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Oggi ci sono argomenti importanti sui quali riflettere. Però
è una bella giornata di prima estate e, nel dubbio, ci prendiamo anche noi il debito tempo. Tra
l’altro, ha pure vinto l’Italia!
Intanto, prendiamo spunto dall’articolo di Carlo Tecce su L’Espresso in edicola questa settimana con il titolo “Tele .. senza visione”. Se avessimo potuto, avremmo scritto “senza visioni” al plurale. Già, perché il tema non è più la visione, ciò è possibile osservare non più tanto e solo sul classico teleschermo, il Televisore con la T maiuscola, quanto invece con tutti gli altri device oggi a disposizione dei “telespettatori” e pure questa una definizione che presto andrà rivista e aggiornata.
Il tema è, appunto, che non ci sono “visioni” su
ciò che è e dovrebbe essere il Servizio Pubblico della radiotelevisione, della
Rai. Nessuno è in grado di dire o anche solo immaginare come debba essere, chi
la dovrebbe governare, con quali risorse potrà essere finanziata e con quali obiettivi da raggiungere. Bene
che vada, con grande fortuna, in ordine sparso, si arriva ad immaginare una
proposta di riforma della sola governance con tanti auguri che possa vedere
qualche spiraglio di luce in questa legislatura. Per tutto il resto (risorse,
tecnologie e contenuti) tutto e tutti in ordine sparso… Qui, Quo e Qua oppure
Cip e Ciop. Ne riparleremo.
Bene, andiamo avanti. Nei giorni scorsi il prode Michele
Anzaldi, fonte di orticaria a qualche direttore di Viale Mazzini che ormai ne
soffre una sindrome acuta, ne ha buttata lì una delle sue che, in qualche modo,
ci trova concordi: vuoi vedere che tra il fosco e il losco le nomine dei nuovi
dirigenti Rai se ne vanno in cavalleria? Nel senso che il Parlamento, in primo
luogo, come vi abbiamo già scritto, non ha ancora calendarizzato le sedute per
le votazioni dei quatto nomi di sua competenza e, a ridosso, neanche il Governo
intende o può fare il passo di sua competenza. “E’ la politica .. bellezza!!!”
..sono i partiti che riportano la Chiesa al centro del Villaggio: i tecnici No
Pasaran!!! Come dargli torto?
Se non fosse per i colori, i profumi e il cinguettio degli
uccellini… ci sarebbe da prenderla a male. Il futuro, certe volte, diventa solo
un punto di vista.
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