giovedì 24 ottobre 2024

Nosferatu dentro e fuori la RAI

Foto di MariaD42530 da Pixabay

Figure diaboliche, misteriose, cattive e cariche di accidia (Inerzia, indifferenza e disinteresse verso ogni forma di azione e iniziativa) si aggirano dentro e fuori Viale Mazzini. Sembra che dall’VIII del Palazzo di vetro piano siano spuntate moderne gargoyle pronte ad allontanare ogni tentativo di ragione e proposizione.

Chi è mai quel Nosferatu in grado di immaginare che la settimana scorsa un ministro, Giorgetti, in conferenza stampa annuncia che anche per il 2025 verrà mantenuta la riduzione del canone a 70 euro e poi, passati pochi giorni, nel testo ufficiale della Legge di bilancio 2025 inviata ieri alle Camere questo provvedimento scompare, evapora, e nessuno se ne accorge? Quale mostro onirico poteva immaginare che, nella stessa Legge, comparisse un articolo, il 113 con il quale si dice alla RAI che “ … è tenuta ad assicurare che nell’anno 2025 non abbia luogo un incremento delle voci di spesa relative al costo del personale ed all’affidamento di incarichi di consulenza rispetto al livello di spesa conseguito nell’anno 2023…”. Attenzione, più o meno, si tratta della stessa “raccomandazione” che la Corte dei Conti sulla RAI da tempo esprime nella sua valutazione sul bilancio di esercizio “… per i giudici contabili permane la necessità di misure organizzative e gestionali volte all’eliminazione di inefficienze e diseconomie, oltreché al contenimento dei costi nell’ottica di un recupero dell’equilibrio economico e gestionale”. Ovviamente, nessuno ne ha mai tenuto conto, da anni, come nessuno ha mai sollevato il problema. Ma, ci chiediamo, un provvedimento del genere che, di fatto, commissaria l’Azienda, non avrebbe dovuto sollevare immediatamente qualche obiezione da parte dei suoi amministratori? Infine: sull’importo canone rimane comunque incertezza perché se è pur vero che è scomparso dal testo di Legge non è escluso che possa ricomparire in Parlamento. Possibile mai che la Lega si vede sfilare il suo cavallo di battaglia senza fiatare? E, comunque, come si spiega questo repentino cambio di passo? E possibile mai che a poche settimane dalla fine dell’anno su questo argomento ci sia ancora incertezza e confusione?

Piccola nota a margine: ci saremmo aspettati ieri pomeriggio, appena diffuse le notizie sulla manovra economica del Governo dichiarazioni indignate almeno da parte di qualche consigliere RAI “di opposizione”, uno a caso magari quello estratto dal cilindro di un piccolo partito. Siamo ancora in attesa mentre abbiamo letto subito le dichiarazioni del consigliere Di Pietro.

Andiamo avanti: quale mostro di immaginazione avrebbe mai potuto financo dubitare che il tema canone sia un argomento di carattere assoluto e prioritario, tutelato dall’ordinamento e rinforzato pure dal MFA e sul quale, ancora oggi sulla stampa, nessuno batte ciglio. O meglio, alcuni lo battono e anche forte: M5S e Lega lo vogliono abolire e una parte del PD, da molti anni, per un verso è ancora legato alla “privatizzazione” (vedi referendum del ’95), per altro verso lo vorrebbe semplicemente abolire almeno in parte (“Non penso sia più tollerabile un canone, al tempo della società digitale, interamente assorbito dalla Rai” Boccia, vicesegretario del PD all’ANSA nel novembre 2019) e un’altra parte ancora (Nicita nel suo DDl 199) lo ignora completamente nella sua proposta di riforma.  

Quale creatura uscita fuori dal profondo orrore avrebbe mai potuto far sprofondare gli ascolti del Tg1 e Tg2 Rai di destra ormai sull’orlo di una crisi di nervi, dove si perdono per strada oltre un milione e mezzo di telespettatori tra il 2020 e il 2024  (vedi Terzo Report AgCom appena pubblicato) e nessuno prende provvedimenti? Quale infame organismo strisciante potrebbe mai fare occultare il buco nero di RAINews24 che si attesta a 44 mila (44 mila) spettatori nel giorno medio 2024 e che ne perde il 24% rispetto allo scorso anno e il 75% negli ultimi quattro anni? E, ovviamente, nessuno se ne accorge, da anni, molti anni.

Proseguiamo nella galleria degli orrori. Questa dirigenza, questa TeleMeloni, da quando si è insediate nella sue doppia versione Sergio/Rossi/Sergio con una specifica ed immaginifica vena creativa sta collezionando una serie di sberle editoriali che ne basterebbero metà per mettere a terra un ippopotamo imbufalito. Niente, non c’è niente da fare: proseguono impuniti. Tra pochi giorni saranno capaci di esultare pure per gli ascolti della nuova stagione de Le Belve che, nienpopodimenoche, intervisterà Giambruno, ex della Meloni.

Basta, la galleria dei mostri sembra terminata e rimane quella degli infiniti misteri tutta sempre da esplorare. Ad esempio, ci rimane ancora tutta da comprendere la vicenda Ranucci e del suo prossimo e minaccioso Report che, per quanto lui stesso ha anticipato, potrebbe fare venire qualche mal di pancia a Meloni&C. Ci chiediamo ancora perché ci sia stata questa importante operazione di Marketing su La7? Perché regalare ad una rete concorrente tanta grazia? La spiegazione della ricerca di altro pubblico diverso e aggiuntivo dal proprio non regge gran che. Ripetiamo le domande alle quali non riusciamo a trovare risposte convincenti: Ranucci è stato autorizzato, ha informato i vertici RAI, per andare dalla Gruber e da Floris? Se si, da chi? E se si ancora, perché?

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