Cielo grigio compatto e teso in bassa Val Tiberina. La primavera
bagnata illumina il panorama del verde intenso del primo grano e del trifoglietto
ed esalta il marrone profondo dei campi pronti a ricevere la semina del girasole.
Non c’è nulla di interessante da riferire sulla Rai e ne
approfittiamo per dialogare con le nostre lettrici e i nostri lettori che, dopo
quasi sette anni, ancora ci scrivono, ci propongono obiezioni e osservazioni.
Ieri abbiamo toccato due temi: Benigni e l’uscita anticipata
di Ciccotti dalla Rai. Sul primo argomento un lettore osserva “non sono paragonabili
gli ascolti di Benigni con i Dieci Comandamenti con il Manifesto di Ventotene. È
vero che non si può mescolare il Sacro con il profano ma si possono confrontare
gli ascolti non per il merito di quanto detto: abbiamo dubbi sul fatto che il numero
di chi segue Benigni sia relativo al contenuto dei suoi messaggi. Abbiamo solo osservato
che gli anni passano anche per lui e con lui la platea televisiva muta geneticamente
e anagraficamente. Un altro qualificato e attento lettore ci dice che “attaccare
Benigni è poco utile”. Non abbiamo attaccato Benigni ma solo sollevato dubbi e
legittime obiezioni sulle quali però non abbiamo ricevuto alcuna osservazione nel merito. Ma
il tema vero che abbiamo sollevato è stato quello della “casualità” con quanto affermato
dalla Meloni la stessa mattina in Parlamento. Ci scrive una affezionata e
attenta lettrice “Mi sono chiesta anche io se lei lo sapesse e oltre che rispondere
alla piazza volesse screditare in anticipo anche lui”. Esatto, proprio questo l’interrogativo
che abbiamo posto al quale nessuno risponde: la Meloni (o chi per lei) ha
ricevuto la traccia del testo di Benigni in anticipo?
Sul tema Ciccotti invece molti ci hanno scritto sottolineando
la stessa osservazione: la Rai si impoverisce. Da tempo è iniziato questo
processo che nessuno intende fermare. Tutto torna, tutto si lega.
Ma il tema Ciccotti ci porta direttamente al cuore di due grandi problemi Rai: il primo è quello del futuro “tecnologico” del Servizio Pubblico (parliamo anche del futuro della diffusione in Digitale Terrestre) e il secondo è quello del processo di fusione/cessione quote di Rai Way. Quest’ultimo sarà il dossier dell’anno e non perché andrà in porto la fusione con Ei Towers: non c’è alcuna possibilità “tecnica” che la trattativa possa concludersi entro pochi mesi. Non c’è anzitutto il “razionale politico”: il Cda Rai è tutt’ora privo del suo presidente “naturale” convalidato dal voto in Vigilanza ma solo un “facente funzioni” del consigliere anziano, ovvero un Cda a “sovranità limitata”. È impensabile che decisioni strategiche del genere possano essere assunte in queste condizioni. L’uscita di Ciccotti lascia scoperto il nervo del “razionale industriale” Rai che nessuno si è preso la briga di studiare e collocare in un contesto diverso dal “razionale finanziario” che è l’unico, al momento a tenere alta la tensione sul dossier.
Vedi in particolare i post di Bloggorai del 15 gennaio (https://bloggorai.blogspot.com/2024/01/rai-la-grande-truffa-dei-razionali.html )
e del 20 dicembre 2024 ( https://bloggorai.blogspot.com/2024/12/caos-razionali-rai-way-e-misteri.html ).
Per ora ci limitiamo a queste poche osservazioni ma c’è ancora
molto, molto da dire.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento