mercoledì 1 febbraio 2023

Rai: "...Siamo fuori di testa, ma diversi da loro ..."

Il fondo di un barile senza fondo. E cosa c’è dentro? Cosa mai potrà contenere il fondo di un barile senza fondo se è privo di un fondo che possa contenere qualcosa? Ma il fondo di un barile senza fondo è un barile? E se il fondo di un barile senza fondo dovesse mai essere diverso da un barile. Ovvero un oggetto con altro nome, utilizzo e significato? Un barile, teoricamente, è composto da un tappo, una parete circolare e un fondo. Lasciamo il tappo, non si sa mai, lo si può riutilizzare. Lasciamo pure le pareti perché altrimenti sarebbe un vuoto, cioè un non oggetto. Rimane il fondo e se togliamo pure quello rimane solo il tappo. Conclusione: il barile è, o potrebbe essere, solo un tappo. 

La Rai, metaforicamente parlando, è solo un tappo o un barile senza fondo?

Questa mattina forse al posto del caffè potremmo avere utilizzata un altro tipo di polvere che potrebbe dare effetti indesiderati. Però, in verità, è da lunedì scorso, al termine del Cda, che stiamo avvertendo strane visioni. Per buona parte ve le abbiamo scritte con le mezze verità. Per altra parte le avvertiamo questa mattina, dopo aver letto i giornali, si stanno aggiungendo bizzarre e anomale immagini e suggestioni.

La prima visione è ancora relativa al voto sul budget e va bene (anzi va malissimo). Siamo in attesa di sapere su cosa è avvenuta l’approvazione di un bilancio con 3 si, 1 no, due assenti e un boh. La seconda visione è quella sulla vicenda Zelensky a Sanremo. E, giunti a questo punto, cominciamo ad avere dubbi se pure il caffè che distribuiscono a Viale Mazzini possa contenere sostanze anomale.

La domanda esiziale è molto semplice: perché tanto timore non tanto per la messa in onda del messaggio quanto più per il suo contenuto ancora sconosciuto? Cosa mai potrà dire di tanto minaccioso più di quanto sia già noto? Che Zelensky possa e debba andare in onda se ne può discutere o meno sull’opportunità ma, tutto sommato, potrebbe avere il “loro” perché (la maggioranza degli italiani che è contrario all’invio di armi in Ucraina potrebbe pensarla diversamente). Ma non convince questo accanimento su ciò che dirà a tal punto da essere sottoposto a visione preventiva, come se fosse lecito il timore che potesse “sfuggire” qualche battuta. Il dubbio, forse, è lecito.

Il Cda chiede a Coletta di visionare i due minuti di video del leader ucraino? Che senso ha? Visto che è registrato, potevano visionarlo loro? O no? Perchè delegarlo a Coletta? Possibile che non sia ancora arrivato e che venga registrato la sera stessa: qualora fosse che qualcosa vada storto, non ci sarebbe molto tempo per intervenire e allora? Poi: perché incaricare della visione il Coletta della situazione e non Vespa che ne è stato mentore, curatore e mediatore dell’iniziativa? Come tutti questa mattina sulla carta stampata rilevano: e se il Coletta dovesse avvertire segnali di guerra eccessivi che fa? Chiama Fuortes che poi chiama il Cda e tutti insieme chiamano prima Tajani che poi a sua volta chiama la Meloni e poi , tutti insieme, si incontrano e decidono se tagliare o meno?  E cosa taglierebbero? Una parola, frase, un passaggio? E poi che farebbero: lo rimandano a Zelensky per una sua necessaria approvazione? Ma poi: nei giorni scorsi si era letto che la decisione era stata presa informando “i più alti livelli” e se è così, di fatto è stato già deciso e perché allora visionare prima  e cosa? Cosa mai potrà dire Zelensky più di quanto non dice tutti i giorni a reti unificate mondiali?

Come potranno uscirne? Le possibilità ci sono e sono semplici: il leader ucraino rinuncia a Sanremo (così nessuno rompe più le scatole con la guerra spettacolarizzata) e la Rai, in cambio, alle 20 propone a reti unificate un discorso di Zelensky alla Nazione (non al Paese) per un minuto senza controllo preventivo e vada come vada (incrociamo le dita). Oppure: non far sapere a nessuno che il “messaggio” ovvero il file (non la cassetta Beta, roba di altri tempi) è stato “danneggiato” durante il download. Si chiede scusa istituzionale e si rinvia al prossimo Sanremo (con la speranza che la guerra sia finita). Oppure, forse la soluzione più semplice: Zelensky manda a Sanremo un suo fiduciario, si chiude in una stanza con Coletta e insieme concordano un testo. Proviamo ad immaginare: Coletta telefona a Fuortes “Carletto, tutto ok!!!” e poi Fuortes chiama prima tutto il Cda “Ragazzi… tutto ok !!!”. Dopo di che, chiama la Meloni: “Giorgia… tutto ok!!!”. Infine, la Meloni, rassicurata, chiama Zelensky: “Volodimir… tutto ok … Amadeus ti aspetta con gioia”.

Torniamo al quesito iniziale: ma un barile senza fondo è un barile?

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