Ci sono tanti ragionevoli motivi per ritenere che il Cda Rai
di oggi sia anomalo e viziato da profili di illegittimità. Come abbiamo scritto,
oggi è un punto di non ritorno, un vicolo cieco. O si modella pienamente la Rai
ad immagine e somiglianza del Governo di turno o si volta pagina e si mescolano
le carte.
Perché un Cda con profili di illegittimità? Anzitutto
obbligatorio ricordare che lo scorso 14 marzo, esattamente un anno addietro, Il
Parlamento europeo ha adottato a stragrande maggioranza l'European Media
Freedom Act (EMFA) dove si legge chiaro e tondo che il direttore e i
membri del Cda devono essere nominati mediante una procedura trasparente,
aperta e non discriminatoria etc.etc… e aggiunge pure un elemento non trascurabile:
le procedure di finanziamento si devono basare su criteri trasparenti e
oggettivi e stabiliti in anticipo. Si era alla vigilia del rinnovo del Cda
e c’era tutto il tempo per recepire, almeno formalmente, le indicazioni europee.
Nulla di tutto questo è stato preso in considerazione e pure ciononostante il Governo
ha inteso fare una forzatura, ha voluto imprimere una anomala accelerazione culminata
con il voto del 26 settembre, reso possibile dalla disponibilità del M5S e AVS
data in cambio della “calendarizzazione della riforma” poi mai avvenuta.
Si è trattato di una doppia forzatura. La prima nell’aver voluto costituire il Cda a tutti i costi e la seconda nell’aver voluto proporre i due nomi di sua spettanza senza aver concordato il nome della presidenza con l’opposizione. La Agnes non aveva e non ha tutt’ora i numeri per essere votata presidente in Vigilanza come voleva il ministro Giorgetti e, ciononostante, la maggioranza si ostina a sostenerla. In buona sostanza, un Cda voluto a dispetto e contro le indicazioni delle nuove disposizioni comunitarie che, comunque, da luglio dovranno essere applicate. In buona sostanza, un Cda “pro tempore” ovvero costretto ad una sorta di “sovranità limitata” con una doppia presidenza ovvero nella sola disponibilità dell’AD e dei partiti di Governo che lo hanno nominato, lo sorreggono e concordano "patti di maggioranza" per fare queste nomine.
Veniamo ora al secondo profilo di dubbia legittimità. Si è voluto
forzare la mano perché, si diceva in questo momento è in vigore la Legge 220
del 2015 e pertanto si deve applicare così com’è e poi si vedrà. Questa stessa
Legge prevede che ci debba essere un presidente ratificato da un voto obbligatorio
in Vigilanza e, come noto, questo presidente nel pieno delle sue funzioni non c’è.
Oggi, questo Cda, si appresta a fare un pacchetto importante di nomine senza il
presidente “autorevole e di garanzia” come invece dovrebbe esserci. Oggi, questo
Cda, si appresta a votare un pacchetto di nomine solo a seguito di un “accordo di
maggioranza” a meno che ci sia stato un “accordo occulto” che a noi è sfuggito
o tra qualche partito o tra qualche consigliere. Oggi, questo Cda, si appresta
a fare nomine pur quando i partiti di opposizione hanno chiesto chiaro e
tondo di non procedere in questa direzione mentre il sindacato dei giornalisti
Rai si è spinto oltre chiedendo per due volte le sue dimissioni (Bloggorai si è
associato fermamente).
Allora, da ieri, tutti a chiedersi: cosa faranno i due consiglieri
di “opposizione” di Majo e Natale??? La domanda appare pleonastica perché giocoforza
dovrebbero “fare l’opposizione” o almeno rappresentarla in qualche modo, altrimenti
tanto valeva avere direttamente tutti i consiglieri di maggioranza. Finora questo
non sembra avvenuto gran ché. Abbiamo visto allegre foto opportunity a Sanremo
e letto entusiasti comunicati di “unità di intenti” nonché voti favorevoli di
difficile interpretazione. Cosa faranno oggi i due consiglieri di Majo e Natale
questa mattina quando, leggendo i giornali, verranno a sapere cosa è successo ieri
in Parlamento e scopriranno cosa significa “fare opposizione” a questo Governo?
Come Bruto sulla Piana di Filippi: “Presto verrà la fine di questo
giorno e allora sarà noto il suo destino”.
ps. Non escludiamo un secondo post in giornata
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