martedì 28 febbraio 2023

Rai: la paura del giorno "dopo" e il timore del giorno "prima"

Foto di Anemone123 da Pixabay

Primo giorno della Nuova Era di “ora”. E “ora” cosa succede a Viale Mazzini? Ora che si sono completati i vari “dopo” Sanremo, regionali e segreteria del PD? Bella domanda con molteplici risposte.

La lettura dei giornali e le valutazioni sulle cronache di questi giorni, di queste ore, non sono di grande aiuto. Molto gossip, molti orientamenti, molti desideri e poche convinzioni e certezze. Abbiamo, come al solito, fatto il solito giro di telefonate, messaggini e caffè con i quattro sfaccendati e con autorevoli esponenti dell’Associazione Trattoristi Pensionati della Bassa Val Tiberina.

In ordine. A. la prima domanda che molti continuano a porre è semplice: Fuortes con o senza &C rimane/rimangono o no? Al momento, per quanto abbiamo potuto capire, le ragioni per il si (rimane) più o meno si equivalgono a quelle del (no) con una leggera propensione al si.

Cerchiamo di capire. Anzitutto il “si, rimane” conviene sia al Governo, alla destra, sia a quello che rimane dell’opposizione. Conviene alla Meloni non impelagarsi ora in un Vietnam dal quale non saprebbe bene come uscirne fuori. Non convince l’idea di sacrificare Rossi ora e non suscita entusiasmo l’idea di sostenere un interno che, nella migliore delle ipotesi, è un vetero democristiano di ritorno con vagheggiamento a destra (o al centro.. fate voi.. sempre ondeggiamento si tratta) che, per di più, non sembra godere di tante simpatie nel “partito Rai” e, per di più ancora, qualora fosse, dovrebbe essere “affiancato” da un DG che di fatto lo metterebbe sotto schiaffo.

B. Non conviene all’opposizione perché semplicemente, hanno pochissime idee e alquanto confuse. La sola teoria che emerge e che li unisce è così sintetizzata: “Teniamoci forte Fuortes perché altrimenti arrivano i barbari”. Altri invece teorizzano: “prendiamo tempo e vediamo che succede”. Cioè, chiediamo, che dovrebbe succedere? Risposta: “Inciampano da soli, litigano tra Fdi, FI e Lega … si incartano e noi manteniamo il punto”. Acuti !!! In soldoni "Con la Soldi alla presidenza che presidia il Contratto di servizio, la Bria che all’occorrenza vota a favore... più o meno, ce la caviamo e poi si vedrà”. Ineccepibile Watson!

La seconda domanda che gira è pure altrettanto semplice: che ne sarà dell’Azienda? I barbari alle porte non sono solo i politici variamente rappresentati ma le minacce incombenti sul suo sviluppo, ovvero quale sviluppo? La prossima tappa che si vorrebbe definire “prospettiva” è il Piano Industriale, fantasmico e immaginifico oltre che fragile come un cracker integrale ai mirtillo. Lo si vorrebbe approvare presto (e male) per dare una parvenza, un certificato, di esistenza in vita: ci siamo e sopravviviamo. Ma, appunto, solo di questo si tratta: se il Piano non ha ( e non ha) radici profonde e solide sui soldi su cui contare non è un Piano ma un mero esercizio di funambolismo finanziario: sposta qui, taglia la, riduci questo, risparmia quest’altro. Potrebbe essere il “capolavoro” di questa consiliatura: modellare un nano d’argilla senza capo ne coda, utile solo a “tirare a Campari” inattesa di sapere come andrà a finire il problema canone e come andrà la raccolta pubblicitaria.

Il tutto con il permanere di uno stallo incomprensibile e ingiustificabile sul quale ancora si avverte il clamoroso silenzio: la Vigilanza. Oggi abbiamo letto un titolo fantasioso che però la dice lunga su come qualcuno ritiene si possa risolvere il problema: “Lady Franceschini può già passare all'incasso: la presidenza della Vigilanza Rai” (La Verità). Che questa possa essere una “verità” ci appare difficile da sostenere ma ... tant’è che in questi termini qualcuno ragiona. Fatto sta che il fronte è ancora aperto e non ci sono avvisaglie che si voglia giungere ad una soluzione. Tutto sommato, ci dicono, anche questo conviene a tutti: pensate ad una Vigilanza che magari pure “vigila” che immaginifica e meravigliosa rottura di coglioni sarebbe (citazione non proprio da Orsoline ma in buona sostanza credibile.

Il tutto per di più in attesa di una AgCom che potrebbe emettere giudizi o sanzioni in grado di far venire un attacco di orticaria a più di qualcuno tra il V e il VII piano di Viale Mazzini e magari, pure in buona compagnia di un magistrato della Corte dei Conti (vero incubo!!!) che sventaglia un foglietto con sopra scritto “DANNO ERARIALE” a caratteri cubitali. Amen.

Last minute con due noterelle. La prima sulla prima trasmissione a mani giunte di Vespa ieri sera. Abbiamo capito perfettamente cosa intendeva dire quando ha sostenuto che “Tutti in azienda sanno che c'è uno squilibrio negli approfondimenti in Rai”. Già, forse ha ragione lui: tutti sanno. Ci torneremo, of course!!

Altra noterella riguarda i funerali di Maurizio Costanzo in diretta Rai. Con tutto il rispetto per la persona, ma riteniamo che ci sia qualcosa che non torna. Non torna il fatto che un momento del genere, sia pure a riguardo di una persona di grande notorietà, venga proposto in una rete nazionale al pari di altri personaggi di grande rilievo pubblico. Ha scritto oggi Aldo Grasso sul Corriere “Da noi, spesso il funerale diventa una liturgia mediale, la continuazione di un programma, come se la tv fosse l'unica istituzione che ci richiama ancora al rito, al simbolo, alla cerimonia”. Abbiamo avuto la stessa impressione: le essequie, l’omaggio alla persona,  al pari o come coda lunga di una trasmissione con tutti i personaggi che la compongono e accompagnano il feretro, verso una nuova puntata. Amen.

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