“I contenuti diffusi da Rai non
possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di Intelligenza
Artificiale”
sottopancia Rai su Tg e programmi
Ieri il supplemento Economia del Corriere
ha pubblicato un lungo articolo/indagine con il titolo “L’Intelligenza Artificiale?
È già nei Piani (industriali) per una grande azienda su 4”. Si legge che la
stanno prendendo in considerazione il 54% delle aziende intervistate e per il 28%
è una priorità strategica mentre il 15% ha iniziato ad adottarla pur senza un piano
industriale e il restante 3% non la adotta e non prevede di farlo. I settori
dove si evidenzia l’indice di maturità delle aziende sull’impiego di AI vede al
primo posto le banche con il 57,1% e, a seguire, energia&utility,
assicurazioni e al quarto posto tlc e media con il 40,9%. Interessante osservare
che circa il 27% degli intervistati stima un aumento del budget per l’Ai tra il
15 e il 30% annuo
Allora, posto che l’AI sembra
essere un fattore inderogabile in una qualsivoglia azienda e ancora più in una
del settore audiovisivo, ci siamo chiesti: la Rai cosa fa o cosa intende fare o
meglio ancora cosa può fare con le risorse di cui dispone? E, inoltre, è solo
un tema di risorse oppure c’è altro? Più esattamente abbiamo strutturato una
domanda: come la Rai declina l’AI in termini di politica industriale, ovvero le
sue scelte editoriali, modelli di produzione, organizzativi e logistici, apparati
tecnologici, reti di distribuzione etc etc.
Ci siamo “messi in viaggio” (non facile) all'interno dell'Azienda ed
abbiamo cercato anzitutto di capire se c’è qualcuno che esattamente ha il bandolo
della complessa matassa, chi tira i fili e li ricongiunge in un unico contesto,
chi dirige il traffico e verso dove lo indirizza? E già questa proposizione
interrogativa ci ha presentato subito una fitta rete di ostacoli (usiamo un eufemismo,
per non dire qualcosa di più). Per quanto formalmente abbiamo potuto capire,
questi i settori e le persone che se ne dovrebbero occupare. Ecco il quadro:
- Il primo livello è il Coordinamento Iniziative Strategiche diretto da Paola Marchesini
- Chief Technology Officer diretto da Stefano Ciccotti (prossimo all’uscita) e dal quale dipende il CRITS (Centro Ricerche, Innovazione Tecnologica e Sperimentazione) diretto da Gino Alberico
- La Direzione Editoriale per l'Offerta Informativa, diretta da Monica Maggioni
- L’Ufficio Studi diretto da Francesco Giorgino
Ci risulta poi che
autonomamente singole redazioni, strutture editoriali e singoli programmi sono “interessati”
ad applicazioni di Ai
Per quanto finora a nostra conoscenza,
non è stato predisposto un tavolo di coordinamento, una cabina di regia in
grado di fornire una strategia univoca e coordinata su questo tema. Ci dicono che
la direzione della Marchesini potrebbe essere quella preposta a tal fine ma non
risultano chiari i compiti e la capacità di intervento sulle altre strutture
aziendali.
Torniamo all’articolo citato e cerchiamo di capire: la Rai
ha inserito una sua strategia per e con l’AI nel suo Piano Industriale? Quale
potrebbe essere e quali i suoi fondamenti, i suoi “razionali”? Leggiamo quanto dichiarato
dall’attuale DG Roberto Sergio quando era AD a dicembre 2023: “Il Piano che
abbiamo iniziato a esaminare oggi, prevede, fra l’altro, la possibilità di
utilizzare l’intelligenza artificiale, e quindi una analisi molto avanzata
dei dati, a sostegno di alcuni processi” ovvero tanto poco da rasentare il
nulla.
Però, nella Nota illustrativa del Piano 2024-26, al punto 1,
si legge che “L’urgenza delle sfide che Rai deve fronteggiare rende necessario
l’avvio di un percorso di trasformazione in Digital Media Company. Tale
trasformazione, che è il punto centrale del Piano industriale, richiederà
investimenti per circa 113 milioni di euro in nuove tecnologie per il rinnovo
dei modelli produttivi - anche grazie all’adozione di soluzioni basate
sull’intelligenza artificiale - e per l‘adozione di un approccio
data-driven a sostegno dei processi decisionali”. Il tema costi quindi è fondamentale
e tutta l’architettura del Piano si regge esattamente sulle risorse che Rai
potrà avere nei prossimi anni. Da precisare poi che ci troviamo già a metà
percorso del Piano industriale e ancora la “quota” prevista di 190 mln relativa
alla “vendita” di Rai Way è ancora lontana.
Il documento in nostro possesso “Piano
Industriale 2024-26 – illustrazione del Piano – 14 febbraio 2024”, prevede infatti,
a pag. 12, “interventi di Piano – modalità di finanziamento. Valorizzazione asset
aziendali – 190 ml, Cessione quota di minoranza in Rai Way e Risorse
incrementali (Contenuti e distribuzione, tecnologie e risorse umane) per 225 mln
di euro.
Cerchiamo di riassumere questo primo
passo dentro il mondo dell’Ai Rai: affrontare la sfida, gli impegni e le prospettive
richiede due elementi fondamentali connessi tra loro: una visione organica, un progetto
e risorse adeguate. Per quanto appena
abbiamo iniziato a capire e sapere, mancano entrambi. Andiamo avanti: c’è
ancora molto da dire.
ps: questa mattina verrà
presentato l'annuario della TV italiana 2024 con il tema “Multipolarità.
Televisione e streaming - verso il mercato maturo”. Vi faremo sapere.
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