martedì 26 settembre 2023

Luna nera sul cielo di Viale Mazzini


Nottambuli, sonnambuli, adoratori della luna, inguaribili giocatori di poker … tutti accomunati da un insolito destino: vigili testimoni delle ore notturne. Così, succede, che comodamente e pigramente sdraiati sul divano, con il telecomando del tv in mano, si fa zapping curiosando tra un canale e l’altro. Giocoforza, si inizia dai canali RAI dove, a tarda notte, su RAIUno e RAITre va in onda in simultanea Rai News24. come noto, si tratta di trasmissione solitamente dedicata a pochi intimi (Auditel ci dice che raccoglie mediamente  tra le 02.00 e 25.59 circa 450 mila telespettatori con uno share dello 0,54% pur occupando circa 200 giornalisti e un budget di qualche centinaio di milioni). Bene, alle 02.34 precisi minuti va in onda una specie di "speciale" dedicato alla prossima trasmissione su Vasco Rossi realizzata da Netflix ovvero un gentile omaggio promozionale ad un diretto concorrente RAI che, supponiamo, essendo redazionale giornalistico non ha incassato un soldo di solida e concreta pubblicità. Nulla di nuovo, intendiamoci, già nel passato ne abbiamo visti spesso e volentieri di gentili omaggi alla concorrenza, quale che essa sia. Però, ora siamo in presenza di una fenomeno relativamente nuovo: la crisi di ascolti RAI rispetto alla concorrenza.

Bene, allora poniamo un problemino: in epoca di risorse sempre più ristrette e incerte, quando costa la perdita di telespettatori che la RAI sta vivendo da qualche tempo a questa parte? Quanta pubblicità in meno entra nelle casse di Viale Mazzini? Quale è la prospettiva che si intravvede e cosa stanno immaginando gli strateghi del Servizio Pubblico per fronteggiare questa situazione? Cominciamo con il ricordare un famoso articolo di Marco Travaglio del 2007 quando un suo lungo e dettagliato racconto sui rapporti incestuosi tra Rai e Mediaset venne titolato: “Mediaset tracolla? Per salvarla basta che la RAI perda audience e pubblicità”. Veniamo a qualche titolo recente: La Stampa ad ottobre dello scorso anno “L’autunno caldo dell’audience, Viale Mazzini cola a picco, Mediaset e La/7 godono” e pochi mesi dopo “Fuga dalla Tv”; Italia Oggi “Auditel, Mediaset supera la RAI” e pochi giorni addietro il Sole 24 Ore con “Tv, la difficile estate Rai e gli ascolti di Mediaset sopra il servizio pubblico”.

Ora, evidente, il presupposto del titolo di Travaglio è cambiato in meglio per Mediaset che non tracolla affatto ma sembra godere di buona salute mentre invece il corollario del titolo sembra quanto mai attuale. Chi ne beneficia della perdita di ascolti RAI? Auditel è “democratico” e distribuisce i suoi favori un po’ a tutte le altre emittenti, analogiche o digitali. Una cosa alla volta. Da tempo ricorre una domanda: quanto vale commercialmente, in soldoni, un punto di share televisivo? Difficile trovare una risposta, specie se si pone questa domanda in casa RAI Pubblicità. Però, il formidabile archivio di Bloggorai, al solito ci aiuta. Abbiamo trovato una specie di glossario pubblicato da La Stampa nel 2010, a firma Alessandra Comazzi dove si legge “Ascolti televisivi, tutti i segreti di share e Auditel - Il tg di Enrico Mentana aumenta gli ascolti, quelli che decidono gli investimenti pubblicitari. Quanto vale un punto di share? Vale, in media e per un anno, 13 i milioni di euro. Diciamo dai dieci ai 15, dipende dalla situazione economica e dalle scelte dei network, dal «peso specifico» di ogni emittente. Lo share dei singoli programmi contribuisce a determinare lo share medio della rete. Che è quello valutabile nei 13 milioni di media. I telegiornali vengono considerati? Certo, pure l’ascolto dei tg va a far media con la rete. Per questo sono sempre importanti il traino o la spinta, quello che viene prima o quello che viene dopo. «Vengo dopo il tg», come cantava Arbore. Il pacchetto si acquista in blocco”. 

Vogliamo supporre che dopo oltre 13 anni le valutazioni possano essere diverse? Si, è ragionevole e allora è necessario ipotizzare che il valore media sia cresciuto in modo rilevante. Inoltre, da allora, obbligatorio osservare chela torta del mercato pubblicitario si è notevolmente ridotta insieme a tutta la platea televisiva dove, peraltro , la composizione per fasce di età determina in modo significativo il suo “spessore” economico. In altri termini, semplificando, le prospettive per RAI su questo fronte cominciano ad essere vivamente preoccupanti mentre non si avvertono segnali di inversione di rotta.

Dunque, come abbiamo scritto spesso e volentieri, i campii di battaglia sui quali è impegnata la RAI sono cruenti dove non si faranno prigionieri. Mediaset, è verosimile, non perderà l’occasione per affondare i colpi e questo inizio di stagione lo lascia chiaramente intravedere. Gli altri non sono da meno e non saranno alla finestra ad assistere inermi, anzi. Si da il caso però che si avverte, dentro Viale Mazzini, e non solo da stanotte (Fazio docet) qualcosa che somiglia sempre più ad “intelligenza con il nemico” come, appunto quanto vi abbiamo citato sullo spottone gratuito a Netflix su RaiNews24 (già: quanto vale on temini pubblcitari?). Ma, attenzione, non è solo “intelligenza” editoriale o pubblicitaria: come è noto c’è un vistoso fenomeno di “intelligenza politica” con il Governo ben più grave. Come è noto, è in corso il più importante dibattito sul futuro democratico del nostro Paese con la proposta di riforma costituzionale e avere la Rai al proprio fianco su questo terreno per Meloni&C non è irrilevante. Ne parleremo ancora.

bloggorai@gmail.com

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