Questo Cda Rai è a sovranità limitata: non può prendere
alcuna decisione strategica se la “politica” non lo consente. Questo Cda Rai
non potrebbe prendere decisioni strategiche, ad esempio, sul prossimo Sanremo dove
veniamo a sapere che si sta studiando un “piano B” qualora le cose in Tribunale
dovessero andare male o qualora le condizioni di gara proposte dal Comune di
Sanremo risultassero inaccettabili o insostenibili (aumento di 1,5mln del costo
Contratto e più 1% sul fatturato pubblicitario). Lo sapevamo da tempo: da
decenni il problema dell’Ariston, di Sanremo e del suo contratto con il suo Comune
era noto. Ma solo da poco il problema si è manifestato con tutta evidenza ed
ora il “piano B” non sarà facile da gestire. Saranno necessarie, appunto,
scelte di enorme rilievo strategico e come sarà possibile che le possa
prendere un Cda a sovranità limitata, privo del Presidente nei termini previsti
dalla Legge?
Ancora, questo Cda Rai a sovranità limitata non può prendere una decisione strategica, assumere già solo un “piano A” sulla cessione di quote di Rai Way che non sia una mera e limitata operazione di alchimia finanziaria. Rai non possiede, o almeno non è noto, un “piano B” su Rai Way che si possa leggere in termini di politica industriale, di progetto di sviluppo e di efficientamento e razionalizzazione del Contrato di Servizio con Rai che, ricordiamo, costa oltre 200 mln l’anno con grande gioia degli azionisti che riscuotono lauti dividendi. Per come è stata impostata, tutta la storia della vendita delle quote Rai Way serve solo a "fare cassa" certo per Rai ma pure e forse più per Mediaset.
Ancora, questo Cda a sovranità limitata non può procedere a nominare
direttori di testata ad interim da mesi senza che prima la “politica” tutta
intera, nessuno escluso, possa aver concluso il mercatino della spartizione in quote.
Si è aggiunto il caso (si fa per dire) di RaiNews24 e del suo direttore
Petrecca sfiduciato dalla redazione con oltre l’80% dei voti. Fosse solo questo
il problema: ostinatamente, ottusamente, nessuno vuole prendere atto che è “il”
problema di tutta l’informazione del Servizio Pubblico con i suoi dati di ascolto che sono ormai costantemente sulla soglia del prefisso telefono 0,qualchecosa.
Oggi Giovanni Valentini su Il Fatto titola “La crisi di RaiNews è il
disastro di tutto il servizio pubblico”. Ne siamo convinti e non da ieri e
non da ieri scriviamo che ne sono responsabili tanti, più gli amici che i nemici.
Ancora e poi ancora: questo Cda a sovranità limitata non è in
grado di battere i pungi sul tavolo del Governo per chiedere, ora, subito,
certezze sul canone 2026 e non a novembre quando i giochi potrebbero essere
fatti e chiusi. Del resto, su quale tavolo battere i pugni? Su quale partito di
Governo e a quale partito di opposizione chiedere conforto? Nota a margine:
della riforma (quale riforma?) si sono perdute le tracce.
Infine, ancora: nonostante i “rallegramenti” del consigliere
Di Pietro, la “messa a terra” del Piano Industriale e l’avanzamento verso la
Digital Media Company, per quanto è noto sapere, è ferma al palo e il recente Cda
si è limitato ad un “aggiornamento delle iniziative del Piano Industriale”.
Appunto … aggiornamento.
Ribadiamo forte e chiaro, come pure ha sostenuto l’Usigrai,
a questo Cda a sovranità limitata non resta che una sola alternativa: dimissioni
a partire dalla Agnes che non può che prendere atto della impossibilità ad
essere votata e a finire con i consiglieri di opposizione che non resta altro
da fare che prender atto che lasciare la Rai in queste condizioni di inerzia la
danneggia fortemente. Se ne vogliono rendere complici?
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