lunedì 10 marzo 2025

RAI: è l'ora del silenzio

by Bloggorai ©

Buona settimana care lettrici e cari lettori. A parte il fatto che si prospetta una bella giornata di quasi primavera per oggi non c’è nulla da segnalare. Ormai si può dire: come al solito e magari per qualcuno sarà pure una buona notizia: meno se parla meglio è.

Però ... però …ne approfittiamo per tornare su una proposta che abbiamo condiviso.

Ci sono tanti buoni e ragionevoli motivi per cui questo Cda dovrebbe dimettersi. Ci sono tanti buoni e ragionevoli motivi per cui almeno i due consiglieri di “opposizione” dovrebbero dimettersi. Ci sono tanti buoni e ragionevoli motivi per cui anche il consigliere Di Pietro potrebbe dimettersi specie dopo quanto ha dichiarato sulla situazione Rai che "...non è più tollerabile e sostenibile".

Infine, ci sono tanti buoni e ragionevoli motivi per cui Roberto Natale, giornalista e già Segretario dell’Usigrai, dovrebbe dimettersi ma uno è più rilevante degli altri.

Sul Cda è sufficiente ricordare che si trova tutt’ora prigioniero, ostaggio, della politica (tutta) che non riesce a metterlo nelle condizioni di operare nel pieno delle sue funzioni. L’Azienda è paralizzata e impossibilitata a prendere scelte strategiche di enorme rilievo. La “politica” ha le sue responsabilità ma il Cda non ne ha di meno. Devono semplicemente prendere atto che il Cda è acefalo, privo del Presidente come previsto dalla legge, ha due presidenti “dimezzati”: uno pro tempore e l’altra indicata ma non ratificata dalla Vigilanza. Nota a margine: uno è stato nominato presidente di Confindustria Radio Tv e l’altra rappresentante Rai nel Board dell’EBU (solitamente assegnato al presidente in carica). Seconda nota a margine: i consiglieri sono del tutto certi che le decisioni prese in queste condizioni non possano essere successivamente impugnate per vizio di legittimità?

Sui due consiglieri di “opposizione” (ovvero una parte di essa e nemmeno la più rilevante) è sufficiente ricordare che il loro ruolo è ancora più dimezzato e anomalo proprio perché sono a "sovranità limitata" e, bene che vada, a fare i commenti per gli “scintillanti numeri di Sanremo” e anche loro a prendere atto che la “politica” tutta, compresi i partiti che li hanno nominati, non riescono a tirare fuori un ragno dal buco. Non una parola sulla riforma, non una parola sul canone, non una parola su Rai Way.

Infine, Roberto Natale, giornalista e già Segretario dell’Usigrai, si dovrebbe dimettere non solo e non tanto perché la richiesta di dimissioni dell’intero Cda gli viene rivolta dalla stessa Usigrai per due volte, ma perché è lontano dall’affrontare il capitolo principale di tutti i problemi del Servizio Pubblico Rai: l’informazione. Ieri sera, per l’ennesima volta, ne abbiamo avuto prova provata: in prima serata, di fronte al grande pubblico, non una rete generalista Rai era dedicata all’approfondimento giornalistico sui grandi temi di attualità, di cronaca geopolitica che tanto interessano il mondo intero mentre al contrario Rete4, La 7 e Nove erano in onda esattamente su questi temi. La Rai NON ha una trasmissione di approfondimento giornalistico dove si possono confrontare idee e pareri diversi, dove si possano capire gli antefatti dei problemi e si possa ragionare sulle possibili soluzioni. Non è sufficiente affermare che Putin e Trump sono cattivi, non è sufficiente “dare la notizia” nelle innumerevoli edizioni di Tg e Gr. Occorre aiutare i telespettatori a capire, sollecitare il confronto, indurre a riflettere, spingere ad approfondire temi e problemi. Ogni tanto qualcuno si sveglia nella Savana e ricorda la BBC: “The BBC's mission is set out in the Charter. The broadcaster is to “act in the public interest, serving all audiences through the provision of impartial, high-quality and distinctive output and services which inform, educate and entertain”. Il divertimento è al terzo posto e forse non è un caso. Il consigliere Roberto Natale dovrebbe sapere molto, molto bene tutto questo e magari potrebbe pure trarne le conseguenze quali che siano. Non si vuole dimettere? Ci rendiamo conto, ci rendiamo conto (Chance, Oltre il Giardino) … magari potrebbe far sapere cosa ne pensa di tutto questo “Dati, cause e pretesto” (Guccini, Avvelenata).

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