mercoledì 13 settembre 2023

RAI: fischia il vento .. infuria la bufera...


Chi legge Bloggorai non si annoia mai !

Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare
Così solita e banale come tante
Che non merita nemmeno due colonne su un giornale
O una musica o parole un po' rimate
Che non merita nemmeno l'attenzione della gente
Quante cose più importanti hanno da fare
Se tu te la sei voluta, a loro non importa niente
Te l'avevan detto che finivi male

Lo giuro! Per la prossima vita mi impegnerò a fare l’aruspice, il chiromante, lo sciamano, il lettore di fondi di caffè e sarò molto felice. Questa mattina, care lettrici e cari lettori, se ne avete voglia, prendetevi 5 minuti, mettetevi comodi ma non prendete un caffè … meglio una camomilla.

Tutto già scritto, tutto già noto e raccontato da Bloggorai giorno per giorno. Iniziamo questa piccola storia ignobile dalla fine, ovvero con una notizia che forse non ha avuto il risalto che merita.

Ieri pomeriggio alle 15.09 Radiocor lancia un titolo: “Teatro San Carlo: Tribunale di Napoli ordina reintegro di Lissner” con effetto immediato. Riavvolgiamo il nastro. Luglio 2021: il Governo Draghi nomina Carlo Fuortes e Marinella Soldi come AD e presidente Rai. non passano che pochi giorni e si lanciano subito nell’intemerata avventura di adottare un Piano industriale farlocco (frutto della consiliatura precedente) e della conseguente scellerata “riforma per generi”. Tant’è che sembrano tutti, sembrano, felici e contenti. Ma il nemico è alle porte e si appresta all’assedio di Viale Mazzini. L’anno successivo la destra vince le elezioni ed inizia un martellante e incessante tambureggiare sulla presa della Bastiglia: le cannonate portano il messaggio con via Fuortes e dentro Sergio e Rossi. Per mesi e mesi ogni giorno si legge che la Meloni vuole così e così sarà senza che nessuno si leghi al cavallo di Viale Mazzini per protestare. 

Il Cda RAI assiste inerme ad un ignobile balletto con Fuortes si o Fuortes no. Ad un certo punto lui dice pure, il 12 maggio scorso che “Non sono disponibile ad andare al San Carlo”. Ma la cosa non finisce lì, anzi si aggrava perché la Meloni vuole quel posto per Sergio e Rossi a tutti costi. Il costo più elevato viene pagato con un DL ingiusto e ingiustificabile: Mattarella controfirma un Decreto dove i necessari requisiti di necessità e urgenza previsti dalla Costituzione ancora li stiamo cercando. Tant’è che il Decreto autorizza la rimozione di Lissner dal San Carlo e Fuortes, a quel punto, fa marcia indietro e accetta. Tanto, chissà, magari nessuno se ne accorge. Invece no…al momento, in attesa del giudice di merito, la storia potrebbe finire male per tutti, tutti, compresi coloro che ora fanno finta di dimenticare come è andata la tarantella, compresa la sottospecie di storia forse altrettanto difficile da sopportare della nomina di Rossi come Direttore Generale per quanto le Legge 220 del 2015 aveva abolito questa figura poi resuscitata senza che quasi nessuno battesse ciglio (solo la consigliera Bria del PD lo ha fatto). Non solo, la nomina di Rossi è stata annunciata con mesi  in anticipo senza nessun criterio di selezione se non quello della fiducia della Meloni, alla faccia di qualsiasi buonsenso e nell’indifferenza dei molti (che magari hanno pure commentato “… però, a differenza di altri, è bravo”).

Bene, lo avevamo detto, la campagna d’autunno per la Rai sarà feroce e non si faranno prigionieri. Andiamo avanti, ovvero indietro ancora e chiudiamo il capitolo con altra storia edificante: la nomina della Soldi alla BBC. Ieri abbiamo saputo il suo compenso: 33 mila sterline (pochine per tanta gloria …cmq .. va benissimo). Ora però, già che si trova da quelle parti già dalla prossima settimana, e visto che noi siamo in pieno dibattito sul prossimo Contrato di servizio, potrebbe gentilmente chiedere ai suoi colleghi BBC di chiarire un paio di aspetti del nuovo Contratto alquanto “problematici”: i famigerati KPI e la “Digital Media Company” dove, in particolare ci interessa sapere la differenza tra questa formulazione come si legge all’art.3 e quella che prevede il “Public” prima di “Digital Media Company” poiché la differenza concettuale potrebbe essere assai rilevante.

Già che ci siamo, torniamo al Contratto di Servizio. Stanno arrivando gli emendamenti ma c’è un solo, unico e grande emendamento che comanda su tutti e sul quale non riusciamo a vedere convergenza tale da far immaginare che ci possa essere l’unanimità sperata da alcuni: abolire l’Allegato 1 far rientrare direttamente gli “obblighi specifici” all’interno del Contrato stesso, senza i quali, difficile parlare di Contratto per sembrare ancora di meno di quanto lo ha definito Roberto Zaccaria nella sua recente audizione in Vigilanza RAI: “un libro dei sogni”. Tutti gli emendamenti noti sono buoni, utili e necessari ma se l’impalcatura, l’architettura del Contratto è fragile e palesemente ambigua nelle sue finalità (lo abbiamo scritto chiaro e tondo, si avverte forte e chiara l’ombra di qualcosa di diverso dal Servizio Pubblico per come lo abbiamo inteso finora). Un Contratto è tale se le parti che lo sottoscrivono si impegnano ad adempiere le prestazioni richieste altrimenti è un accordo amichevole, una stretta di mano al bar dello Sport.   

Chiudiamo con una nota a margine: le vicende della famiglia Berlusconi potrebbero riportare presto a far riemergere il tema di RAI Way: nei giorni scorsi abbiamo letto che “Rai Way, l’integrazione con Ei Towers si farà I vertici di Rai Way hanno ribadito che il merger con Ei Towers resta industrialmente valido”. Attenzione: il Governo ha bisogno di soldi.

bloggorai@gmail.com

ps: la Repubblica oggi titola “Rai, flop al debutto dei nuovi palinsesti. Ed è fuga di spettatori dai telegiornali. Crollo di spettatori per tg e programmi della Rai sovranista”.

 

 

     

 

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