A – il Contratto di Servizio deve essere allineato con le altre norme da cui deriva: la Legge, la Concessione (e relativa Convenzione) e le linee guida AgCom.
B – Chi e come si controlla l’applicazione del Contratto, definito il “libro dei sogni”?
C – non si dovrebbe fare un contratto che supera
la nuova Concessione (“… e se poi la Concessione venisse affidata ad un altro’ …
al più tardi dovrebbe durare fino ad aprile 2027 …”)
D - la Concessione prevede una consultazione dove inserire le domande della Collettività
E – perché gli obblighi
specifici (ex art. 25 precedente contratto) sono inseriti nell’allegato 1 (“..
è la prima volta che succede ..”) ?
F – istituire un meccanismo di controllo annuale sullo stato di attuazione del Contratto, rimettere in gioco l’AgCom
G – definizione RAI
del futuro che si presta ad equivoci: Digital Media Company solitamente si riferisce ad
operatori privati, commerciali
H – rapporto tra obblighi e risorse assegnate (meccanismo di finanziamento)
I – gli interessi del Ministero non sono gli stessi del Parlamento
L – il Contratto è stato “secretato” mentre dovrebbe essere pubblico e trasparente.
M – la Vigilanza è l’unica sede di rappresentanza della comunità e questi documenti sono al suo servizio.
Per quanto abbiamo scritto più volte, concordiamo per larga parte su quanto sostenuto da Zaccaria. In particolare su due punti centrali: in primissimo piano il tema dell’Allegato 1 fuori dal Contratto stesso dove non si prevede nemmeno la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e poi la definizione di Digital Media Company (che non ha simili in Europa) non solo equivoca ma indirizzata a definire un ruolo del Servizio Pubblico del tutto estraneo alla sua natura.
Rimante sintonizzati, più tardi potrebbe esserci un nuovo Post.
bloggorai@gmail.com
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