martedì 29 giugno 2021

La scommessa Rai

Foto di moritz320 da Pixabay 

Sta per iniziare la partita Inghilterra - Germania. 
Se non vi interessa, vi suggeriamo una possibile alternativa per perdere 5 minuti.

Lettori fortunati: potete avere a gratis quello che altri devono pagare e anche un tantinello caro. Nei giorni scorsi vi abbiamo chiesto un piccolo obolo, un chip, una “mezza piotta” come si chiamava a Roma, un gabelletta, un appello “…al vostro buon cuore”, un “tengo famiglia… mio padre al manicomio e mia madre carcerata… (ascoltata a Porta Portese un paio di domeniche addietro). Tutto questo perché A) siamo vivamente preoccupati per l’enorme mole di caffè, merende, pranzi e un paio di cene che si dovranno pagare qualora i nostri scenari, le nostre previsioni, si dovessero rivelare infondate e B) perché dobbiamo trovare un modo per rispondere ai tanti che ogni tanto ci chiedono “perché lo fai? Chi te lo fa fare ogni giorno a scrivere questo Blog?

Argomentiamo sul motivo A: abbiamo scritto in epoca non sospetta che potrebbe essere probabile e conveniente per molti andare ad una proroga non istituzionale cioè non determinata da un atto formale. Ogni istante che ci avvicina alla data prevista (probabile) del 7 luglio e a quella successiva del 12, quando prima Camera e Senato dovrebbero eleggere i loro 4 rappresentanti in Cda Rai e dopo si dovrebbe convocare l’Assemblea degli azionisti dove il MEF dovrebbe comunicare il ticket prescelto (come?) per Ad e Presidente, per quanto sta avvenendo nel quadro politico, paradossalmente, si allontana la soluzione. Spieghiamo: sul M5S c’è poco da dire, sono sull’orlo di una crisi di nervi di difficilissima soluzione. È lecito supporre che la loro crisi si possa trascinare buona parte della compagine che sorregge Draghi. Il PD formalmente appare “sereno” ma sostanzialmente non lo è affatto. I segnali giunti con le primarie, al di la delle affermazioni d’ufficio, non sono stati per nulla incoraggianti e, per quanto valgono, i sondaggi sulle intenzioni di voto non dicono nulla di buono.  A destra…peggio mi sento. Le tensioni tra Salvini e Meloni con Berlusconi in finestra non danno segnali di fumo incoraggianti. Le grandi partite di fondo (elezioni amministrative, elezione del Capo dello Stato) sono tutte da giocare e, in questo momento, siamo solo alla campagna acquisti, più o meno come alla vigilia dell’inizio del campionato di calcio. Ognuno cerca di comprarsi i giocatori migliori e, se non può, cerca di impedire che li possa acquistare una squadra diretta concorrente. La Rai è un buon affare: metterci le mani ora e conquistare posizioni di vantaggio potrebbe convenire ma ogni contendente si trova nella medesima posizione: non può vincere e non può perdere. Non è uno “stallo” in senso tecnico ma gli somiglia molto. Per il momento, per quanto ogni giorno riusciamo a cogliere, leggere e sapere lo scenario ci porta a dire che manteniamo la scommessa sul rinvio delle nomine. Per questo chiediamo conforto con l’obolo: qualora perdessimo si prospetta la bancarotta. Orsù, abbiate cuore … a gentile richiesta forniamo l’IBAN.

L’argomento su motivo B) è più complesso. Ci sono tanti buoni motivi e il più semplice è perché ci divertiamo come matti e questo basta e avanza per giustificare il tempo dedicato a questo Blog. Raramente abbiamo avuto tante soddisfazioni e gratificazioni con così poco. Fa piacere sapere che tante, tante persone, ci leggono e ci seguono con attenzione. Ogni giorno, da oltre tre anni, lo vediamo la mattina presto che sono lì in attesa del Post quotidiano e sappiamo che anche loro ne traggono soddisfazione.

Bene, veniamo alle cose importanti. Anzitutto un aggiornamento su quanto abbiamo scritto ieri a proposito del soffietto su Bernabè scelto da Draghi come AD Rai. Dopo qualche iniziale verifica con lettori esperti, abbiamo convenuto che si trattava di una mezza bufala. Oggi, in verità, altri lettori ci suggeriscono di tenere in considerazione l’altra metà della bufala che forse potrebbe non essere tale. Beninteso, per chi frequenta mercati, fiere e luoghi di assembramento vario, sa bene che spesso si incontra una paranza di gentiluomini che organizza il gioco delle tre carte dove una vince e l’altra perde. Abbiamo scritto che Bernabè, dall’alto del suo CV e del suo nobile patrocinio di Draghi se ne potrebbe guardare bene da mettere le mani sui conti di Viale Mazzini anzitutto perché già li deve mettere in quelli dell’Ilva di Taranto che non sembrano poi proprio tanto migliori della Rai. Oggi c’è una novità: sta uscendo fuori che dalla drammatica situazione delle acciaierie pugliesi è meglio tenersene alla larga (ne parlerà diffusamente un dossier de L’Espresso di prossima pubblicazione) ed ecco allora che potrebbe venire meno un ostacolo sulla via di Damasco per il nobile boiardo chiamato a salvare il salvabile di Viale Mazzini. È solo un tassello di un puzzle molto, molto più complesso, però da tenere in debita considerazione. Ovviamente, tra i primi e più fervidi sostenitori di questo genere di ipotesi ci sono coloro del “… tanto decide Draghi e se ne fregherà dei partiti”. Questo ragionamento ci riporta al “motivo A”: in questo caso Draghi non potrà decidere da solo o, almeno, non potrà applicare lo schema secondo cui l’AD lo decide lui e lascia ai partiti la bega di indicare il Presidente. Non funzionerà così, come non ha funzionato nel passato. Vedremo.

Argomento di grande rilevanza riguarda Mediaset. Nei giorni scorsi si è svolto l’appuntamento finanziario più rilevante del Biscione e i dati che ne sono usciti fuori fanno indubbia impressione. Nonostante il Covid portano a casa utili come se fossero noccioline e investono cifre rilevanti in tecnologie e prodotti. Improponibile il confronto con Rai vista la natura diversa delle Aziende però difficile non tenerne conto: si tratta pur sempre dei due principali operatori broadcast nazionali ed è semplicemente evidente che se uno si rafforza l’altro si indebolisce anche se non necessariamente a spese dell’avversario.

A questo proposito, tornano utili due riflessioni che abbiamo proposto nei giorni scorsi: la prima si riferisce allo spot mandato in onda sul refarming delle frequenze (sbagliato, fuorviante e inopportuno) come se fosse una pubblicità di un detersivo per i piatti anche se era firmato Ministero dello Sviluppo Economico. Abbiamo sollevato il problema per Rai ma anche Mediaset lo ha mandato in onda. La differenza sostanziale è che per Rai è ingiustificabile, per Mediaset è comprensibile. La seconda riflessione, ben più grave, si riferisce alla minaccia neppure tanto velata perché contenuta nel PNNR, di tornare alla riscossione del canone Rai alla vecchia maniera, riproponendo lo scenario di evasione al 25% con perdita per le casse Rai di circa 300 mln di euro. Appare del tutto evidente che nell’immediato futuro ai telespettatori si porrà un problemino di non facile soluzione: dovendo “pagare” per un servizio (sport, intrattenimento forse pure informazione) dove è meglio indirizzare la propria scelta? Come abbiamo titolato: il nemico della Rai è alle porte e non sta solo a Bruxelles ma molto, molto più vicino.

Già, chi sono i nemici? Si tratta dei cosiddetti “poteri forti” che stanno lavorando in entrambe le vicende. Abbiamo la sensazione che però a Viale Mazzini qualcuno non se n’è accorto. Tanto, fra poco… tutti al mare.   

bloggorai@gmail.com

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