Scriviamo sul far della sera, sabato, al termine di una “giornata particolare” a Roma. Cominciamo con il dire subito che il meteo annunciava “perturbazione forte proveniente da …” non so più dove. Solitamente in queste giornate si vive in bassa Val Tiberina e però, viste le previsioni, ci siamo detti “ma si … rimaniamo a Roma”. Sicchè, la mattina di ieri, volevamo esaudire un piccolo desiderio: la Mostra su Caravaggio a Palazzo Barberini. Avete presente quando si dice “le folle bibliche” ovvero torme di turisti che sciamano come vespe impazzite, apparentemente senza meta? Il Museo apre alle 10 e, ci siamo detti, arriviamo presto così seppure sabato, troviamo poca gente. Le ultime parole famose! Fila quasi chilometrica e comunque i biglietti si acquistano solo on line perché, ci hanno detto “i proprietari vogliono sapere i nomi di chi vedrà i loro quadri gentilmente prestati per la Mostra”. Accipicchia!!!
Va beh… e allora, cosa facciamo? “Va beh, a poche
centinaia dimetri, alla fine di Via Quattro Fontane c’è la Chiesa di S. Carlino
che merita di essere visitata per suoi pregi architettonici. Ti aspetti di
trovarla vuota e invece no. Piena, affollata come allo stadio in Curva Sud e
tutti con il nasino all’insù ad ammirare la cupola ovale. Pace, amen. Ci accontentiamo.
Si è fatta una certa ora ma non ancora giusta per il pranzo. “Ho un desiderio -
dice mia moglie: andare ad un certo bar sulla Nomentana di cui si parla molto. È un
vecchio garage restaurato con una biblioteca annessa e uno spazio di “coworking”
per studenti di architettura. Interessante, andiamo. In effetti, il posto è
molto gradevole, sembra quasi di essere in un’altra città: modernello,
accogliente, piccola sala convegni (500 euro per un pomeriggio !!!) belle facce
in giro. Quella certa gente di una certa Roma un po' “così”. Bella gente, per
carità con un pizzichettino di puzzetta sotto il nasino, capitata lì per il “brunch”.
Insomma, si, va bene ma difficile parcheggiare, molto difficile. Un caffè, una spremuta
di arancia e via.
Si torna a casa, il tempo corre e tra poco, alle 15, c’è la
manifestazione a Piazza del Popolo. Bloggorai lo ha detto chiaro e tondo: NO
grazie. Però necessario esserci anche per un istante, vedere direttamente per cercare di capire. Abbiamo visto subito che la Piazza era piena. Come per i numeri di Sanremo: il successo
c’è stato. Abbiamo però avvertito chiaramente e subito un certo disagio:
dovunque si girava lo sguardo, le persone nella loro stragrande maggioranze
erano tutti abbondantemente over 50. Un mare di capelli bianchi. Cosa è
successo? I “giovani” dove sono? Ho posto la domanda in giro. Risposte vaghe e
confuse: “Loro manifestano sui social”. Ahhh behhh. Qualcosa non torna.
Nel frattempo, come pure abbiamo scritto nel post, ieri
ricorrevano le Idi di Marzo e come avviene ogni anno la vicenda viene ricordata
e quest’anno non solo si ripeterà l’orazione funebre proprio sul cippo di marmo
voluto da Augusto al centro del Foro Romano ma si aggiunge pure, per la prima volta,
la rievocazione della tragedia proprio là dove si svolse, dentro l’Ara Sacra di
Largo Argentina, sui gradini della Curia di Pompeo. Lasciamo la piazza e ci
rechiamo di gran corsa verso il Foro dove già stava arrivando il corteo. Purtroppo,
era solo una gioia per i turisti e per il resto era tutto un po' raffazzonato, compreso
un dettaglio: per entrare dentro il Foro era necessario pagare il biglietto e
la stragrande maggioranza delle persone che seguivano lo spettacolo non ne
erano informati. Va beh ... lasciamo perdere: comunque la visione del Foro
merita sempre e comunque il tempo speso.
Torniamo a Piazza del Popolo a riprendere mia moglie mentre
la manifestazione si stava concludendo. Ci avviamo verso casa, pronti a rimettere
mano alle banali vicende quotidiane di Bloggorai.
Ci eravamo lasciati con la “piccola notizia” dell’esito
positivo del referendum tra i lavoratori Rai per il rinnovo contrattuale. Avevamo
annotato il commento entusiasta dell’AD Giampaolo Rossi al quale si è aggiunto
in giornata quello della consigliera Frangi. E pensavamo fosse finita lì. Avevano
annotato pure lo “strano” silenzio delle Organizzazioni Sindacali: fino a ieri
sera nessun comunicato. Propri “strano”. Sicchè, la prima notizia dell’esito
referendario è del tardo pomeriggio/sera di venerdì ed ecco che, zacchete, alle
14.04 di sabato, l’ANSA diffonde un comunicato a firma del consigliere Natale. Un
perla di saggezza aziendale! Leggiamo solo due righe “… ottima notizia … positiva lezione di cui tener conto nell’immediato
futuro ... strategiche decisioni su Rai Way…”. Ormai il consigliere Natale si sta specializzando
con “l’unità di vedute” con l’AD come ha scritto recentemente su l’Avvenire. Quello
che è giusto è giusto. Date a Cesare ciò che è di Cesare, appunto. Magari, “Cesare”
saprebbe dire qualcosa di più su Rai Way. Il problema è che non si sa bene chi
mai potrebbe somigliare ad un “Cesare” qualsiasi.
Allora mettiamo le cose in ordine.
Quando il “popolo vota” si prende atto della sua volontà ma questo non esime
dall’esprimere un giudizio, una valutazione. Per quanto abbiamo letto e compreso,
si tratta di un contratto dove, sostanzialmente, ha vinto l’Azienda e i
lavoratori, come ci hanno detto, hanno votato “per sfinimento”. L’Azienda ha voluto
la durata di quattro anni invece di tre? Ottenuto!!! Ha voluto compensare la
vacanza contrattuale con il pagamento distribuito su due anni? Ottenuto!!! L’importo
degli aumenti non copre nemmeno l’inflazione? Ottenuto!!! E così via.
Mah ... la giornata si chiude con
un senso di incompiuto, di ancora più confuso di quando era iniziata con il
meteo che non ha azzeccato le previsioni.
bloggorai@gmail.com
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