Era inevitabile e facilmente prevedibile: quando le idee
sono confuse, quando non si sa più a che Santo votarsi, quando vedi l’avversario
che affanna, il gioco si fa brutto e duro e chi ha le carte in mano cerca di
affondare il colpo.
Da ieri è iniziata una partita sporca, complicata e dannata.
Tutto è iniziato con un pezzo su Repubblica.it che dava notizia di un accordo di
maggioranza sulle nomine Rai. Poco dopo è arrivata l’ANSA e ci ha messo il timbro.
Questa mattina avviene un fatto alquanto inedito e sorprendente: pressoché
tutti i giornali riportano il titolo e il contenuto dei pezzi quasi identici.
Corriere “Rai, accordo sulle nomine La Lega perde una testata”, Repubblica “Rai,
intesa sui tg la Lega punta i generi donne penalizzate”. La Stampa “Il valzer
di viale Mazzini FdI e FI fanno il pieno La Lega esce più debole”, Il Messaggero
“Rai, l'intesa sui direttori Terzulli al Tg3, Rao al Gr”, Domani “Rai, ecco le
nomine: FdI prende la radio, la Lega tiene la Tgr”, il Sole 24 Ore “Rai, la
maggioranza trova l'accordo sulle nomine per i Tg”. Tutti gli articoli, più o
meno, riportano esattamente gli stessi nomi per le stesse caselle: come se ci fosse
stata una conferenza stampa e qualcuno avesse distribuito puntualmente e generosamente le carte. Per quanto
da tanti, tanti anni, facciamo questo lavoro, una cosa del genere è rara e
decisamente inconsueta, specie quando si tratta di “pastone” sul totonomine.
Cosa è successo e perché? Anzitutto vale la pena notare che
il primo a lanciare il sasso sia stato il giornale diretto da Mario Orfeo, uno
che sulla Rai la sa molto lunga e la sa raccontare. L’articolo di ieri mattina
per certi aspetti si presentava sorprendente perché riferiva di un “accordo di
maggioranza” del quale pochi erano a conoscenza. E uno di quei pochi, curiosamente,
lo va a riferire a Repubblica. Nel pezzo di ieri, firmato Giovanna Vitale, non
c’è traccia di “opposizione”, come se fosse svanita qual piuma al vento. E, in effetti,
solo stamattina qualcuno riporta osservazioni e commenti di Ruotolo (PD,
deputato europeo) e del M5S.
Allora cosa è successo, o meglio cosa si vorrebbe che
succedesse? A nostro modesto avviso si sta giocando una carta sporca anzitutto
sul fronte interno: si prova a forzare la mano facendo intendere che si può
fare a meno della “spartizione” e che la maggioranza, esattamente con questo
Cda, potrebbe fare a meno di scendere a patti con l’opposizione. E all’opposizione
più avanti dedicheremo due righe. A poker si chiama “un giro al buio”: chi ci vuole
stare paga prima il chip e poi prende le carte.
Poi c’è ancora, tutto scoperto, il fronte esterno: quello della presidenza. È un fronte inesistente, nel senso che è ancora tutto fermo al punto di partenza: la maggioranza vuole la Agnes e l’opposizione no. I pastoni di cui sopra riportano un nostro personale convincimento che abbiamo scritto in epoca non sospetta: non sono pochi ad avere interesse a mantenere tutto fermo, esattamente così com’è. Il primo è l’AD Rossi che si può permettere di fare o disfare a suo piacimento senza obiezioni di rilievo. Il secondo è Marano che può godere di un potere che, da consigliere semplice, non avrebbe.
La manovra, il gioco sporco in corso, potrebbe anche proiettarsi su questo
scenario? Forse si. Quanto può durare ancora tenere la posizione della Agnes presidente
e quanto può resistere la minoranza a ripetere il vuoto ed inutile slogan “prima
la riforma e poi le nomine” ??? Per paradossale che possa apparire, è uno scenario
che potrebbe rimanere a lungo: nessuna delle due parti ha la forza e il coraggio
di fare un passo, quale che sia, e non rimanere con il cerino in mano.
Infine, con queste carte in tavola
per l’opposizione ora il gioco non è solo sporco ma molto pesante. Ieri abbiamo
riportato il testo del recente comunicato del consigliere Natale, che diceva
“ … l’interesse aziendale impone di uscire da questa palude” all’indomani dell’ultimo
cda. E ora, che forse, forse, dopodomani l’AD proporrà appunto di “uscire dalla
palude” e fare le “sue” nomine, ovvero quelle della sua maggioranza, ovvero
quelle della maggioranza di Governo, cosa farà il consigliere eletto in “quota
AVS” con simpatie PD? Il consigliere di Majo è scomparso dai radar da tempo, si
sono perse le tracce se mai ne avesse lasciate. Il Corriere oggi scrive “Comincia
a delinearsi la vera Rai a trazione centrodestra” … “PD e AVS denunciano le
logiche spartitorie delle nomine che il M5S chiede di bloccare” e chiude con “Placati
gli appetiti, l'AD Rossi potrà iniziare davvero a governare” e La Stampa ci mette
il carico da 11 con “ … il cda di questo giovedì, somiglierà sempre di più a un
monolite di centrodestra”.
Come se ne esce, ovvero come potrà l’opposizione evitare il noioso piantarello e salvare il salvabile? Ha una sola possibilità: chiedere le dimissioni dei due consiglieri di Majo e Natale come peraltro ha già fatto due volte l’Usigrai.
La maggioranza, il Governo, vuole fare il gioco sporco e prendersi tutta la Rai? Se lo facesse tutto da solo!!!
Comunque vale la pena ricordare
che le proposte di nomine, finora, non sono state ancora ufficialmente presentate
al Cda: il mercatino è ancora aperto.
bloggorai@gmail.com
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