venerdì 22 settembre 2023

RAI: strade diverse


Basta! Quello che dovevamo dire lo abbiamo detto e quello che dovevamo scrivere lo abbiamo scritto. Invitiamo caldamente le lettrici e i lettori di Bloggorai che ancora non lo hanno fatto di rileggere il Post di ieri. Ora, ognuno per se. Noi proseguiremo sulla stessa strada che abbiamo preso oltre 5 anni addietro. Non cambia nulla: prendiamo atto di quello che vediamo e sappiamo e su questo ragioniamo.

Vorremmo chiudere il capitolo sul passaggio in Vigilanza del Contratto di servizio ancora con una notazione generale che avevamo appena accennato ma che merita invece di essere meglio precisata. Si tratta della frase contenuta nell’art.3,A, dell'attuale Contratto dove si legge che la RAI articola la proprio offerta in relazione“… alla promozione della conoscenza della Costituzione e del Trattato dell’Unione Europea, alla diffusione e promozione della cultura della legalità”. Nel nuovo testo, rielaborato dai relatori Nicita (PD) e Lupi (NM) e ancora non completato dagli oltre 400 emendamenti presentati, questa frase è stata sostituita, nell’art.2.2 (Principi generali e obiettivi dell’offerta di servizio pubblico) con “L’offerta di servizio pubblico deve essere improntata ai valori costituzionali e ai principi di imparzialità, indipendenza, pluralismo, completezza, correttezza,  obiettività, legalità …”

Non sembra proprio la stessa cosa: c’è una grande differenza tra lo scrivere “… promozione e conoscenza della Costituzione e della cultura della legalità” e “ … improntata ai valori costituzionali e ai principi di legalità”.  C’è una bella differenza tra la Costituzione e i valori costituzionali come pure c’è una bella differenza tra la frase “..cultura della legalità” e generico principio di “legalità”. Ci sembrano due approcci sostanzialmente diversi: con il primo si evidenzia una visione della Costituzione che, nel suo insieme, forma e determina con vincoli precisi (obblighi) il corpo centrale della vista sociale e politica del Paese. Con il secondo invece traspare un valore relativo dei “principi costituzionali” e di generica “legalità” non bene identificati e quindi suscettibili di interpretazioni potenzialmente arbitrarie. Nota bene: questo argomento è stato sollevato da una nota dell’Usigrai già dallo scorso luglio in Vigilanza RAI quando è stato scritto “…la sorpresa del sindacato dei giornalisti nel non leggere nel testo alcun richiamo alla Costituzione Italiana…”.

Torniamo e chiudiamo a quanto scritto ieri: c’è solo un emendamento centrale e assoluto sul quale i parlamentari dovranno votare si o no: abolire l’allegato 1 (ex obblighi specifici del precedente Contratto) e far rientrare tutto nel nuovo testo. Tutto il resto è materia interessante ma subordinata e irrilevante in un documento che senza obblighi specifici NON è più un Contratto ma un “parere” appunto “obbligatorio e non vincolante” ovvero … il Governo potrà farne ciò che vuole. Non è un caso che si NON si vorrebbe  pubblicare l’Allegato 1 in Gazzetta Ufficiale: la GU non è il gazzettino del circolo di Roccacannuccia ma il repertorio delle leggi e dei Contratti aventi forza di Legge.

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