mercoledì 22 febbraio 2023

Un anno di Guerra, un anno di televisione, un anno di noi stessi


Costituzione della Repubblica Italiana, Articolo 11

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Buon Compleanno Guerra!

Buon Compleanno Guerra giusta o ingiusta, Buon Compleanno Guerra buona o cattiva, Buon Compleanno Guerra per chi è aggredito e per chi è aggressore, Buon Compleanno Guerra per chi ha una visione confusa e per chi invece ha capito tutto dalla vita da sempre, Buon Compleanno Guerra  per chi si difende e per chi attacca, Buon Compleanno Guerra per i mercanti di armi per chi le produce e vende e per chi le acquista e le usa, Buon Compleanno Guerra per i pacifisti e per i guerrafondai, Buon Compleanno Guerra per chi la subisce e per chi la gestisce, Buon Compleanno Guerra per le eterne vittime innocenti e per gli eterni massacratori, Buon Compleanno Guerra per chi prima distrugge e poi si appresta a ricostruire, Buon Compleanno Guerra per i nuovi carri armati e per i missili a lungo raggio, per le munizioni ricche e intelligenti e per quelle povere e deficienti perché, tanto, alla fin fine, uccidono tutte allo stesso modo.

Buon Compleanno Guerra fino alla fine … fino alla Vittoria !!! Quando festeggeremo la Vittoria? Chi vincerà, quando e come?

La televisione ci ha raccontato con le immagini un anno di guerra. La televisione è stata, è parte della guerra. Abbiamo visto quasi tutto e quel quasi era orribile. Abbiamo visto quasi di tutto perché quel “quasi” era sempre privo di qualcosa: gli mancava sempre un pezzo di indefinito e indefinibile. La televisione ci ha raccontato un anno di guerra senza mai farci capire perché e per come siamo giunti ai cannoni, all’invasione dell’Ucraina. La televisione non ci ha  mai raccontato se e come la guerra si poteva e si doveva evitare. La televisione ha mostrato immagini crudeli e drammatiche senza mai farci capire in che modo fosse possibile interrompere i combattimenti, senza darci mai speranza che ci fosse una strada diversa dalle atrocità. La televisione ha mostrato le immagini a supporto delle sofferenze dell’aggredito e delle nefandezze dell’aggressore e si è dimenticata delle immagini di chi quelle stesse immagini non le voleva proprio vedere. La televisione ci ha mostrato le immagini di guerra dei nostrani sentimenti politici alternati, a seconda delle convenienze, necessità e opportunità. La televisione è sempre stata prodiga di immagini con “strette di mano” ma sempre stata parca e taccagna di proposte di soluzione. La televisione è sempre stata di memoria corta senza mai riuscire a trovare analogie e differenze con le guerre vicine e lontane che pure  sono i genitori, parenti lontani e vicini, di quella presente.

Noi stessi sulla guerra siamo storditi e confusi. Noi stessi sulla guerra eravamo impreparati al suo inizio. Noi stessi sulla guerra siamo timorosi che possa andare sempre peggio. Buona parte di noi stessi sulla guerra e sulle armi abbiamo le idee abbastanza chiare: la guerra ce l’abbiamo in casa da tanti anni e riguarda la sanità pubblica, riguarda la scuola, i giovani, il lavoro e i milioni di nuovi poveri. Per tutto questo non ci sono o non ci vogliono essere armi e munizioni a sufficienza mentre invece ne chiedono sempre più per cannoni, missili e carri armati. Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina sappiamo che buona parte degli italiani, uno più uno meno, è contrario all’aumento delle spese militari, è contrario all’invio di altre armi e vorrebbe sentir parlare di percorsi diplomatici, di strumenti di soluzione del conflitto. Ma noi stessi, da questo punto di vista, siamo quasi invisibili, non veniamo rappresentati, formalmente non ci siamo e la nostra opinione viene beatamente ignorata. 

Noi stessi, sulla guerra, siamo convinti che la guerra si conclude con una pace, quale che essa sia, temporanea o permanente, parziale o totale, ma pur sempre pace.

Bloggorai@gmail.com

 


 

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