Buona settimana care lettrici e cari lettori. A parte il fatto
che si prospetta una bella giornata di quasi primavera per oggi non c’è nulla
da segnalare. Ormai si può dire: come al solito e magari per qualcuno sarà pure
una buona notizia: meno se parla meglio è.
Però ... però …ne approfittiamo per tornare su una proposta
che abbiamo condiviso.
Ci sono tanti buoni e ragionevoli motivi per cui questo Cda dovrebbe dimettersi. Ci sono tanti buoni e ragionevoli motivi per cui almeno i due consiglieri di “opposizione” dovrebbero dimettersi. Ci sono tanti buoni e ragionevoli motivi per cui anche il consigliere Di Pietro potrebbe dimettersi specie dopo quanto ha dichiarato sulla situazione Rai che "...non è più tollerabile e sostenibile".
Infine, ci sono tanti buoni e ragionevoli motivi per cui Roberto Natale, giornalista e già Segretario dell’Usigrai, dovrebbe dimettersi ma uno è più rilevante degli altri.
Sul Cda è sufficiente ricordare che si trova tutt’ora
prigioniero, ostaggio, della politica (tutta) che non riesce a metterlo nelle
condizioni di operare nel pieno delle sue funzioni. L’Azienda è paralizzata e
impossibilitata a prendere scelte strategiche di enorme rilievo. La “politica”
ha le sue responsabilità ma il Cda non ne ha di meno. Devono semplicemente
prendere atto che il Cda è acefalo, privo del Presidente come previsto dalla legge,
ha due presidenti “dimezzati”: uno pro tempore e l’altra indicata ma non ratificata
dalla Vigilanza. Nota a margine: uno è stato nominato presidente di Confindustria
Radio Tv e l’altra rappresentante Rai nel Board dell’EBU (solitamente assegnato
al presidente in carica). Seconda nota a margine: i consiglieri sono del tutto certi
che le decisioni prese in queste condizioni non possano essere successivamente
impugnate per vizio di legittimità?
Sui due consiglieri di “opposizione” (ovvero una parte di essa
e nemmeno la più rilevante) è sufficiente ricordare che il loro ruolo è ancora
più dimezzato e anomalo proprio perché sono a "sovranità limitata" e, bene che vada, a fare i commenti
per gli “scintillanti numeri di Sanremo” e anche loro a prendere atto che
la “politica” tutta, compresi i partiti che li hanno nominati, non riescono a
tirare fuori un ragno dal buco. Non una parola sulla riforma, non una parola
sul canone, non una parola su Rai Way.
Infine, Roberto Natale, giornalista e già Segretario dell’Usigrai,
si dovrebbe dimettere non solo e non tanto perché la richiesta di dimissioni
dell’intero Cda gli viene rivolta dalla stessa Usigrai per due volte, ma perché
è lontano dall’affrontare il capitolo principale di tutti i problemi del
Servizio Pubblico Rai: l’informazione. Ieri sera, per l’ennesima volta, ne
abbiamo avuto prova provata: in prima serata, di fronte al grande pubblico,
non una rete generalista Rai era dedicata all’approfondimento giornalistico sui grandi temi
di attualità, di cronaca geopolitica che tanto interessano il mondo intero
mentre al contrario Rete4, La 7 e Nove erano in onda esattamente su questi temi.
La Rai NON ha una trasmissione di approfondimento giornalistico dove si possono
confrontare idee e pareri diversi, dove si possano capire gli antefatti dei
problemi e si possa ragionare sulle possibili soluzioni. Non è sufficiente
affermare che Putin e Trump sono cattivi, non è sufficiente “dare la notizia” nelle
innumerevoli edizioni di Tg e Gr. Occorre aiutare i telespettatori a capire, sollecitare
il confronto, indurre a riflettere, spingere ad approfondire temi e problemi. Ogni
tanto qualcuno si sveglia nella Savana e ricorda la BBC: “The BBC's mission
is set out in the Charter. The broadcaster is to “act in the public interest,
serving all audiences through the provision of impartial, high-quality and
distinctive output and services which inform, educate and entertain”. Il divertimento
è al terzo posto e forse non è un caso. Il consigliere Roberto Natale dovrebbe
sapere molto, molto bene tutto questo e magari potrebbe pure trarne le conseguenze
quali che siano. Non si vuole dimettere? Ci rendiamo conto, ci rendiamo conto (Chance,
Oltre il Giardino) … magari potrebbe far sapere cosa ne pensa di tutto questo “Dati,
cause e pretesto” (Guccini, Avvelenata).
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