mercoledì 6 settembre 2023

Bum ... Bum ... iniziata la campagna d'autunno




I primi colpi di cannone della campagna d’autunno si sentono forti e chiari sui quattro fronti di battaglia: canone, ascolti, tecnologie e normazione (Contratto di servizio). L’abbiamo anticipata lo scorso 19 agosto. Oggi parliamo di ascolti.

Mediaset tracolla? Per salvarla basta che la Rai perda audience e pubblicità. Tranquilli.. sereni … andiamo con ordine. Mediaset non solo non tracolla ma, al momento, sembra godere di discreta salute. Ne consegue che non necessita di essere salvata a danno della RAI. Il “danno” della RAI poi non nasce oggi, tantomeno con il Governo di Destra. Sul fronte del calo progressivo degli ascolti il “danno” è iniziato da tempo, da anni. Però, però … il sillogismo reggeva allora e potrebbe reggere ancora oggi. Cioè? Di cosa si tratta? Bloggorai ha un archivio formidabile e oggi torna utile

Il titolo lo abbiamo ripreso da un articolo firmato Marco Travaglio del novembre 2007 che merita rileggere e al suo interno leggiamo: “L’ingegner Guido Possa, segretario particolare del Cavaliere, verbalizza in «report» che finiranno in mano al pool di Milano… «L’unica concreta azione possibile a breve è un accordo con la Rai: potrebbe ridurre i costi di 300-350 miliardi l’anno. È urgente intervenire nel processo di ridefinizione della struttura Rai, per far sì che le massime responsabilità siano assunte da veri manager (coi quali sarebbe più agevole raggiungere un buon accordo) e prega Roberto Spingardi (capo del personale Fininvest) di suggerirgli nominativi di persone papabili (congiuntamente a G. Letta)». Il padrone della Fininvest vuole scegliersi i capi della Rai. Imbottirla di manager «amici» perché «tengano bassa» la programmazione, dando fiato alle boccheggianti reti di Milano2. Nel ’93 la guerra dell’audience ha dissanguato le casse Fininvest… Così Berlusconi si fa avanti con Demattè e butta lì la proposta indecente: un accordo di cartello per spartirsi audience e pubblicità. Come annoterà il consigliere Paolo Murialdi, i rappresentanti delle due aziende discutono come «ridurre le spese degli acquisti e di produzione di Rai e Fininvest». Con tanti saluti al libero mercato, il Cavaliere pretende «una ripartizione dell’audience in parti uguali, nella misura del 45%». A vantaggio di Mediaset, che sta sotto la Rai: «All’epoca un punto di audience equivaleva 20 miliardi di introito pubblicitario»… Demattè rifiuta perché «era inaccettabile: un accordo di ferro per dividerci in partenza le quote di audience… Il 26 giugno, in gran segreto, riunisce ad Arcore i manager di Publitalia per esaminare il piano triennale di risanamento Rai elaborato da Demattè: aumenti automatici del canone legati al costo dei programmi trasmessi e crescita del 5% annuo del fatturato pubblicitario. Ma i manager Fininvest lo bocciano: se la Rai cresce ancora, il Biscione tracolla… Il nuovo vertice di Viale Mazzini è di stretta osservanza berlusconiana. Presidente Letizia Moratti, al Tg1 Carlo Rossella, al Tg2 Clemente Mimun, e così via. Qualche mese più tardi, cambio della guardia anche al vertice della Sipra: via Edoardo Giliberti, che nel ’93 ha aumentato il fatturato del 7% (contro l’1.5% di Publitalia), dentro Antonello Perricone, ex Publitalia. La presidente Moratti è stata chiara: «La Rai dev’essere complementare alla Fininvest». Dice Demattè: «Giliberti ha ottenuto risultati straordinari, ma non si sarebbe fatto corrompere». Giliberti conferma: «Era un accordo sull’audience che avrebbe inciso sulla pubblicità. Abbassare l’audience è facile: basta spostare i programmi pomeridiani in prima serata e viceversa. L’audience crolla nello spazio di un mattino»… Non c’è solo Parmalat, a trasferire i suoi spot dalla Rai alle reti Mediaset per compiacere il nuovo inquilino di Palazzo Chigi: nel 2001 Telecom ritira dalla Rai investimenti per 77,5 miliardi di lire, la Nestlè per 20, la Fiat per 9. Nel 2003 70 aziende distolgono i loro investimenti dalla stampa per girarli alle reti Mediaset, sottraendo 165 milioni di euro alla stampa e trasferendone un centinaio al Biscione. Secondo il Garante, i ricavi di Mediaset salgono dai 1497 milioni di euro del 1998 ai 2157 del 2004, mentre quelli della Rai salgono solo fino al 2000, poi si bloccano dal 2001 al 2003. Anche perché tra il 2002 e il 2003, grazie alla gestione Baldassarre-Saccà e alla cacciata di Biagi, Santoro e Luttazzi, la Rai ha perso la sfida -prima sempre vinta- del prime time, passando dal 47.6% di share (contro il 43 di Mediaset) a un misero 43.6% (contro il 46.4% di Mediaset). Uno crollo di 4 punti, talmente plateale da portare al «Raibaltone» del 2003, con l’arrivo del duo Annunziata-Cattaneo che recupererà qualche punto, portando i due colossi al pareggio”.

Perché abbiamo ripescato questo articolo? Semplice: perché ormai la perdita di ascolti Rai a favore di Mediaset (compreso il travaso generazionale) si sta progressivamente consolidando. Martedì scorso il Sole ha titolato “Tv, la difficile estate Rai Gli ascolti di Mediaset superano il servizio pubblico”. Oggi, il Fatto titola “Il Biscione fa il sorpasso estivo su una Rai debole L'ASSALTO DI PIER SILVIO Il primato nel daytime (la fascia dal mattino alla sera) l'addio al trash e più pluralismo”. Necessario ricordare che La stampa, il 13 ottobre del 2022, ha titolato “L’autunno caldo dell’audience. Viale Mazzini cola a picco… Mediaset e LA 7 godono”. Dal Sole leggiamo “…, tra giugno e agosto l'editore Mediaset ha avuto la meglio con una quota d'ascolto media del 37,5% in prima serata e del 37% nelle 24 ore. Per la Rai il dato è al 35,7%nel giorno medio e in prime time al 36,2 per cento… Non va meglio con un orizzonte temporale più ampio. Nel 2014 il Servizio Pubblico registrava 7,8 punti di vantaggio su Mediaset sia nel giorno medio sia nella prima serata. Ed è questa estate 2023, invece, la prima degli ultimi dieci anni che vede il prevalere di Cologno su Viale Mazzini. In termini di ascolto in dieci anni si è passati in prima serata da un vantaggio di 1,6 milioni di spettatori della Tv pubblica a un deficit di 142mila spettatori, con andamenti non lineari”. Vedi lo schema:


Da osservare la composizione del pubblico per età media: Mediaset stacca RAI in modo rilevante.

La battaglia è appena iniziata e non sarà una passeggiata.

bloggorai@gmail.com


 

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