Lentamente, inesorabilmente, silenziosamente, ci stiamo abituando
alla Rai in via di estinzione. Magari è una figura un tantinello esagerata e, per
essere più gentili e moderati, ci limitiamo ad osservare che la Rai si sta
avviando verso un processo di ridimensionamento strutturale del suo ruolo nel
panorama dell’offerta audiovisiva nazionale.
Un indice di questa dinamica non è solo la pochezza degli articoli di giornali che la riguardano (al netto di quelli che interessano i prodotti Tv o radio) ma il più generale disinteresse che si avverte su due fronti: il primo è quello della politica tutta intera per i noti motivi che non vi stiamo a ripetere per l’ennesima volta.
Il secondo fronte è quello di chi
gli gira intorno: associazioni, gruppi di dibattito, aggregazioni varie e liberi
pensatori che da sempre hanno costituito l’anima profonda e vivace del
dibattito sul Servizio Pubblico e la Rai. È calato un velo pesante di silenzio, di inerzia,
di ritirata, di pigrizia che è allo stesso tempo spaventoso e preoccupante. Come
potete immaginare, da quasi sette anni, intorno a Bloggorai, girano tante
persone, circolano tanti pensieri e si affrontano numerosi dibattiti. Lo stesso
Bloggorai si è fatto spesso e volentieri parte attiva nella proposizione di momenti
di incontro e confronto. Ebbene, da molti mesi a questa parte, tutto tace e
nessuno prova a sollevare un ciglio mentre molti si rifugiano nella comoda
curiosità verso altri mondi come, ad esempio, l’AI dove brillano per la circolazione
di articoli e citazioni varie.
Allora ci chiediamo: perché avviene tutto questo? Ci viene in mente una sola risposta: il muro di gomma. Dopo aver proposto e avanzato idee e riflessioni critiche e osservazioni e sostenuto il ricorso contro i criteri di nomina del Cda (tradito e abbandonato più dagli amici che dai nemici) ci troviamo esattamente non al punto di partenza ma ancora più dietro. Hai voglia a sollevare allarmi sugli ascolti, sui contenuti editoriali, sulle piattaforme che incalzano, sui telespettatori sempre più anziani, sull’informazione, sulla riforma della governance, sul canone, su Rai Way, sul Contratto di Servizio, sul Piano Industriale, sulla Vigilanza bloccata e sulle dimissioni del Cda, dalla Agnes in poi fino al consigliere Natale. Nulla, non succede nulla e, proprio come un muro di gomma, tutto rimbalza e ricade al suolo rovinosamente e silenziosamente, senza che nessuno se ne possa accorgere.
Esempio particolarmente evidente: l’informazione dei Tg. A dicembre
scorso AgCom comunica i dati degli ascolti dove si legge chiaro e tondo che tutti
i tg Rai perdono telespettatori, sia un anno per l’altro che negli ultimi 4
anni e che RaiNews24 è in caduta libera. Lo scorso gennaio Repubblica titola “Rivolta
al Tg2 per il crollo degli ascolti”. Nei giorni scorsi il Cda di RaiNews24
sfiducia il suo direttore Petrecca e ieri il cda della TgR ha proclamato cinque
giorni di sciopero. Tre direzioni sono in attesa della nomina del suo direttore
da mesi. Per ultimo, nel momento in cui nel mondo si dibattono temi cruciali e
accadono eventi drammatici la Rai in prima serata non ha una trasmissione di
approfondimento giornalistico. Cosa altro deve succedere per far accendere la
lampadina di allarme su questo fronte? Cosa altro occorre al consigliere Natale
che pure dovrebbe saperne qualcosa di questi temi per sollevare il problema in Cda dove magari cercare quella "unità di vedute" con il suo AD come ha scritto oggi su un giornale?
Il muro di gomma sembra essere sempre più spesso.
bloggorai@gmail.com
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