sabato 30 settembre 2023

RAI e Mediaset: a che punto è la notte?

Foto di Lukas Baumert da Pixabay

A che punto è la notte della RAI, del Servizio Pubblico ovvero soggetti diversi e distintamente intesi tra loro? E cosa succede tra RAI e Mediaset? Mah … in questi giorni c’è luna piena che, come noto, a qualcuno (il sottoscritto) causa qualche disturbo del sonno ma concede pure qualche vantaggio.

Alla fine dell’estate avevamo tracciato un quadro dei diversi campi di battaglia dove si sarebbe consumato il destino di Viale Mazzini cioè il Palazzo dove, in questo caso, si racchiudono e convivono i due soggetti. Le scaramucce sono iniziate, alcune palesi, molte altre occulte, altre ancora nella terra di mezzo. Nel senso che sembra più una guerra di guerriglia che uno scontro aperto. La più nota, e forse quella più rilevante, è quella sulla quale siamo più aggiornati cioè il Contratto di Servizio in Vigilanza RAI: il nemico è alle porte e martedì, alle 20, ci potrebbe essere lo sfondamento delle esigue e deboli barricate. E già, perché truppe eroiche pronte al sacrificio per difendere non tanto il Contratto e gli interessi la RAI ma la natura, l’essenza del Servizio Pubblico, sembrano essercene poche e quelle poche sono pragmatiche: “E’ la politica, l’arte del possibile non quello del desiderabile” ci dicono. Sottinteso: faremo il possibile ma fino ad un certo punto. Non solo: all’orizzonte non c’è un VII cavalleria pronto a venire in soccorso. Se si tratta di salvare il salvare il salvabile, si accetta tutto, perfino l’intendenza con il nemico dove, in cambio di qualche emendamento, si potrebbe accettare la resa sul primo fronte di battaglia. C’è ancora un filo di speranza. Vedremo.

Il fronte editoriale, segnatamente gli ascolti, sta andando maluccio per la nuova gestione Rai Destra. In ballo non c’è il successo delle persone, dei format o dei conduttori. In ballo ci sono tanti milioni di pubblicità che saltano, traballano e questo non fa dormire sonni tranquilli.  

Su questo fronte, oggi da segnalare con rilievo una interessante intervista a Carlo Freccero su La Verità (ne parleremo più avanti).

Il fronte canone, apparentemente, è silenzioso e questo per certi aspetti è più preoccupante di un clamoroso  progetto. Il gruppo di lavoro proposto dal ministro Giorgetti è, appunto, al lavoro e non si escludono sorprese. Da non dimenticare che il suo stesso partito, la Lega, ha presentato una proposta di Legge finalizzata alla sua riduzione progressiva.

Infine, da segnalare l’apertura ufficiala di un fronte di battaglia formalmente secondario ma sostanzialmente importante: è stata presentata la prima candidatura per il nuovo rappresentante dei dipendenti Rai in sostituzione del compianto Riccardo Laganà. Si tratta di Davide Di Pietro, vice presidente di RAI Bene comune – Indignerai, e segretario della sezione Snater della sede di Torino. Saranno gli elettori a decidere. Quello che intanto possiamo osservare che non si sono, al momento, palesate altre candidature. Pesa molto l’incognita di essere sottoposti ad una doppia votazione nell’arco di pochi mesi perché, comunque a metà del prossimo anno il Cda si rinnova e quindi non c’è tanta voglia di esporsi o bruciarsi. Certo è che chiunque sarà eletto dovrà entrare in un agone competitivo molto aspro: i prossimi mesi saranno molto duri e, se è vero anche solo la metà di quanto ci ha raccontato l’altro giorno l’Autorevole Dirigente Anonimo, lo scontro tra Sergio e Rossi potrebbe acuirsi e un voto a favore dell’uno o dell’altro cambierebbe non poco le carte in tavola. È verosimile supporre che i due guardino con molta, molta, attenzione cosa potrà succedere su questo fronte.

Bene, veniamo all’intervista di Freccero che merita di essere stampata (solitamente non lo facciamo) e conservata. Finalmente, ogni tanto, qualcuno prova a ragionare e proporre spunti di riflessione! Iniziamo dal titolo “La lotta al trash di Pier Silvio serve al salto europeo di Mediaset” e leggiamo qualche spunto: “Bene, c'è una tv prima della scomparsa del re Silvio e una tv dell'erede, Pier Silvio, che persegue un obiettivo: fare un network europeo di tv generaliste. Nel mondo non esiste un corrispettivo, ma è l'unica strada per reggere alla concorrenza delle piattaforme” … “Facciamo una previsione: l'erede vincerà la scommessa? Ce la farà, mentre la Rai si sposta a destra, a riequilibrare Mediaset a sinistra arruolando Berlinguer, Merlino e Littizzetto? «I due figli del primo matrimonio, Marina e Pier Silvio, hanno sempre anteposto l'azienda alla politica. Credo che a loro non interessi altro che il futuro di Mediaset. Che, per espandersi, deve esprimersi politicamente con la maggioranza europea”

Ecco un tema interessante: la nuova era della RAI di Destra coincide con la nuova era di Mediaset del dopo Berlusconi laddove la prima annaspa tra mille difficoltà, interne ed esterne, la seconda invece cerca una proiezione di mercato europeo anche in funzione di contrasto alle piattaforme. La prima ha in conti traballanti, la seconda ancora no. La prima gongola con la Faggiani che fa il 10% intervistando De Martino e Fabrizio Corona (personaggi della galassia Mediaset) o regala spot a Netflix e la seconda cambia pelle con un “politicamente corretto” in salsa europea e se ne guarda bene da fare regali alla concorrenza. La prima si sorregge con Villa Arzilla, la seconda strizza l’occhio ai “diversamente giovani”.

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