lunedì 21 ottobre 2024

RAI: numeri che contano e numeri che cantano

Foto di Alicja da Pixabay

Hai voglia a proporre riforme, dibattiti sulle sfide e gli impegni della Rai per il suo prossimo futuro. Hai voglia a sollevare problemi sul canone, sulle tecnologie e sulle piattaforme. Intanto, oggi, c’è un piccolo problema per Viale Mazzini che non è facile da risolvere: la crisi degli ascolti, l’invecchiamento e l’emigrazione del suo pubblico verso altre destinazioni.

È successo, talvolta, che ad un tavolo di poker occasionale, amicale o familiare, qualcuno provasse a fare il furbetto: cercava di dichiarare il suo punto per ultimo senza farlo vedere e sosteneva che fosse il maggiore, specie quando era un piatto “modesto”: ad esempio un giocatore dichiarava una doppia coppia e il tipo furbetto dichiarava invece di avere un tris senza mettere le carte a terra e mescolandole subito dopo. Spesso gli andava bene. Dal che, ne discende che è sempre bene affermare che “carta canta” e che quindi il “punto” va mostrato chiaramente.

Detto questo, siamo alla fine di ottobre ovvero in piena stagione televisiva dove si confrontano i numeri che contano e cantano e la musica che si avverte non sembra essere delle migliori. Ci sono due narrazioni: da un lato quella che cerca di occultare, sopire, diluire nei diversi  contesti. Dall’altra quella che vorrebbe enfatizzare e sottolineare i successi, piccoli o modesti che siano.

Nel mezzo c’è un’altra “narrazione” che evidenzia lo stato dell’arte degli ascolti tv e racconta i numeri per come sono e non come si vorrebbe che fossero. In sintesi: l’anno scorso la RAI andava male nel day time e quest’anno potrebbe andare pure peggio. Qualche margine di sopravvivenza è dovuta a fattori esterni (eventi sportivi) e indipendenti da una sua forte capacità di offerta editoriale autonoma adeguata e sufficiente a cogliere la maggioranza del pubblico generalista, incluso i “giovani” ormai diventati una chimera irraggiungibile.

Vediamo qualche numero: iniziamo con l’Osservatorio sulle Comunicazioni AgCom relativo al primo trimestre 2024 pubblicato lo scorso 27 luglio. Il dato sostanziale è che tutti perdono mediamente telespettatori ma RAI ne perde di più. Leggiamo: “ … nella fascia “intero giorno”, su base annua, nel 2024 si osserva una lieve diminuzione di 40 mila spettatori (da 6,04 a 5,99 milioni) con flessioni per Rai 3 (-9,5%), Rai 2 (-3,0%), Canale5 (-2,0%)”. Nel prime time “I tre canali di Rai flettono per circa 260 mila spettatori (da 7,43 a 7,17 milioni di spettatori, pari a -3,5%). In dettaglio, gli ascolti di Rai 1 che crescono del 4,4%, mentre quelli di Rai 2 e Rai 3  si riducono rispettivamente del 18,4% e 20,8%. Corrispondentemente, i principali canali di Mediaset mostrano una diminuzione di circa 210 mila spettatori (-3,7%)”. Infine, i tg “i TG Rai perdono  su base annua il 5,2% degli ascolti giornalieri (da 10,74 a 10,19 milioni di spettatori), con una riduzione per il TG1 delle 20:00 del  4,4% (da 5,03 a 4,81 milioni di spettatori), del 3,8% per il TG3 delle 19:00 (da 2,04 a 1,96 milioni di spettatori) e del 15,2% per il TG2 delle 20:30 (da 1,12 a 0,95 milioni di spettatori). Anche i  TG serali di Mediaset hanno registrato una complessiva riduzione del 7,3% (da 5,50 a 5,10 milioni di spettatori … Il TG La7 delle 20.00 nel 2024 ha registrato ascolti in aumento del 20% rispetto all’anno precedente (da 1,06 a 1,27 milioni)”.

Vediamo ora quanto riportato dal mensile Tivù con l’intervista a Francesco Siliato dello scorso settembre.  In sintesi “Il dato è chiaro: nella stagione 2023/2024 Mediaset (con le sue 16 reti) è stato l'editore più seguito nell'arco dell'intera giornata, mentre Rai (14 reti) è stata in grado di produrre più ascolti nelle due ore di prime time. Rispetto alla scorsa stagione, dunque, il servizio pubblico ha perso il primato nel giorno medio ed è la prima volta da almeno 10 anni, risalendo indietro alla stagione 2014-2015. E questo nonostante abbia pubblici più anziani, più forti consumatori di televisione, con un'età media di 64 anni, a fronte dei 58 di Mediaset”. Ancora: “… In sostanza, anziché ampliarsi Rai ha scelto di arroccarsi sull'ammiraglia, lasciando al prossimo Consiglio e a un futuro e migliorato piano industriale il compito di realizzare due importanti obiettivi, ovvero il ringiovanimento della platea e, appunto, la media company”. Si tratta però di obiettivi di elevata complessità e difficoltà: entrambi richiedono anzitutto risorse economiche e poi creative e, per quanto finora si può constatare, entrambe sono assai carenti. Accantoniamo un momento il tema risorse (canone, pubblicità etc) e soffermiamoci un momento sulla “nuova” offerta editoriale di questo vertice RAI. Da parte del”nuovo “governo Rai non è visto da nessuna parte un “prodotto” in grado di attrarre i “giovani” e, bene che vada, ci si deve accontentare di Don Matteo rivisto e corretto dopo 25 anni di messa in onda. La presentazione dei palinsesti di luglio è stato un pianto di miseria prossima ventura: vedi esempi significativi di Rai Uno con Insegno e Rai Due con Monteleone. Recentemente hanno dovuto fare una specie di concorso interno per sollecitare idee e proposte. Siamo in fiduciosa attesa.

Infine, ci siamo divertiti a fare un confronto forse tecnicamente poco scientifico però in grado di fornire un’idea attuale di come stanno le cose. Abbiamo confrontato due settimane di Total Audience di Auditel: quella del  26 novembre - 2 dicembre 2023 e quella del 6 ottobre - 12 ottobre 2024, anche se riferite a due momenti della stagione diversi tra loro, qualche spunto seppure sommario lo possono fornire.

Tot. edit. 2023       9.305.391 asc. medi (AMR)

Mediaset                   3.567.515 asc. medi AMR

RAI                             3.390.278 asc. medi AMR

Tot. edit, 2024        8.572.554 asc. medi (AMR)

Mediaset                 3.348.735 asc. medi (AMR)

RAI                             2.948.603 asc. medi (AMR)

diff. 23/24     Mediaset:     - 219     

                       RAI                 - 442. 

(Fonte Auditel)

Ci dicono gli esperti: la stagione è in pieno svolgimento e le previsioni tendono a peggiorare.

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