Se mai fosse stata necessaria una nuova metafora televisiva utile a descrivere in sintesi la situazione in cui versa la Rai, ebbene…. è stata trovata ed è molto efficace. Tempo addietro ne abbiamo trovata un’altra non meno importante proposta da Giuseppe De Rita con una barca ferma in mezzo al mare con le vele spente, senza timonieri che non sa dove dirigersi. Su Rai Tre è iniziata una nuova trasmissione condotta da Piero Chiambretti con il titolo “Fin che la barca va”. Già il titolo è un invito a nozze: la “barca” Rai va…non si sa dove ma va e, appunto, “finché la barca va ... lasciala andare”. La "barca" Rai è lasciata andare a se stessa e su quel fiume non naviga più nessuno (la politica non ha barche) e non c'è più " ... er barcarolo che rema controcorrente". E pure il Palazzo di Viale Mazzini è ormai distante dal Tevere.
Quella di Chiambretti è un barca che scorre su questo Tevere, triste, solitario
e finale fiume di una città smorta, impigrita e affollata da turisti come non mai
prima. La “barca” scivola sulle acque notturne e la città a malapena si
intravvede sullo sfondo. Non è più il “biondo Tevere” di una volta se mai lo è stato
“biondo”. Per inciso, Bloggorai è nato e cresciuto lungo il Tevere, a
cinquanta metri da Ponte Castel S. Angelo, ha giocato per anni sulle sue sponde
ed è salito spesso e volentieri sul barcone “der Ciriola” (ora affondato da un
paio di decenni). La barca di Chiambretti va su e giù dall’Isola Tiberina
fino a poco prima di Ponte Milvio, senza meta e senza destino, utile solo a tenere
a gala uno studio dove condurre un’intervista al personaggio del momento. Le immagini che scorrono durante la
trasmissione le abbiamo già viste tante volte: belle, oniriche, suggestive,
struggenti e un po’ melanconiche. Non azzardiamo paragoni recenti con Sorrentino
e la sua La grande Bellezza e senza dimenticare Lo chiamavano Jeeg
Robot di Gabriele Mainetti e non ultimo D’Agostino con Roma, Santa e
dannata. In genere, quando si copia,
si cerca di migliorare. A proposito di Santità: alla prima puntata ha
partecipato Mons. Vincenzo Paglia e termina proprio mentre passa sotto le
arcate di Castel S. Angelo. “Dovete remare” ha incitato Chiambretti. Se vi diverte fare un semplice esercizio di
similitudini e differenze con la “barca” Rai avete buon materiale.
Andiamo avanti, ovvero restiamo fermi, ovvero forse torniamo
indietro. In questi giorni c’è grande dibattito intorno a Sanremo. Non per i
“numeri scintillanti di Natale memoria ma per il nuovo bando di gara che il Comune
di Sanremo si appresta a deliberare a seguito della sentenza del TAR e che
il 22 maggio verrà discussa al Consiglio di Stato. L’aria che tira non è per niente
buona: il nuovo contratto si presenta alquanto esoso: 1,5 mln in più rispetto
al precedente, 1% sugli introiti pubblicitari, due manifestazioni da mandare in
onda in diretta e altri oneri vari. Come noto, da anni, la Rai era ed è in sofferenza
logistica ed organizzativa (nonché economica) sullo svolgimento del festival al
Teatro Ariston e, come noto, da anni nessuno si è preoccupato per tempo di cercare un “piano
B”. Ora ci siamo: Torino si è candidata ad ospitare una “cosa” nuova e presto si
dovrà decidere e, appunto, torniamo al punto di partenza: questo Cda è in grado
di prendere una decisione di tale rilievo strategico?
Chiudiamo con una nota sul post di ieri quando ci siamo
chiesti perché “È calato un velo pesante di silenzio, di inerzia, di ritirata,
di pigrizia” sul quel mondo che gira intorno alla Rai, al Servizio Pubblico, composto
da Associazioni, gruppi, chat collettive. Abbiamo proposto una risposta: il muro
di gomma. Una lettrice ci ha fatto ricordare un dettaglio che spesso ci sfugge:
chi si occupa di Rai ha un’età media del tutto simile ed omogena con il pubblico
della Rai e forse anche più. Le lettrici e i lettori stessi di Bloggorai
sono “giovani dentro” ma anagraficamente piuttosto “adulti” … molto adulti. Ci credo
bene che spesso “fanno fatica” ad aderire, promuovere o partecipare a qualcosa,
quale che sia.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento