Si può prendere in giro qualcuno qualche volta ma è difficile farlo sempre con tutti.
Oggi sulla stampa non c’è nulla che merita attenzione e quindi ne approfittiamo per prendere qualche appunto.
1. A proposito del Cda insediato a Viale Mazzini, un dettaglio delle comunicazioni di Rossi merita attenzione. Ha scritto ieri il Corriere che “L'AD ha difeso anche gli ascolti che ha descritto «in crescita»”. Bah… chissà, forse preso dall’enfasi del suo imminente insediamento gli è sfuggito qualcosa: “Il dato è chiaro: nella stagione 2023/2024 Mediaset (con le sue 16 reti) è stato l’editore più seguito nell’arco dell’intera giornata, mentre Rai (14 reti) è stata in grado di produrre più ascolti nelle due ore di prime time. Rispetto alla scorsa stagione, dunque, il servizio pubblico ha perso il primato nel giorno medio ed è la prima volta da almeno 10 anni, risalendo indietro alla stagione 2014-2015. E questo nonostante abbia pubblici più anziani, più forti consumatori di televisione, con un’età media di 64 anni, a fronte dei 58 di Mediaset”. Così ha dichiarato Francesco Siliato, Studio Frasi, al mensile Tivù lo scorso 9 settembre senza essere smentito.
2. Nei giorni scorsi i lavoratori RAI hanno prima bocciato la bozza del nuovo contratto e poi fatto uno sciopero al quale hanno aderito in molti. Il messaggio era chiaro come è chiaro il destinatario: l’attuale vertice dell’Azienda dove ora siedono Lui nella parte di Lui e viceversa. Sta a dire, a quanto sembra, che i lavoratori stanno da una parte e il vertice dall’altra. Ma, se ricordiamo bene, in Cda siede un rappresentante degli stessi lavoratori o sono due mondi diversi? Votare per Rossi come nuovo AD cosa ha significato? Che, se intendiamo bene, che il rappresentante dei lavoratori RAI ha espresso fiducia alla stessa persona che i lavoratori Rai hanno bocciato nella bozza di contrato che è stata presentata e contro cui hanno scioperato? Magari Bloggorai si sbaglia, ma qualcosa non torna.
3. Lui nella parte di Lui e viceversa: ovvero Rossi al posto di Sergio e Sergio al posto di Rossi. Era tutto già scritto e noto da mesi ma, a quanto sembra, nessuno si è incatenato sotto al Cavallo morente di Viale Mazzini per far osservare che NO, non si poteva e non si doveva fare. Non si poteva e non si doveva fare che la scelta di AD e Presidente avvenisse per esplicito e preventivo sostegno del Governo e tutti hanno taciuto. Poi NON si poteva e doveva accettare (ricordiamo ancora quando Rossi andava in Vigilanza e veniva ossequiato con “Signor Direttore Generale…”) che ci sia un DG quando la Legge 220 del 2015 l’ha esplicitamente abolito. Tutti hanno taciuto e ancora tutti tacciono. Chissà il nuovo consigliere Natale cosa ne pensa? Anche lui lo chiamerà “Signor Direttore Generale”???
Su questo tema poi, è divertente osservare una nota politica: Lui nella parte di lui e viceversa sono sempre stati, magari sottotraccia, avversi su quasi tutto (il tema dei "generi”, il caso Bortone etc). Il carico da 15 è giunto quando si è scoperto una specie di endorsement della Lega su Sergio che, di fatto, ora, si presenta come un “commissario politico” affiancato a Rossi. Però ora sono costretti di nuovo a convivere a parti inverse. Bella partita: chi deciderà cosa?
4. Nei giorni scorsi è stato diffuso un Comunicato a firma dei componenti il gruppo PD in Vigilanza dove si legge che si vorrebbero nominare due nuovi direttori di testata nelle strutture di “genere” Intrattenimento e Day Time. La notizia è piccola e di scarso rilievo però evidenzia un buco enorme nella consapevolezza dei problemi del Servizio Pubblico sul fronte informazione: non esiste un piano editoriale, non esiste una cabina di regia, non esiste un progetto di riorganizzazione delle testate per il loro numero e per quanto giornalisti vi sono collocati, nessuno si azzarda a fare un flebile cenno alla voragine di RAINews24 che raccimola a mala pena ascolti da prefisso telefonico e i vorrebbero fare due nuovi direttori che avrebbero poi,ovviamente, vicedirettori etc?. Chissà se il “nuovo” consigliere Natale, con la sua lunga e ferrata esperienza all’Usigrai e alla FNSI, saprà, vorrà o potrà dire qualcosa?
5. La riforma RAI. Si è parlato e scritto tanto su questo tema. Ieri, con grande gioia della Floridia, presidente della Vigilanza, sono stato ufficialmente “incardinato” in Commissione VIII del Senato il dibattito sulla riforma RAI. La stessa Commissione dove erano “incardinate” da anni le precedenti proposte ed erano talmente “incardinate” nel buio degli scatolini polverosi che nessuno ricordava più nemmeno che esistessero. Però ora c’è una piccola novità: quella del M5S è stata aggiornata e la stiamo studiando. Siamo però comunque a “carissimo amico … ti scrivo”: il filo comune tra le diverse proposte è uno solo ovvero la riforma della sola governance. Difficile seguire questo dibattito se non si tiene in debito conto di tutto il resto, a partire dal problema n.1 più grave e assoluto: il canone.
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