Ieri è stato diffuso il programma dei lavori degli Stati
Generali. Questa mattina nessuno sulla stampa se n’è accorto. C’è qualcosa di “strano”
su questo appuntamento. Riprendiamo l’articolo del Messaggero dei giorni scorsi
dove si leggeva che l’idea “… è sempre stata dei 5Stelle… e il centrodestra ha
deciso di aderire e sta prendendo parte alla stesura del programma dell’evento…”.
Beh, che dire, qualcosa di strano c’è, eccome.
Cominciamo dall’inizio: è pur vero che spesso le tragedie si
mostrano in forma di farsa e viceversa, ma non si capisce perché l’apertura sia
stata affidata ad una nota comica, Geppi Gucciari. Poi, però, a rimettere a posto
le cose ci penserà il ministro Giuli, che tutti sperano si possa impegnare in uno
dei suoi magnifici interventi. Come pure non è chiaro perché l’intervento
introduttivo sulla funzione del Servizio Pubblico lo svolgerà Albero Angela,
grande esperto di documentari storici e ambientali. Il tutto si dovrebbe svolgere
nei primi 90 minuti, compresi gli interventi del Presidente del Senato, del ministro
Giuli, di ben due sottosegretari di governo, della presidente della Vigilanza e
dell’AD Rossi. Considerato il calibro delle persone, si tratta di dividersi il
tempo e, calcolatrice alla mano, fanno circa 11,5 minuti a testa se tutti i relatori
si tengono nei limiti. Poco tempo ma buono.
Nella restante sessione successiva, più o meno della stessa durata, si dibatterà su “RAI: un secolo nel segno del futuro”. Titolo perfetto per fare un bilancio del suo glorioso passato ma alquanto impegnativo per immaginare il suo futuro, tant’è che il segno dei relatori sia sotto il segno della storia dell'Azienda e di alcuni suoi protagonisti del passato. Certo, non si può non tenerne conto, ci mancherebbe.
Il programma prosegue intensamente anche
il giorno successivo con un altro ministro, Urso, e un sottosegretario di Governo in sessioni sempre di 90 minuti e una media di
partecipanti di 8/9 persone per ognuna. Il tempo è tiranno, si sa e si farà
quel che si può.
Cosa si avverte a prima vista? Premesso che anzitutto è
sempre lodevole e sostenibile ogni sede di confronto e dibattito. Chiunque si
fa carico di tanto sforzo merita sempre di essere apprezzato. Vi partecipano
poi tante persone autorevoli e qualificate che è sempre bene ascoltare. Detto questo,
difficile non tenere debito conto del suo significato politico nelle
determinate circostanze in cui si svolge il Convegno.
I “paletti” ineludibili sono: A, la marcata ingerenza del Governo
nella gestione della RAI che si è manifestata proprio in questi giorni sul
piano delle risorse economiche (canone e tagli). Come si può iniziare o
proporre una riflessione o esprimere una proposizione se non si parte da questo
punto: l’autonomia e l’indipendenza del Servizio Pubblico? Questo tema è
dirimente: se non si chiarisce e si concorda su questo punto, tutto il resto
regge come una foglia di rosmarino. Ce lo vedete l’AD Rossi che in apertura dei
lavori batte i pugni per rivendicare il suo ruolo e le sue prerogative rispetto
al commissariamento di fatto della RAI avvenuto con la proposta della Legge di Bilancio?
B, la RAI soffre in carenza di risorse economiche ed editoriali. Se non si chiarisce
e si concorda su come la RAI dovrà essere finanziata e sostenuta, da che parte trovare
i tanti soldi che gli occorrono anzitutto per sopravvivere non si va da nessuna
parte. Se non si chiarisce e si concorda che è necessaria una nuova definizione
del rapporto tra costi di produzione e offerta editoriale non si va da nessuna
parte. Quanto tempo può reggere sul mercato un’Azienda che non può fare
investimenti, che deve sostenere oltre 12 mila dipendenti con circa 2000 giornalisti,
tre reti generaliste e 8 testate e ascolti in crescente difficoltà? C, il convegno
si svolge in sospensione di un problema grave: la nomina del presidente del Cda
di Viale Mazzini: è la prova provata della dipendenza strutturale della
gestione RAI dall’ingerenza dei partiti. La Presidente della Vigilanza Floridia,
solitamente tanto apprensiva nel rispetto dei tempi (vedi l’urgenza a chiudere
il Contratto di Servizio) questa volta accantona il problema con la segreta
speranza che questa iniziativa possa chiarire qualcosa e portare a casa il risultato
con un presidente “autorevole e di garanzia”.
Infine, nel programma, tra i relatori, si avverte una certa “assenza” della quale abbiamo già avvertito sentore. A parte qualche nome “di area” c’è un convitato di pietra che, forse, potrà apparire solo nel tardo pomeriggio del secondo giorno, quando si dovrebbe svolgere il “confronto politico” tra i leader delle diverse forze politiche e/o esponenti della Commissione di Vigilanza RAI. Di chi si tratta? del PD. Al momento, non risultano segni di particolare adesione o interesse all'iniziativa. La grave ferita del 26 settembre ancora è aperta. Chi si fida più di chi?
Chi sarà interessato a seguire i lavori, dovrà decidere se
questo sarà il momento più interessante o meno. Tutto il resto è complementare.
bloggorai@gmail.com
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