Ci furono molti ragionevoli motivi per cui Napoleone perse la battaglia di Waterloo. Tra i tanti, ancora si dibatte sul ruolo del generale Grouchy, arrivato tardi e nel posto sbagliato del terreno di scontro con le truppe anglo tedesche. Viceversa, arrivò al momento giusto e nel luogo migliore il generale von Blücher il cui intervento fu decisivo per le sorti della battaglia. Tutto questo si svolse intorno alle 17 quando ancora le sorti di Napoleone e del suo grande e forse ultimo appuntamento con la Storia non erano ancora scritte.
Tutto questo per dire che non esiste mai un solo grande momento di confronto radicale e strategico e che le grandi battaglie spesso si compongono di tanti frammenti che si svolgono in diversi contesti temporali. I grandi temi, i problemi e le prospettive della RAI, del Servizio Pubblico, mutano segno e terreno di confronto giorno per giorno e i “generali” che la conducono hanno difficoltà a reggere lo scontro.
Fino a pochi giorni addietro il tema centrale della RAI era il Cda, poi la “riforma”, poi ancora il canone e oggi gli ascolti e, segnatamene l’informazione. Ne abbiamo accennato nei giorni scorsi: lo scorso anno RAI è andata sotto Mediaset nel Day time e pure per quest’anno le prospettive non sono rosee. Oggi il Sole, a firma Andrea Biondi, pubblica dati elaborati dallo Studio Frasi di Francesco Siliato nel periodo compreso tra il 15 settembre e il 19 ottobre, e titola “Tv, telegiornali in crescita. Giù Tg1 e Tg2, corre La7”. In sintesi: la platea televisiva cresce mentre i telegiornali RAI di destra calano: “...il Tg1 ha perso 221.408 spettatori, subendo un calo del 4,98%. Ancora peggio, percentualmente, fa il Tg2: con un ascolto medio di 961.826 spettatori e uno share del 4,90% ha subito una contrazione di 97.422 spettatori (-9,20%)”. Si tratta di dati che comprendono anche l’ascolto “non riconosciuto” ovvero “tutti gli ascolti non riconosciuti fruiti sugli schermi televisivi … raggruppa un insieme molto ampio e variegato di utilizzi del televisore” a suo tempo stimato sempre dallo Studio Frasi in circa 2 mln di telespettatori. L’articolo dice molto e dice pure chiaramente un dato importante: “Rai News24 cede il primato a TgCom24 - 38.966 contro 42.207 - a valle di una performance negativa del -24%”. Con buona pace di chi sottovaluta o dimentica il tema “informazione” del Servizio Pubblico.
Rimaniamo sull’argomento. Prima dalla Gruber e poi ieri sera da Floris su La7, Sigfrido Ranucci ha anticipato i contenuti del suo prossimo Report in onda domenica prossima. Cosa ha significato? Abbiamo cercato di capire ed abbiamo chiesto in giro. La prima sommaria valutazione è stata: ha fatto bene perché è andato a cercare pubblico al di fuori della RAI, di RAI Tre, ovvero proprio laddove ci sono i telespettatori più attenti ai temi proposti da Report. In altre parole, una semplice ma rilevante operazione di marketing, forse più politica che editoriale. La seconda invece si riferisce all’interno dell’Azienda: Ranucci ha informato i suoi diretti interlocutori di Viale Mazzini? con chi ne avrebbe potuto "parlare"? con Sergio? con Rossi? con la Maggioni (direttrice editoriale offerta informativa)? con tutti insieme? era solo "opportuno" o forse anche "necessario" informare il vertice dell'Azienda che la promozione del suo programma sarebbe avvenuta su una rete concorrente? Qualcuno avrebbe dato l'Ok oppure sollevato obiezioni? I temi che verranno affrontati domenica sera potrebbero essere alquanto indigesti per Meloni &C (“… domenica sera Giuli farebbe meglio a vedere la partita …).
Sulla prima osservazione qualcosa non torna. È pur vero che tanti suoi “lettori” si trovano più su La7 che non sulle reti RAI ma è pur vero che si tratta sempre di una rete concorrente dove la sua “presenza/partecipazione” certamente arricchisce e non al contrario. Sulla seconda osservazione qualcosa non torna. Da Viale Mazzini non si è sentita voce. Cosa sta a significare? Staremo a vedere.
Ci sarebbe poi molto da dire poi sui “successi” dei programmi “Made by Sergio/Rossi o viceversa”: ormai una valanga di disfatte forse inarrestabile. Il pubblico perso difficilmente si recupera: una volta fatte le valigie e constatato che altrove si trova meglio perché tornare?
Rimanete sintonizzati … non si sa mai.
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