Poi: “saltare la RAI”??? La RAI “salterà” da sola, purtroppo.
Lo scetticismo dilaga. Salterà per motivi economici, editoriali, tecnologici e
non ultimi normativi. Salterà per motivi esterni ma anche interni. Le prossime
elezioni del rappresentante dei dipendenti in sostituzione di Laganà potrebbero
far saltare il tappo di una bottiglia di vino che ormai ha preso di spunto. Non
ci ripetiamo: ne abbiamo scritto tante volte.
Bene, i commenti e le osservazioni di molte lettrici e lettori,
ci inducono a precisare e fissare bene alcuni punti sul nuovo Contratto di
Servizio.
Punto politico. A - Il Cds è il documento che, insieme
alla Convenzione, determinano sostanzialmente la gestione e le prospettive dell’Azienda.
Che siano applicati o meno è altro discorso: la legge prescrive che sia vietato
rubare bicilette, ma il fatto che ci siano ladri di velocipedi non può far
sostenere che la legge sia inutile. Il problema è gestire e fare rispettare gli
accordi. B – questo Contratto
specificamente, è il frutto marcio di un albero malato: nasce segreto e vorrebbe
morire presto riservato. Non c’è stata una parvenza di dibattito pubblico.
NULLA: dal 2 luglio quando è stato reso noto non abbiamo letto nulla, nulla. Già
solo questo aspetto rende il Contratto meritevole di essere ritardato dalla
Vigilanza alle calende greche. Tanto, come successo più volte anche in passato,
non succede assolutamente nulla, la RAI funziona lo stesso, purtroppo. Se poi, come alcuni ci hanno suggerito,
esiste un “piano politico” di accordi che non conosciamo, questo è altro ragionamento
sul quale, per ora, ci asteniamo da valutare.
Punto normativo. Lo ribadiamo chiaro e forte dopo
ulteriore verifica: la presunta scadenza del 30 settembre NON la prescrive
nessuna legge, in nessun atto con forza di legge si trova mai una data di scadenza che posa poi essere prorogata.. Il solo riferimento, usato in modo strumentale, è il
famigerato Decreto Milleproroghe del dicembre 2022 dove pure il verbo
utilizzato è esattamente “posticipare” un termine di scadenza che non ha altro
riferimento precedente, si tratta di una pura invenzione. Si può posticipare solo ciò che
è noto, una data, una scadenza. Al contrario, il Contratto tutt’ora in vigore
ha un suo termine intrinseco molto chiaro e ben definito che non prevede date di sorta e si legge chiaramente
nell’art. 30: “Efficacia, adeguamento e scadenza 1. Gli effetti del presente
Contratto, che ha durata quinquennale, decorrono dal giorno successivo alla sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Fino alla
data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del successivo Contratto, i
rapporti tra la Rai e il Ministero restano regolati dalle disposizioni del
presente Contratto”. Punto e non ci dovrebbe essere altro da aggiungere se
non una nota fondamentale: non esiste al mondo atto normativo o legge che dir
si voglia che possa avere effetti retroattivi. L’attuale Contratto è stato
sottoscritto nel 2018 e non ci potrà mai essere nulla che possa intervenire
nella sua composizione in grado di modificare i termini fondamentali del
Contratto stesso e la scadenza, appunto, lo è in modo assoluto.
Comunque, speriamo che il tempo possa giocare a favore di un rinvio del parere della Vigilanza. I lavori dovrebbero riprendere il 14 settembre e si dovranno fare ancora molte audizioni (per primi i sindacati interni). Poi, c’è una voce che avrebbe titolo e merito ad essere audita: il nuovo rappresentante dei dipendenti che si dovrà eleggere. Riccardo Laganà in Cda ha votato contro la bozza di contratto attuale. Bloggorai non lo dimentica.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento