mercoledì 9 giugno 2021

Rai: a che punto è la notte ?


Facciamo il punto su un argomento del quale ci siamo occupati da tempo, ormai da anni, tanto da sentirci talvolta accusare di essere ai limiti della monomania.

Prima però una doverosa osservazione: lunedì scorso si è svolta la consultazione tra i dipendenti Rai per eleggere i loro rappresentante  nel prossimo Cda. A quanto sembra, a parte Avvenire e Manifesto, nessuno si è accorto che è stato eletto Riccardo Laganà.  Sempre tutti gran segugi e retroscenisti, anticipatori di nomi e candidature variamente suggerite e, in questo caso, nemmeno una riga manco a pagarla??? Qualcosa non torna.

Il colore della notte è nero, esattamente come quello che potrebbero vedere milioni di italiani sul proprio teleschermo a partire dal prossimo settembre, quando avrà inizio la tappa successiva della road map per il rilascio delle frequenze in banda 700 MhZ. A che punto siamo, a poco meno di 100 giorni dall’avvio di questo delicatissimo passaggio per i broadcaster nazionali? Stiamo messi male, forse malissimo e, se non succede qualcosa di buono, le conseguenze potrebbero essere molto gravi.

Vediamo i punti fermi. 

1) Il percorso era noto e stabilito da molti anni e c’era tutto il tempo per attrezzare per tempo tutto il sistema, compresa la parte più delicata: la rottamazione dei vecchi apparati.

2) Secondo i dati comunicati da Confindustria Radio Tv, il numero delle famiglie italiane che potrebbero avere grandi difficoltà a settembre potrebbero essere intorno ai 7 milioni con circa 9 milioni di televisori da rottamare (su un totale di circa 21 milioni di famiglie secondo dati forniti dalla FUB). Se poi si considera il numero di televisori nelle seconde case i numeri salgono vertiginosamente.

3) A differenza della precedente transizione, i vantaggi dal punto di vista degli utenti non sono particolarmente significativi. Nel passaggio dall’analogico al digitale era facile sostenere la convenienza a dotarsi di un nuovo apparato per notevoli benefici in termini di qualità del segnale e numero di canali disponibili, in questo caso invece è molto più complesso.

4) La campagna di comunicazione “obbligatoria” che per primo il MISE avrebbe dovuto avviare non è partita con la dovuta energia ed enfasi. Non ci sono dati in proposito, ma è supponibile che la stragrande maggioranza dei telespettatori non sia sufficientemente informato di quanto potrà avvenire.

5) Il sostegno promesso per la rottamazione dei vecchi apparati (inizialmente di 50 euro con un limite ISSE di 20 mila euro ed ora rivisto a 100 euro senza limitazioni di fasce di reddito) si è impantanato nelle diverse ragionerie. Formalmente perché si tratta di provvedimenti diversi che si andrebbero a sovrapporre. Fatto sta che al momento non si sa nulla a riguardo.

6) E' difficile supporre che in piena estate le persone, dopo un faticoso anno di Covid, possano avere come prima preoccupazione la necessità di acquistare un nuovo televisore o un decoder.  

7) Gli operatori telefonici che hanno pagato miliardi di Euro per ottenere queste frequenze necessarie allo sviluppo del 5G non molleranno l’osso ed hanno gran fretta di portare a casa risultati.

Morale della favola: il calendario di attuazione della transizione al DVB-T2 è fortemente a rischio. Necessario dividere i due fronti: il primo è lato aziende, i broadcaster. Recentemente il CTO Rai, Stefano Ciccotti, ha dichiarato: “La RAI sta procedendo velocemente ad aggiornare le proprie reti digitali terrestri e saremo in grado di rispettare rigorosamente il calendario ministeriale”. Il problema è esattamente che il MISE non sembra in grado di rispettare questo calendario. Tanto per intenderci: sono in alto mare le procedure di assegnazione delle frequenze alle televisioni locali: si dovrebbero ancora concludere le relative gare per 18 aree ed è difficile supporre che questo possa avvenire in tempi ragionevolmente brevi.

Ecco perché la campagna di comunicazione verso gli utenti, vero buco nero di tutta questa operazione, non parte. Nessuno è in grado di affermare con relativa certezza che la data del primo settembre si potrà rispettare nei termini previsti o se invece, come alcuni paventano, si dovesse giocoforza andare ad un rinvio che potrebbe anche consistere in una rimodulazione dell’intero processo a data determinata: il 2022.  Il Governo, per bocca della sottosegretaria del MISE Anna Ascani, recentemente intervenuta ad un convegno promosso da D-Day, ha ribadito che si intende mantenere gli impegni. Necessario ricordare che con questo Governo, con gli obblighi presi in Europa, anche solo supporre uno slittamento seppure provvisorio della transizione sarebbe difficile da gestire, anche solo come immagine di efficienza laddove il PNNR di questo punto ne fa un modello virtuoso.

In conclusione: ci sono molte domande alle quali non si trova risposta e aumentano i punti interrogativi rispetto a quelli esclamativi. Come uscirne? Ferma restando la scadenza del 2022, potrebbe essere ragionevole individuare percorsi di transito graduali e modulabili come, ad esempio, lavorare sullo spegnimento di canali in MPG2 diversificato nel tempo, le soluzioni ci potrebbero essere. La sola soluzione che invece va indicata subito e in modo molto chiara è la comunicazione agli utenti: si deve sapere subito che questo appuntamento deve essere rispettato e che, prima o poi, i televisori dovranno essere rottamati.

Per quanto riguarda Rai poi c’è un preciso obbligo dettato dal Contratto di servizio che, all’art. 17, dispone “1. La Rai garantisce l'informazione al pubblico in ciascuna area tecnica nel corso dell’attuazione della tabella di marcia nazionale per la liberazione della banda 700MHz, utilizzando le emissioni televisive e radiofoniche e il web. Tale informazione dovrà essere fornita senza interruzioni fino a quando le attività non saranno ultimate in tutto il territorio nazionale”. E non si fa alcun riferimento alla campagna di comunicazione del MISE. Lo deve fare senza se e senza ma. Ognuno faccia la sua parte e se assuma le proprie responsabilità.

                                                                     bloggorai@gmail.com

1 commento:

  1. Perché non fare una grande campagna, con incentivi, a favore di Tivusat?

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