martedì 7 febbraio 2023

La certezza assoluta e relativa delle "storie" Rai


Nessuno saprà mai con assoluta o relativa certezza come sono andate effettivamente le trattative per il “messaggio” di Zelensky a Sanremo. Ognuno la racconta come la vuole raccontare ed è difficilissimo districarsi tra le tante interpretazioni possibili. Ci possiamo, e dobbiamo, attenere, solo a ciò che è pubblico.

Intanto vi riferiamo quello che abbiamo “raccolto”.

1. Sappiamo per certo che la storia inizia con Vespa che incontra il leader Ucraino e sappiamo che in quella occasione uno dei due solleva l’ipotesi Sanremo. Chi ha chiesto cosa è il primo mistero. Da allora in poi tutta la vicenda si complica assai e termina come è noto: Amadeus leggerà il “romantico “ messaggio di Zelensky. A questo punto resta solo da decifrare, ora per allora, cosa questo può significare. Proviamo a buttare giù qualche ipotesi.

A. La più facile: Vespa ha preso un granchio … e gli è sfuggito di mano. Voleva fare il colpaccio rafforzare la sua posizione verso la Meloni e spingere verso la “sua” striscia post Tg1 alle 20.30. In accordo con Fuortes o da solo? Ci dicono: “Verosimile supporre che ci possa essere stata triangolazione tra Palazzo Chigi, Viale Mazzini e Vespa”. Nessuno tra i tre, in questo specifico aspetto, ha forza sufficiente per muoversi da solo. Errare è umano.

B. Leggermente più complessa: Vespa ha preso un granchio … e glielo hanno “fatto sfuggire” dalle mani. Il personaggio, è noto, non sembra godere di grandi simpatie anzitutto dentro (e forse anche fuori) la Rai. Fare uno sgambetto a lui e a chi lo accompagna (dentro e fuori la Rai) è un bel dire e ragionare.

C. Tantinello “diplomatica”: a Kiev sanno di giocare una partita molto delicata su questo fronte e con riguardo al nostro Paese. Sanno bene che il Governo in carica è certo solidale con l’Ucraina ma … ma … ma … e sanno pure benissimo che l’opinione pubblica italiana (e Vespa forse potrebbe averlo ricordato, grazie proprio ad un suo sondaggio) non fa i salti di gioia quando si parla di inviare altre armi. E, inoltre, a Roma c’è un certo Papa Francesco che pure sulle armi ha sempre qualcosa da brontolare. Raffinate menti diplomatiche (ma quale ambasciatore!) suggeriscono prudenza.

D. Tanticchia politica: Meloni ha ben altro da pensare che trovarsi tra capo e collo la grana Sanremo e, per di più, legata alla Rai. Sa bene che i problemi di Viale Mazzini sono incombenti e destinati a crescere con il passare dei giorni e prima se ne libera meglio è. Da palazzo Chigi parte un ordine secco e perentorio “Levatemi ‘sta grana di torno”. Amadeus si presta (Presta?) al gioco e leggerà il messaggio.

Per ora ci fermiamo qui ma siamo certi che la storia prosegue, in tutte le 4 ipotesi sopra accennate.

2. Sul Comunicato sindacale e l’apertura dello stato di agitazione in Rai anzitutto sottoscriviamo (e non da ieri) il titolo: stato confusionale. Attenzione: è iniziato ben da prima dell’era Meloni e della destra al Governo. Se non si coglie bene questo passaggio (Governo Draghi) non si comprende il presente. I partiti della precedente legislatura, pressoché tutti, non hanno fatto nulla per mettere in sicurezza l’Azienda, a partire (e finire) dal tema canone. Vedi revisione TUSMAR sugli affollamenti pubblicitari, vedi leggi di revisione della Governance etc etc etc. Da questo punto di vista, lo stato confusionale potrebbe anche essere derubricato a “incolpevole”. Così invece non dovrebbe: gli inquilini del VII piano hanno contribuito sponte loro “ciulando nel manico” ovvero girando intorno a fantomatici Piani Immobiliari, minacciosi e sterili “pareggi di bilancio”, inesistenti piani sull’informazione e non parliamo di quanto continuano a parlare di “piano Industriale” prima ancora del nuovo Contratto di servizio e giocherellando con le “direzioni per genere”. Comunque, forse, a breve l’aspra sentenza: attendiamo il “dopo” Sanremo, il “dopo “ le regionali e il “dopo” congresso del PD.

3. Riccardo Iacona e la sua presunta appartenenza alla scuderia di Caschetto. Che sia vero o meno conta poco. Vale quello che si “percepisce” e quello che si percepisce è un certo “fastidio”. Ci mancherebbe, ognuno è libero di decidere il proprio destino, ma “Spartire parte del malloppo (il  credito e l’immagine ottenuta da Rai) con le provvigioni ad un agente artistico … appare troppo” ci riferisce un autorevole ex collega. L’Usigrai invoca il rispetto delle norme? Si certo… concordiamo … magari … ma da quando?

4. L’attacco hacker dei giorni scorsi è argomento molto spinoso. La vulgata vuole che si tratti di banali criminali che agiscono solo per ricatto. Forse, probabile e possibile. Ma, seppure fosse, hanno evidenziato una capacità offensiva rilevante e preoccupante e lo hanno fatto in circostanze e modalità particolari. Hanno “selezionato” gli obiettivi con cura. Sottovalutarli è un grave errore. La Rai è attrezzata e “tutelata” a sufficienza? Ci sono stati possibili messaggi, diretti o indiretti, che poteva essere nel mirino dei terroristi? Per quanto sappiamo, ma non sappiamo tutto, ovviamente, la rete aziendale è sufficientemente protetta.

Una osservazione interessante ci viene riferita rispetto alla diversificazione del rischio: non si vive di una sola infrastruttura di rete, fissa anzitutto ma anche mobile. Le frequenze digitali, i segnali televisivi, viaggiano sicuri sulle torri di Rai Way: fintanto che sono di proprietà Rai va bene ma se un giorno dovessero andare in mani “private” avranno la stessa “sicurezza”? Infine, TIM, principale obiettivo dell’attacco, è ancora nell’occhio del ciclone per quanto riguarda il suo futuro.

bloggorai@gmail.com  

ps. En passant … stasera inizia la Grande Battaglia di Villa Arzilla: avvisate i nonni, dategli un caffettino dopo cena! Informateli pure che ci sarà pure il Presidente Mattarella. Amadeus ha ringraziato anche Presta ... già che c'era!

 

 



 

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