mercoledì 27 settembre 2023

RAI: con l'opposizione all'acqua di rosa, questo Governo vincerà sempre



Oggi a Bloggorai fumano le narici … la tastiera ribolle … la voglia di sfasciare il pc e gettare il cellulare dalla finestra è tanta. Ieri sera abbiamo visto qualche frammento di RAI. Il mal di pancia si fa acuto. Ne parleremo.

Premessa: la Storia, qualche volta, è in grado di esprimersi con frasi tonanti, potenti, di quelle che si incidono con il ferro e con il fuoco sul granito di Assuan. La Storia, con la S maiuscola, qualche volta, è in grado di rappresentare un momento, un istante, una sintesi di se stessa con immagini e persone che rimangono incise nella memoria, laddove emergono per poi essere raccontate ai figli e nipoti. La Storia, qualche volta, sempre quella con la S maiuscola, ci prende per mano, delicatamente o violentemente a seconda delle circostanze ci conduce sui sentieri della pace o della guerra per metterci in grado ed esporci meglio a comprendere il presente e il futuro che ci attende.

Perché la Storia ci tormenta e cosa ci viene in mente questa mattina per evocarla con tanta tensione? Lo ammettiamo: siamo leggermente, una puntina, tanticchio incavolati neri. Perché e con chi? Il perché è generico e facile da indovinare: ogni giorno che Dio manda in terra siamo costretti a sorbirci le nefandezze di questo Governo e, allo stessa tempo, dover constatare con tristezza l’assenza di una opposizione degna di questo nome. A proposito di Storia, ricordate la famosa invettiva di Nanni Moretti a Piazza Navona del febbraio 2002: “È stata una serata inutile, con questi dirigenti non vinceremo mai. Ci vorranno generazioni prima che il centrosinistra torni a vincere”. Un Profeta, una frase che regge ancora benissimo l’usura del tempo. Anzi, per certi aspetti, si è pure aggravata.

Ecco il motivo, in questo momento, di tanta irritazione che questa mattina torna in modo particolare.

Oggi, in particolare, siamo alquanto “divertiti” nel leggere una punta di diamante del fronte democratico, progressista e innovatore che si lancia con veemenza inaudita, quasi con ferocia sanguinaria, contro le scempiaggini sul nuovo Contratto di Servizio. Leggiamo sul Manifesto, a firma Vincenzo Vita, un articolo titolato “Rai, un contratto di servizio dio patria e famiglia”. Il Governo e i suoi ministri più coinvolti hanno tremato leggendolo. La Meloni, chissà, potrebbe avere avuto uno stranguglione mentre a Viale Mazzini hanno convocato una riunione di emergenza del Comitato Strategico.

Ora, come si dice, benvenuti a bordo, buongiorno bellezza. Di questo argomento si sa tutto da mesi, quasi da un anno, ed è passato pressoché inosservato, sottotraccia, silenziato e nascosto con  buona pace di quasi tutti, più tutti che quasi. Questi quasi tutti, compreso l’autore dell’articolo, se ne sono guardati bene dallo studiare già dai primi di luglio il testo completo del nuovo Contratto sul quale c’èra abbondanza di argomenti per sparare a palle incatenate e scatenare l’inferno almeno per aprire il dibattito, rendere pubblici i suoi contenuti più nefasti. Silenzio. Tutti muti.

La presunta opposizione, il l2 agosto scorso, è stata capace invece di fare un guazzabuglio che da solo basta la metà per far scoraggiare ogni ipotesi di creare qualche fastidio a Meloni &C. Ricordate bene: quel giorno è successo che Repubblica titola “La riforma RAI targata PD. Serve il modello BBC per fermare la lottizzazione” (ora ci penserà la Soldi a farci sapere come si potrà fare). Nel mentre che a Montecitorio veniva indetta una conferenza stampa per ri/presentare una proposta di legge ammuffita nei cassetti. Una proposta di riforma RAI, semplicemente, NON esiste se non quelle, anch’esse ammuffite nei cassetti, presentate nelle precedenti legislature. Nel frattempo, su come stava procedendo l’iter in Vigilanza e le relative audizioni, silenzio tombale. Eppure, ce ne sono state almeno due di particolare importanza: la prima del presidente AgCom, Giacomo Lasorella, che ha lasciato agli atti un documento formidabile e la seconda quella di Roberto Zaccaria dove ha posto paletti difficilmente eludibili.  

È passato tutto invece come acqua fresca ciò che riguarda l’architettura fondamentale di questo Contratto, il suo senso generale, la sua filosofia, la sua missione e visione del Servizio Pubblico che disegna per il prossimo futuro. Che non è buono, anzi è minaccioso e pericoloso. Certo, poi ci sono gli emendamenti correttivi, quelli che modificano qua e là storture e “sgrammaticature” inaccettabili. Però, la buona sostanza, i fondamentali, corrono seriamene i rischio di essere compromessi. Ne abbiamo già scritto sull’Emendamento n. 1 (Vita lo definisce semplicemente “svarione”), quello che regge tutto il Contratto: se non passa quello del M5S (dove si dice che l’Allegato 1 deve essere cancellato in ogni parte e deve diventare un articolo specifico) a differenza di  quello del PD, rivisto e annacquato al profumo di rosa, tutto il resto è subordinato, quasi irrilevante.

Se Pd e M5S non riescono a convergere su questo punto, la frittata è fatta e non ci saranno speranze. Hai voglia poi a strepitare sul Governo della Destra a Viale Mazzini o la Meloni che si impadronisce del Servizio Pubblico. Con questa opposizione vinceranno facile.

bloggorai@gmail.com

ps: il mal di pancia si riferisce, in particolare, alla trasmissione di RAI Due, le Belve e all'aver sentito, anche a  RadioRAI, l'ennesimo spot promozionale a Netflix


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