sabato 12 ottobre 2024

RAI: palla al centro e squadre negli spogliatoi a meditare cosa fare

Foto di manseok Kim da Pixabay
 

Non si possono modificare le regole del gioco mentre è in corso la partita. Vale per tutti.

È nebbia fitta, fredda e fastidiosa che questa mattina abbiamo trovato in Bassa Val Tiberina. È nebbia che appartiene al corso naturale delle cose, del suo tempo autunnale, come è giusto che sia.

Bene, oggi la nebbia è la perfetta metafora del naturale proseguimento della palude che circonda la RAI. L’Aventino di destra, ovvero il suo Colle Oppio, ha dato l’ennesimo colpo basso all’Azienda. Vogliamo però osservare che non è solo una loro responsabilità, non ce la possiamo cavare sempre con Telemeloni. Un ragionamento del genere somiglia molto a quello che alcuni fanno quando la propria squadra perde: è colpa dell’arbitro. Non è solo così. Nel frattempo, la Rai affonda inesorabilmente: in questo momento convivono due “presidenti” dove uno (Marano) è in carica solo perché “anziano” mentre l’altra (Agnes) è solo indicata ma non ancora convalidata dalla Vigilanza. E nel frattempo? L’Azienda è semiparalizzata con possibili danni, incapace a prendere decisioni strategiche

Vediamo. La maggioranza ottusa si ostina a volere sostenere la candidatura presidente Agnes da mesi, tanti mesi pur sapendo benissimo di non avere i voti in Vigilanza (prima erano quattro ora solo due). Perché ostinarsi su una “Mission quasi impossible”? Perché, forse, si sperava di rosicchiare i voti mancanti mercanteggiando con qualche parlamentare (partito) sottobanco, magari nel segreto dell’urna. Difficile ma non impossibile. Una strategia sbilenca ma pur sempre una strategia finalizzata a portare a casa il risultato da tempo annunciato: Rossi/Agnes. L’Aventino di destra sostiene ancora questa strategia: non presentano al voto la Agnes fintanto che non sono certi di avere i voti che occorrono oppure, fintanto che non emerge un candidato utile ad essere speso sul fronte di un accordo bilaterale utile e vantaggioso per tutti, nessuno escluso. Dove poggia questa fiducia del Governo? Poggia in un precedente illustre e recente: la divisione dell’opposizione per un verso e per altro verso nella sua pressoché assoluta mancanza di visione tattica e strategica condivisa della partita. Inutile girarci intorno: sulla RAI 5S e PD potrebbero avere "visioni" molto diverse, ad esempio il canone. 

Da questo punto di vista la competizione iniziata lo scorso 26 settembre è perfida. La maggioranza si è ostinata ad andare al voto ed ha messo sul piatto della bilancia un boccone appetibile e velenoso per quanto poi doveroso: l’avvio del dibattito sulla riforma RAI. Alcuni hanno abboccato ed hanno fornito il fianco libero alla nascita di questo Cda. Se non ci fosse stata la rottura dl patto tra PD, 5S e AVS forse non ci troveremmo a questo punto. Il ”dettaglio presidente” è solo un corollario della complessa trattativa in corso che travalica Viale Mazzini ed arriva fino a Cologno Monzese. Come abbiamo scritto, la partita vera, il malloppo grosso, è sulle risorse, sul canone e sula pubblicità ed è su questo campo che i giocatori non riescono nemmeno a vedere la palla.

E se proprio vogliamo vedere anche il secondo piano, la riforma, siamo messi ancora peggio. Quelle depositate in Commissione del Senato sono ufficialmente otto, due delle quali (5S e Lega) contengono la proposta di abolire il canone mentre le altre, in vario modo, ripropongono la “fondazione” come perno della riforma della sola governance della RAI. Il Vietnam è dietro l’angolo dove sarà difficile pure iniziare la trattativa! Per ultimo, lo abbiamo accennato ieri, a fronte della maggioranza ottusa che si ostina a sostenere la Agnes (fino a che punto, per quanto tempo?) da parte dell’opposizione non si capisce dove possa andare a parare la sua strategia dal punto di vista sia tattico quanto strategico. Peraltro, siamo sempre in possibile presenza di due “opposizioni” sulla Rai dove, fino a prova contraria, lo scoro 26 settembre hanno preso strade completamente opposte. Siamo ancora fermi a Conte: “proponeteci un nome autorevole” ma questo non esclude che si possa trovarne uno che non sia necessariamente espressione della sola maggioranza. Il “problema” banalmente, è che non sembra esserci. Ieri un lettore molto “criticone” ci ha scritto: “Come al solito Bloggorai spara alle farfalle: Natale non può essere sostenuto come presidente RAI: per il PD sarebbe uno smacco forte. Lui rappresenta la buccia di banana dove è scivolato il “campo largo” sulla RAI, ovvero la rappresentazione plastica del tradimento del patto “prima le riforma e poi le nomine”. Votarlo oggi bene che vada potrebbe essere imbarazzante”. Chissà, forse il lettore criticone (forse pure rosicone) potrebbe pure avere ragione. E allora? Aspettiamo, vedremo, vedremo, vedremo.

bloggorai@gmail.com

 

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