sabato 8 marzo 2025

RAI: il "piano B" a sovranità limitata

by Bloggorai ©

Questo Cda Rai è a sovranità limitata: non può prendere alcuna decisione strategica se la “politica” non lo consente. Questo Cda Rai non potrebbe prendere decisioni strategiche, ad esempio, sul prossimo Sanremo dove veniamo a sapere che si sta studiando un “piano B” qualora le cose in Tribunale dovessero andare male o qualora le condizioni di gara proposte dal Comune di Sanremo risultassero inaccettabili o insostenibili (aumento di 1,5mln del costo Contratto e più 1% sul fatturato pubblicitario). Lo sapevamo da tempo: da decenni il problema dell’Ariston, di Sanremo e del suo contratto con il suo Comune era noto. Ma solo da poco il problema si è manifestato con tutta evidenza ed ora il “piano B” non sarà facile da gestire. Saranno necessarie, appunto, scelte di enorme rilievo strategico e come sarà possibile che le possa prendere un Cda a sovranità limitata, privo del Presidente nei termini previsti dalla Legge?

Ancora, questo Cda Rai a sovranità limitata non può prendere una decisione strategica, assumere già solo un “piano A” sulla cessione di quote di Rai Way che non sia una mera e limitata operazione di alchimia finanziaria. Rai non possiede, o almeno non è noto, un “piano B” su Rai Way che si possa leggere in termini di politica industriale, di progetto di sviluppo e di efficientamento e razionalizzazione del Contrato di Servizio con Rai che, ricordiamo, costa oltre 200 mln l’anno con grande gioia degli azionisti che riscuotono lauti dividendi. Per come è stata impostata, tutta la storia della vendita delle quote Rai Way serve solo a "fare cassa" certo per Rai ma pure e forse più per Mediaset.

Ancora, questo Cda a sovranità limitata non può procedere a nominare direttori di testata ad interim da mesi senza che prima la “politica” tutta intera, nessuno escluso, possa aver concluso il mercatino della spartizione in quote. Si è aggiunto il caso (si fa per dire) di RaiNews24 e del suo direttore Petrecca sfiduciato dalla redazione con oltre l’80% dei voti. Fosse solo questo il problema: ostinatamente, ottusamente, nessuno vuole prendere atto che è “il” problema di tutta l’informazione del Servizio Pubblico con i suoi dati di ascolto che sono ormai costantemente sulla soglia del prefisso telefono 0,qualchecosa. Oggi Giovanni Valentini su Il Fatto titola “La crisi di RaiNews è il disastro di tutto il servizio pubblico”. Ne siamo convinti e non da ieri e non da ieri scriviamo che ne sono responsabili tanti, più gli amici che i nemici.

Ancora e poi ancora: questo Cda a sovranità limitata non è in grado di battere i pungi sul tavolo del Governo per chiedere, ora, subito, certezze sul canone 2026 e non a novembre quando i giochi potrebbero essere fatti e chiusi. Del resto, su quale tavolo battere i pugni? Su quale partito di Governo e a quale partito di opposizione chiedere conforto? Nota a margine: della riforma (quale riforma?) si sono perdute le tracce.

Infine, ancora: nonostante i “rallegramenti” del consigliere Di Pietro, la “messa a terra” del Piano Industriale e l’avanzamento verso la Digital Media Company, per quanto è noto sapere, è ferma al palo e il recente Cda si è limitato ad un “aggiornamento delle iniziative del Piano Industriale”. Appunto … aggiornamento.

Ribadiamo forte e chiaro, come pure ha sostenuto l’Usigrai, a questo Cda a sovranità limitata non resta che una sola alternativa: dimissioni a partire dalla Agnes che non può che prendere atto della impossibilità ad essere votata e a finire con i consiglieri di opposizione che non resta altro da fare che prender atto che lasciare la Rai in queste condizioni di inerzia la danneggia fortemente. Se ne vogliono rendere complici?

bloggorai@gmail.com


 

venerdì 7 marzo 2025

RAI: DIMISSIONI

by Bloggorai ©

Sconfortati e pure un tantinello indignati. A leggere i giornali tra ieri ed oggi basta e avanza per ribadire chiaro e tondo un concetto banale: consiglieri di Majo e Natale… DIMETTETEVI !!! Come pure vi ha chiesto a gran voce l’Usigrai con motivazioni ampiamente condivisibili.

Cosa aspettate? Cosa altro può succedere per suscitare anche a voi un pizzico di indignazione e trarre le conseguenze per quanto sta avvenendo intorno a voi e a danno della Rai? Non vi basta prendere atto che l’Azienda, il Servizio Pubblico, ormai in queste condizioni è paralizzata e in totale balia del Governo e dei partiti? Cosa altro dove succedere per farvi convincere che la Rai in queste condizioni è destinata all’estinzione prima del tempo?

Non ci venite a dire che restate incollati alla poltrona per il “bene supremo dell’Azienda” perché sapete bene che è vero esattamente il contrario. La Rai ha bisogno, subito, di avere un vertice forte, autorevole, indipendente, capace di progettare il suo futuro e governare una crisi strategica. Sapete bene che ci sono importanti scelte da compiere (ascolti, Rai Way, Sanremo etc) che solo un Cda nel pieno dei suoi poteri può compiere. Se non lo volete fare formalmente, fate almeno finta di farlo: minacciatele, fate finta di battere i pugni sul tavolo…magari qualcuno vi crede.

Rileggete quanto vi abbiamo scritto mercoledì con la lettera aperta https://bloggorai.blogspot.com/2025/03/speciale-dimissioni-cda-rai.html  prima di leggere dello scontro feroce oggi in corso tra Lega e Fratelli d’Italia per non dire tra tutti loro messi insieme. Abbiamo pure letto che l’AD si sarebbe recato a Palazzo Chigi (ma avrebbe smentito). Una volta si diceva che una smentita è una notizia data due volte.

Questo appello, ovviamente non è rivolto al consigliere Di Pietro, eletto dai dipendenti e quindi “scelto” con criteri evidenti. Il ragionamento però vale anche per lui. Ieri ha diffuso un comunicato dove si legge che “E' sotto gli occhi di tutti che l'ingerenza politica blocca e rende faticosa anche la normale amministrazione dell'Azienda e questo non è più tollerabile e sostenibile”. Già, è proprio così ... non è più tollerabile e sostenibile. Anche a lui non gli resta che trarne le logiche e debite conseguenze: rimettere il mandato ai suoi elettori. Si dimetta per manifesta impossibilità a perseguire gli obiettivi che gli sono stati assegnati. Subito.

bloggorai@gmail.com

mercoledì 5 marzo 2025

SPECIALE: DIMISSIONI CDA RAI

by Bloggorai ©

Cari Consiglieri Rai Alessandro di Majo e Roberto Natale, 

vi si sta prospettando un’occasione unica e forse irripetibile: dimettetevi !!! 

Ve lo ha chiesto oggi per la seconda volta l’Usigrai (che Natale conosce bene) con motivazioni largamente condivisibili:

“L’ennesimo schiaffo dei partiti e della maggioranza alla Rai si consuma in queste ore con l’Amministratore Delegato che deve prendere atto di non avere alcuna agibilità al di fuori dei desiderata della maggioranza e del governo che lo ha nominato.

Una condizione che è diventata insostenibile per una azienda di oltre diecimila dipendenti che quotidianamente produce informazione, intrattenimento e deve investire in tecnologia e prodotto, per restare al passo con i compiti che le sono affidati dal contratto di servizio.

L’unica strada per uscire dal pantano sono le dimissioni di questo vertice e una nuova legge che sganci definitivamente da governo e maggioranza i vertici del servizio pubblico Radiotelevisivo e multimediale”.

Siete stati nominati dal Parlamento, da tutti i partiti, con la Legge 220 del 2015 con la quale si assegna la Rai al controllo del Governo e che tutti oggi ritengono debba essere rivista e riformata. Siete stati nominati nella totale ignoranza di quanto specificamente indicato nel MFA che dispone all’art. 5: “Il direttore e i membri del consiglio di amministrazione dei fornitori in questione siano nominati mediante una procedura trasparente, aperta, efficace e non discriminatoria e sulla base di criteri trasparenti, oggettivi, non discriminatori e proporzionati stabiliti in anticipo dalla normativa nazionale

Il vostro nome, il vostro CV, non risulta essere stato confrontato e comparato con altri nomi se non con criteri “riservati” senza alcuna possibilità di verifica e controllo pubblico e trasparente. Si aggiunga pure, che la vostra nomina è avvenuta rompendo il “patto” formalmente sottoscritto con i partiti di opposizione (PD, M5S e AVS) che reclamavano giustamente “prima la riforma e poi le nomine”.

Oggi non vi resta che prendere atto che quegli stessi partiti, tutti insieme, tutta la politica, vi sta mettendo in una situazione difficile da sostenere ulteriormente. Non c'è la obbligatoria "riforma Rai " all'orizzonte e il Cda Rai non è in grado di svolgere il proprio ruolo non tanto perché non riesce a fare le nomine dovute e necessarie ma per l’assenza del Presidente nel pieno delle funzioni che la Legge 220 gli assegna con la ratifica del voto in Vigilanza, e non è cosa da poco conto. 

Non è solo in discussione la necessaria autonomia e indipendenza del ruolo di consigliere di amministrazione ma la sopravvivenza stessa dell’Azienda che siete chiamati a tutelare. Se la Rai è immobile, la Rai è danneggiata. Se la Rai non può procedere al suo sviluppo, la Rai è danneggiata.

Fate un gesto forte, autorevole e comprensibile: dimettetevi!!! 

In un’epoca di confusione e incertezze, sarebbe vivamente auspicabile che qualcuno possa rompere questo muro di gomma di silenzio e colpevole inerzia.

Un cordiale saluto

bloggorai

Il Giornalismo del Servizio Pubblico sale in cattedra

by Bloggorai ©

Una cattedra universitaria,  più o meno pubblica o più o meno retribuita, senza concorso, non si nega a nessuno come pure un titolo di "professore". 

Tanto per dire, pure a Bloggorai a suo tempo, è stata concessa. Il direttore dell’Ufficio Studi Rai Francesco Giorgino è ed è stato anche professore nientepopodimenoche  alla Luiss, alla Sapienza e alla Lumsa. Chapeau!

In qualità di professore, più ancora di dipendente del Servizio Pubblico, Francesco Giorgino, ci ha regalato una rara lezione di giornalismo televisivo "Made in Rai". Grazie!!! Ne sentivamo la mancanza.

Necessitano i complimenti, seppure tardivi e solitari (nessuno oggi ha scritto una riga sull’argomento) per la sua intervista alla Meloni di venerdì sera. La capa del Governo non si reca in Parlamento a riferire del suo operato ma lo fa davanti alle telecamere di RaiUno. Bravo Giorgino! Ha poi raggiunto pure un risultato indiretto: ha messo in luce la possibilità di fare a meno di Bruno Vespa e del suo oneroso contratto. Giorgino è già in casa e percepisce il pingue stipendio Rai. Bravo Giorgino. Nel merito dell’intervista: ha reso talmente “notiziabile” e rilevante la corposa attività internazionale e nazionale della Meloni che a confronto i vari Macron, Sholtz e Starmer sembrano pivelli e la Von der Leyen una crocerossina in pellegrinaggio sociale. Complimenti Giorgino. Ma il punto di assoluta maestria è arrivato quando è arrivato al punto cruciale, alla fine dell’intervista: “Mi permetta Presidente due domande personali ... non la metterò in difficoltà ... per carità … io per natura sono una persona molto riservata ... figuriamoci …lei ha girato il mondo e tutti le riconoscono un inglese fluently … se dovesse scegliere una metà per un viaggio di piacere, quale sceglierebbe?” e poi la domanda epocale di tutta la serata “Lei ha seguito Sanremo?” e a questo punto la Meloni ha dato il meglio di se stessa nel contenuto e nella mimica facciale. “In vacanza andrei a fare immersioni alle Tremiti, la sua regione, e a Sanremo, finalmente mi è piaciuto quello che ho visto: finalmente un Festival di Sanremo dove la musica è protagonista”. 

Sublime, uno spettacolo televisivo impedibile!!! Dovete vedere le loro espressioni e ascoltare il tono di voce per capire altrimenti vi perdete il meglio (https://www.youtube.com/watch?v=ZkmLQssuw1k ).

Grazie Giorgino, finalmente una grande lezione di giornalismo televisivo degna del Servizio Pubblico. Pure Il Governo, sentitamente ringrazia.

Occorrono però due note a margine su quest’ultima parte dell’intervista: la prima è un pari ringraziamento a Bloggorai perché vi ha riferito subito il senso del “successo” di Sanremo ed è esattamente quello riferito dalla Meloni: solo canzonette, solo “cuoricini cuoricini”. La seconda si riferisce ai dovuti complimenti al consigliere Natale per aver rilevato per tempo i “numeri scintillanti” del Festival. Ha colto subito nel segno: i numeri non sono chiacchere che solitamente fanno i politici (appunto, la Meloni), ma fatti. Geniale.

Chiudiamo con due segnalazioni interessanti sempre a proposito di Sanremo e di numeri “scintillanti”. La prima: “Il Comune di Sanremo sfida la Rai e alza la posta: approvata la delibera gara” (ADN). Si annunciano dolori: intendono procedere prima ancora della sentenza del 22 maggio.

La seconda: Italia Oggi titola “I dati sui consumi audiovisivi sui dispositivi digitali. La kermesse non dà la spinta decisiva. Mediaset online batte Sanremo. Il Biscione ha il record dei video visti rispetto alla Raidove si legge che “Lo scenario che ne è emerso, come anticipato, è scintillante per Mediaset e piuttosto deprimente per Rai”. Si capisce bene poi perché a Mediaset conviene lasciare il Festival così com’è: alla Rai gli oneri e a loro gli onori, quasi gratis.

Per la cronaca, il direttore di RaiNews24 Petrecca, ieri è stato sfiduciato dalla sua redazione con oltre l’83% dei voti. Chissà se prenderà esempio da nomi illustri del Governo che ancora non si dimettono.   

bloggorai@gmail.com

Ps. Di Vigilanza Rai, di presidenza Rai, di Cda Rai e di nomine Rai … silenzio totale. 

martedì 4 marzo 2025

Europa e RAI: malattia grave

by Bloggorai ©

“Questa” Europa sta male, tanto male. “Questa” Rai sta male, tanto male ... ed anche Bloggorai non si sente tanto bene.

Bloggorai non sostiene e non partecipa ad una manifestazione ambigua, equivoca e sgrammaticata, per di più convocata quasi a titolo personale, a favore e sostegno di “questa” Europa ovvero quella che abbiamo plasticamente visto nella fotografia del vertice di Londra di domenica scorsa. Questa manifestazione si presta al gioco di “questa” Europa imbelle e impotente, sparpagliata e afona e quando parla vuole essere sempre più armata e tendenzialmente fascista ai limiti del nazismo. “Questa” Europa non è stata capace di dire una sola parola univoca, forte e chiara sul genocidio di Gaza. “Questa” Europa sul tema migrazioni parla con voci razziste e xenofobe. “Questa” Europa vorrebbe non solo aumentare a dismisura le spese militari ma vorrebbe attingere i fondi per l’acquisto di nuove armi dal PNRR. “Questa” Europa sui grandi temi di solidarietà e partecipazione e comunità di interessi viaggia a velocità separate e obiettivi distinti e, infine, esattamente sul tema della guerra in Ucraina, è oggi sotto una “guida” dell’unico leader non europeo, l’inglese Starmer. L’appello a manifestare contiene alcune frasi del genere “Dite qualcosa di europeo” e lo slogan: “Qui o si fa l’Europa o si muore” per poi chiudere proponendo “unico obiettivo (non importa quanto alla portata: conta la visione, conta il valore) la libertà e l’unità dei popoli europei”. Non è sufficiente per manifestare per “questa” Europa. “Questa” Europa non ci piace e non abbiamo nessuna intenzione di alimentare o sostenere questa sua “nascita”.

Di pari livello è la riflessione su “questa” Rai. Cominciamo a ribadire un banale concetto: “questa” Rai si trova ai bordi di un processo di estinzione che potrebbe diventare irreversibile. L’assenza, il disinteresse e la svogliatezza ad affrontare i suoi grandi problemi, immediati e strategici, è il segnale più evidente di questo processo. Anche oggi, come avviene ormai da tempo, non c’è una riga di interessante da leggere se non la commemorazione di Camilleri. “Questa” Rai è indifesa (anche dal suo interno) e indifendibile dall’esterno con la “politica” che balbetta di riforma improbabile. Il suo “grande successo” è la raccolta pubblicitaria di Sanremo e “Cuoricini … cuoricini”. Vi proponiamo due piccoli quanto significativi esempi. Ieri su La Stampa è comparso un articolo con il titolo “Codice Rosso. Curarsi con la Tv” dove si parla del grande successo del genere “medical drama”. Si citano le note serie di ER-medici in prima linea come pure Grey’s Anatomy ma la Rai e i suoi prodotti che pure ci sono (Doc) e ci sono stati (Dottori in corsia) non è mai citata. Dimenticanza della giornalista? Forse.

Secondo esempio che ci riporta al tema “questa” Europa. Nei prossimi giorni si terrà un dibattito riservato sul tema “Gli Stati generali dell’informazione visti da Roma. Tutelare e sviluppare il diritto all’informazione. Un’emergenza per la democrazia” e vi parteciperanno Alberto Barachini, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio; Giacomo Lasorella, presidente dell’AGCOM; Stefano de Alessandri, amministratore delegato dell’ANSA; Francesco Giorgino, direttore della Direzione Ufficio Studi RAI; Enrico Mentana, direttore di TG La7 e Open on line; Gina Nieri, direttrice Divisione Affari Istituzionali, Legali e Analisi Strategiche di Mediaset”. Oltre a Giorgino, per quanto noi sappiamo, ci dovrebbe essere anche il presidente Rai pro tempore Antonio Marano. In altri termini: parlerà Giorgino che sul tema informazione non è ben chiaro cosa possa dire perché quel tema specifico non è nelle sue competenze aziendali (è direttore dell’Ufficio Studi) e partecipa Marano che sull’informazione non ha conoscenze ed esperienze. Nota a margine: è lo stesso Giorgino che nella "sua" rubrica si è sperticato nelle lodi del Governo come forse nemmeno Fede è stato capace di fare. 

C'è un emergenza per l'informazione del Servizio Pubblico? Forse si. Forse. 

“Questa” Europa? “Questa” Rai? No grazie ... abbiamo già dato.

bloggorai@gmail.com

lunedì 3 marzo 2025

La RAI "...qual piuma al vento ..."

by Bloggorai ©

Oggi è lunedì. Sarà banale dirlo ma è così. Come tutti i lunedì, come sempre e per tutti, si ricomincia la settimana.

Come la inizia Bloggorai? Di cosa si occupa stamattina? Di niente, di nulla, del vuoto cosmico (che poi non è vuoto per nulla). La Rai non c’è, è svanita, si è fluidificata, è divenuta eterea e volatile “qual piuma al vento”. Cerchiamo una notizia meritevole di attenzione, una cosa nuova sulla quale riflettere o almeno dedicare un filo di pensiero. Niente, nulla, nada, encefalogramma piatto! Ci dicono che pure la sezione “Azienda” della Rassegna stampa sia vuota. Che meraviglia.

Allora, andiamo a spigolature. Venerdì scorso è successo quello che è successo alla Casa Bianca. Un evento mediatico e politico senza precedenti. Nel mentre era in pieno svolgimento la diretta tv, sulle nostre chat si stava diffondendo la notizia e alcuni sottolineavano che RaiNews24 stava trasmettendo lo scontro aggressione di Trump a Zelensky. Pochi minuti dopo, ovviamente, i tg hanno aperto l’edizione della sera con la notizia. Ebbene, ieri veniamo a sapere dallo Studio Frasi su dati Auditel che tra le 18.51 e le 20.00 la Total Audience dei canali All News vedeva posizionarsi in testa agli ascolti Sky/Tg24con 177 mila telespettatori, a seguire TgCom24 con 44 mila e in ultima posizione RaiNews24 con 41 mila.

Ancora una volta poniamo la domanda: perché nessuno ha la voglia, la forza e il coraggio di mettere mano a questa area grigia dell’informazione pubblica? Perché la testata, diretta ad interim da Petrecca voluto fortemente dal Governo, che occupa circa 200 giornalisti con un budget considerevole, non viene affrontato come “il” problema dell’informazione Rai, la sua voragine? Perché non riesce a risalire la china di ascolti da prefisso telefonico che caratterizza la testata da anni, tanti anni? Perché l’informazione del Servizio Pubblico non riesce ad avere una testata allnews h24 forte, autorevole e di larghissimo seguito? Perché non si riesce a mettere mano ad un qualsivoglia progetto editoriale dell’informazione Rai? Perché ogni volta che qualcuno ci prova gli tagliano subito le mani e affossano ogni proposta, quale che essa sia, senza nemmeno dibatterla? Per gli smemorati di turno, ricordiamo: il Piano Gubitosi, il Piano Verdelli, il Piano Industriale 2028 (con il famigerato Allegato4) e il Contratto di Servizio nella versione precedente (art.27).

Non ci stupiamo poi se dobbiamo constatare che sulle tre reti Rai non c’è l’approfondimento giornalistico in prima serata e si preferisce la leggerezza dei pacchi e di ”cuoricini cuoricini”.

Eppure, in questo Cda siede un consigliere, Roberto Natale, che dovrebbe conoscere bene questo argomento. O no? Non gli punge mai vaghezza di sollevare un sopracciglio su questo argomento che non fosse rimandare la palla alla sua collega Maggioni come ha fatto nella sua recente intervista?

Un’altra spigolatura, rasposa quanto interessante, ci viene da un articoletto a firma di quel gran simpaticone di Aldo Grasso, noto amico della Rai. Il titolo è: “Nénéismo quantico: il salto nella nuova dimensione del PD” e leggiamo “Nénéismo quantico. Nel corso della direzione del Pd, la segretaria Elly Schlein ha ribadito la sua posizione sulla guerra in Ucraina, quella di non stare né con questo né con quello: «Non siamo con Trump e il finto pacifismo che cela una resa all’aggressore e non saremo con l’Europa per continuare la guerra». In politica, ma anche in altri ambiti, questa terza via è stata teorizzata da Roland Barthes e ha un nome preciso: nénéismo”. Accantoniamo per un momento l’ambito strettamente politico e rimaniamo in quello Rai. Nei giorni scorsi la segretaria del PD ha ribadito la nota posizione “prima la riforma e poi le nomine” che traduciamo e aggiorniamo con “né la riforma e né le nomine”. È del tutto evidente che la Rai si trova in una palude dove non riesce ad andare avanti e questo stallo la danneggia fortemente. Poi, è del tutto evidente che sarà necessario inventarsi qualcosa per rompere la palude. È del tutto evidente che la proposta “prima la riforma” è del tutto irrilevante, fragile e volatile “... qual piuma al vento” per il semplice e banale fatto che le 7 proposte depositate in VIIa Commissione Senato sono vecchie, inadeguate e frammentate tra loro, tant’è che non è nemmeno calendarizzato il dibattito e mancano ancora quelle del Governo. Di cosa parla la Schlein??? Ci viene da pensare che anche sulla Rai siamo al “Nénéismo quantico” qual “… piuma al vento”.

bloggorai@gmail.com

 

 

domenica 2 marzo 2025

RAI: anestesia in prima serata

by Bloggorai ©

Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

Un “fatto” mediatico è un fatto anzitutto politico. Il sistema, il linguaggio e le tecnologie mediatiche appartengono propriamente all’ambito politico e quindi sociale, culturale e non ultimo economico. Impossibile leggere un “fatto” mediatico” se non si utilizzano gli strumenti adeguati di contestualizzazione e di comparazione. Come e perché si "produce" un fatto mediatico e quindi la sua genesi, il suo prologo, il suo svolgimento ed epilogo sono parte stessa del "fatto".

L’aggressione di Trump&C a Zelensky in diretta Tv è un “fatto” mediatico di assoluto rilievo? Si.  L’aggressione di Trump&C a Zelensky è un “fatto” politico di assoluto rilievo? Si.

Adesso molti si cimentano nel dettagliare le posture dei protagonisti, gli sguardi e i gesti, le luci del “set” per capire se era più cinematografico o televisivo. Pochi si azzardano a rispondere alla domanda che abbiamo posto ieri: perché il leader ucraino è caduto volontariamente (o è stato indotto a cadere) nel trappolone di Trump&C?

Vediamo allora come la Rai ovvero il Servizio Pubblico hanno affrontato questo tema. Ieri sera, sabato 1 marzo, tre reti concorrenti (La7, Rete4 e la Nove) avevano in onda un dibattito sull’argomento in prima serata. Rai no. 

L’approfondimento giornalistico (diverso dal giornalismo d’inchiesta) non sembra appartenere alla prima serata delle tre reti generaliste, al grande pubblico. Stamattina leggiamo su Libero che “Tv7 fa il pieno con il caso Trump“ e ci dice pure che è andato in onda ben dopo la mezzanotte e ci risparmiamo per carità i numeri dei telespettatori che lo hanno seguito. Tutto quì, semplicemente tutto qui. La Rai viaggia su altre orbite, distinte e distanti dalla realtà che la circonda. Lo abbiamo già scritto con Sanremo: al pubblico anestetizzato con “Cuoricini cuoricini” difficile poi proporre la riflessione, il dibattito e il confronto sui grandi temi di interesse globale in prima serata.  La Rai non sembra possedere la cifra, la statura, la postura dell’approfondimento in prima serata nelle sue tre reti generaliste. Bene che vada lo relega all’inizio della notte fonda con Vespa. E poi, seppure ha ottime proposte come Report e lo storico “Chi l’ha visto”, ci mette sempre buona volontà per danneggiarle mettendogli contro altri programmi che gli sottraggono telespettatori.

Del resto, il “clima” Rai si contestualizza e si adegua perfettamente con il “clima” mediatico e politico che la circonda. Vedi la Meloni  che dopo lo scontro alla Casa Bianca ha avuto un colpo di genio diplomatico: cari "europei" vediamoci, facciamo una riunione e, se capita, creiamo un gruppo di lavoro. Geniale!

Nel frattempo però leggiamo che stasera Stefano di Martino, personaggio di punta di Rai Uno con un contratto milionario in esclusiva, sarà ospite di Fazio su la Nove. Non si capisce bene chi fa la “cortesia” a chi.  

Chiudiamo: ma c’è qualche consigliere Rai che si accorge di tutto questo?

bloggorai@gmail.com

sabato 1 marzo 2025

il "fatto mediatico": confusi e smemorati, offesi e distratti

by Bloggorai  ©

Se i concetti non sono giusti le opere non si compiono.

Se le opere non si compiono

 arte e morale non prosperano

e se questo avviene

la giustizia non e' precisa

e se la giustizia non e' precisa

il paese non sà dove poggiare. 

Perciò non si deve tollerare che le parole non siano in ordine. (C.)

Intendiamoci sommariamente. Quando si cerca di fare un ragionamento, quando si cerca di capire, quando si vuole riflettere su un tema complesso è sempre bene cercare di mettere qualche punto fermo di comune intendimento. Altrimenti non ci si capisce e il dibattito si arena come quello tra i tifosi di una curva opposta all'altra. In questi giorni si consumeranno i tasti di tante tastiere nel tentativo di analizzare l’accaduto che, giocoforza, dovrà necessariamente avere tante chiavi di lettura. Quella su cui Bloggorai prova a cimentarsi è in bilico tra il fenomeno mediatico e quello politico, tra le storie delle persone e il loro destino sulla scena internazionale.

Non vi aspettate sorpresa e stupore: lo abbiamo scritto tante volte ovvero nulla succede mai per caso. Basta guardarsi un attimo indietro ed è tutto chiaro. E non vi aspettate nemmeno sentimenti solidali per “questa” Europa. Oggi un attento lettore ci ha ricordato un prezioso articolo di Umberto Eco “Europa incerta tra rinascita e decadenza” pubblicato nel 2003 che merita di essere letto attentamente ( https://www.repubblica.it/dossier/cultura/cinquanta-anni-di-repubblica/2025/03/01/news/europa_appello_umberto_eco_2003_repubblica_50_anni-424034843/?ref=RHLF-BG-P6-S1-T1 ) .

Questa Europa è anzitutto incerta, con una forte propensione alla decadenza e con uno spiccato sguardo al suo passato fascista e quasi nazista. Sul tema “guerra” l’Europa oltre a fornire armi e spettacolarizzare gli incontri (ricordate il treno per Kiev?) ha saputo sviluppare una qualsivoglia iniziativa politica? Abbiamo qualche dubbio.

Ulteriore “pensiero” da mettere subito bene in chiaro: quando ad un tavolo di Poker dopo il terzo giro non hai capito chi è il pollo, allora il pollo sei tu. Televisivamente parlando: chi è il pollo?

Quello che è successo alla Casa Bianca con l’aggressione di Trump a Zelensky è certamente uno dei fatti mediatici più rilevanti degli ultimi decenni e proprio perché tale merita una particolare riflessione, seppure ancora appena abbozzata. Tutto è accaduto di fonte alle telecamere e quindi è stato anzitutto uno spettacolo, uno show. È banale affermarlo ma è necessario tenerlo bene presente.

Il copione, la sceneggiatura, di questa rappresentazione scenografica quanto drammatica era noto da tempo a tutti. Piccoli passi indietro: anzitutto necessario rivedere The Apprentice-Alle origini di Trump e, in parallelo la serie Netflix sull’ascesa al potere di Zelensky  “Servitore del Popolo”.

Messo a fuoco il prologo si intuisce lo svolgimento e l’epilogo. Ci sono poi molte similitudini e analogie con note vicende e personaggi di casa nostra. Queste vicende umane dei due contendenti dentro lo Studio Ovale, hanno entrambe un filo che le unisce: nascono, si alimentano e si sviluppano di fronte alle telecamere. Due attori consumati ed esperti che, ad un certo punto della loro storia non “fatale” si incrociano il loro destino esattamente come era previsto che fosse. Era infatti tutto previsto e prevedibile. Ovvero la storia dell’invasione russa in Ucraina era nota ed annunciata da tempo. Tutti sapevano da mesi prima che Putin stava preparando l’aggressione a Kiev. A molti conveniva non sapere o sottovalutare. Questa guerra si poteva e si doveva evitare. Pochi hanno voglia di rispondere ad una domanda fondamentale: perché sono stati violati gli accordi Minsk1 e Minsk2, pure “benedetti” dall’Europa?  L’avvento di Trump 2 era una cronaca politica di un “delitto annunciato”. Questo evento si poteva e si doveva evitare, forse, se solo i Democratici USA non avessero tenuto in ballo la candidatura Biden fino all’ultimo invece di far crescere una candidatura alternativa, forte e credibile. Allo stesso modo, l’aggressione di Trump e del suo vice contro Zelensky si poteva e doveva evitare: era sufficiente decifrare correttamente la “postura spettacolare” nella forma e nei contenuti che i due avevano e stanno allestendo per il “loro” pubblico. Era sufficiente intendere che la logica dello spettacolo televisivo organizzato da Trump&C richiedeva una vittima sacrificale da dare in pasto alle belve che lo hanno votato ed a loro è stato offerto il  sangue televisivo.

Come un film già visto: sappiamo già chi è l’assassino e chi la vittima. Trump ha ottenuto esattamente ciò che lo spettacolo richiedeva: come al Colosseo, c’è il grande pubblico, il suo, che grida a gran voce “iugula, iugula” con la differenza che quei poveri disgraziati erano costretti a scendere nell’arena mentre Zelensky ci è andato di sua volontà con la speranza di ingraziarsi quello che sarà poi il suo carnefice televisivo e che già nei giorni prima lo aveva insultato. Trump voleva esattamente una ulteriore  “formalizzazione” mediatica del suo nuovo ordine mentale e mondiale e il leader ucraino si è prestato al suo gioco allo stesso modo con cui, nei giorni prima, ha diffuso il suo video sul futuro di Gaza. Trump voleva intestarsi i titoli di coda del suo spettacolo con il comprimario che esce di scena. Perché? Questa la domanda essenziale alla quale l’analisi del fatto mediatico fatica a rispondere.

Bloggorai@gmail.com 


 

WORK IN PROGRESS

Non è facile decifrare correttamente e compiutamente quanto avvenuto ieri sera alla Casa Bianca. Non è facile distinguere la lettura "mediatica" da quella "politica". Non è facile evitare la facile scorciatoia del brutto, cattivo e pericoloso Trump sul quale è assolutamente evidente essere d'accordo. Non è facile sgombrare il campo dalla lettura emotiva del fatto che si dovrà considerare in se e nel suo contesto, nel suo divenire, per come ci si è arrivati e per cosa potrà significare per il prossimo futuro.

In giornata il Post.

Sulla Rai, of course, nulla da dichiarare.

bloggorai@gmail.com