maluccio” dentro e fuori la RAI come abbiamo scritto: siamo
oltre l’immaginifico mediatico, l’iperuranio televisivo, la supercazzola
catodica (se non fosse che il tubo catodico ormai è ormai quasi estinto).
Martedì sera la somma degli ascolti di Rai Due e Rai Tre
in prima serata non hanno superato il 4% di share con meno di 500 mila
telespettatori dove ha brillato di luce propria la trasmissione di Barbareschi su
RAITre (Special Guest Rocco Siffredi!!!) che ha raccolto la stratosferica cifra
di poco più di 250 mila telespettatori. Sull’ospite speciale verrebbe facile
fare battutacce ma ce le risparmiamo e notiamo solo lo “spunto creativo” degli
autori.
Normalmente TeleCalzettadiSopra che non è notoriamente
Servizio Pubblico con molto meno risorse fa molti più ascolti, con molti meno giornalisti
fa più informazione di RAINews24.
Siamo in presenza di uno “Sprofondo Rosso” (i) che potrebbe
anche essere allarmante per i numeri che evidenzia ma c’è di più. La domanda
semplice è una sola: quale logica sottende tutto questo? C’è un lucido e
sottinteso disegno di affossare due reti e arroccarsi su RAIUno (come abbiamo
scritto riprendendo un’intervista di Francesco Siliato) oppure si tratta di
banale quanto drammatica inadeguatezza, di insufficienza gestionale? Potrebbe trattarsi di una sorta di metodica, maniacale e compulsiva incapacità a gestire, a
comprendere e proporre un’offerta editoriale in grado di competere con la
concorrenza tutta? La crisi di ascolti della RAI “Made in Sergio/Rossi/Sergio” mette
in luce due elementi strategici: strutturale insufficienza creativa e manifesta
debolezza di risorse economiche.
Ricordiamo sempre che il famigerato Piano Industriale sembra
tutt’ora fermo al palo per mancanza di
copertura che, secondo quanto noto, dovrebbe essere ricercata con la vendita
una quota di RAI Way della quale si parla a corrente alternata, giusto per fare
qualche balzo in Borsa e incrementare il portafoglio degli azionisti.
Ecco allora tornare tutti i temi della riforma che si vorrebbe
fare della RAI dove spicca un solo grande argomento: come si scelgono gli
amministratori e dirigenti del Servizio Pubblico? Se i criteri permangono
quelli noti di appartenenza ad un partito quale che esso sia, di maggioranza o
opposizione, non se ne esce. Nei giorni scorsi il consigliere Natale ha
scritto e parlato di “… ricostruire un clima di fiducia” e di “abbassare la
temperatura” intorno alla RAI. Principi molto “istituzionali” e magari pure
molto apprezzati in vista di un suo possibile “sviluppo” del suo ruolo da
consigliere semplice espressione di un solo partito a “presidente di garanzia” buono
per tutti gli altri. Se ha voglia di dare il suo contributo su questo lodevole proposito
sa bene da che parte iniziare.
bloggorai@gmail.com
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