sabato 22 marzo 2025

La Rai tra Benigni e Rai Way

by Bloggorai ©

Premessa: Bloggorai non appartiene al novero di chi sostiene “io dico quello che penso”. A Bloggorai piacerebbe appartenere al novero di chi prova a pensare prima a ciò che vuole dire. Magari non ci riesce, ma ci prova.

Allora, abbiamo atteso un momento prima di entrare nel merito della serata di Benigni su Rai Uno. Avevamo avuto una sensazione che ora possiamo confermare: non ci è piaciuto per tanti ragionevoli motivi. Abbiamo avuto subito la sensazione di qualcosa già vista, già ascoltata e forse più di una volta sola. Il qualcosa era nel merito e nella forma di quanto ha sostenuto. Sul merito di quanto ha sostenuto ci sarebbe poco da dire: tutto ampliamente condivisibile, tutte affermazioni sacrosante e necessarie ma che proprio perché ripetute più volte e allo stesso modo rischiano di scivolare via e non lasciare traccia. Il pubblico di Rai Uno che lo ha premiato con circa 4,3 milioni di telespettatori non è stato un “boom” anzi, al contrario: esattamente poco più di dieci anni addietro ha fatto ben oltre con I dieci Comandamenti con più di 9 milioni per la prima serata e uno share del 33.2% e 10 milioni e 300 mila telespettatori con il 38.3%, per la seconda serata. Se questo pubblico si è dimezzato vorrà pur dire qualcosa o no? Si aggiunga pure che questo stesso pubblico si allinea perfettamente con la media anagrafica dei telespettatori Rai: 58 anni. Grosso modo, è la stessa età dei partecipanti alla manifestazione di Piazza del Popolo. I “giovani” sono sempre assenti, da una parte e dall’altra.

Ma l’elemento che più ci ha colpito è stato constatare la “singolare combinazione” con quanto ha detto la mattina la Meloni in Parlamento. E’ stato un fatto del tutto casuale che entrambi hanno affrontato lo stesso tema del Manifesto di Ventotene? La Meloni forse era stata informata in precedenza sul testo di Benigni o Benigni ha “semplicemente” risposto alla Meloni? La domanda ha un suo fondamento e la risposta apre scenari importanti. Certo è che Benigni ha fornito un “controcanto” alla Meloni che, a nostro modesto giudizio, non meritava. È stato giustamente scritto da più parti che la Meloni ha volutamente provocato la coscienza civile nazionale offendendo la memoria di chi ha scritto il Manifesto di Ventotene per distogliere l’attenzione da ben altri problemi. Perché allora estendere l’effetto della distrazione di massa più di quanto la Meloni stessa ha potuto ottenere?

Infine, non ci sono mai stati in grande simpatia i comici e gli attori che “fanno” politica, in specie quando la loro partecipazione avviene in cambio di un lauto compenso “artistico” e Benigni l’altra sera sembra ne abbia avuto uno ben sostanzioso. Non ci è mai piaciuta la “politica” che si fa spettacolo, quello stesso che per tanti anni recenti ha dominato la scena pubblica e che tutt'ora sembra avere grande successo. A scorrere l’elenco degli attori, conduttori, volti noti della Tv passati alla “politica” viene l’orticaria.  

Bene, ora vi diamo una notizia inedita: il CTO Rai, Stefano Ciccotti, lascia la Rai con due anni in anticipo sulla data prevista per il suo pensionamento. Due considerazioni: la prima si riferisce alla sfera strettamente personale, assolutamente insindacabile e rispettabile. La seconda invece si riferisce alla sfera “pubblica” ovvero al suo significato, al suo “peso” rilevante all’interno alla situazione Rai ed ai problemi che ora si aprono con la sua uscita. Ciccotti è unanimemente riconosciuto come uno dei pochi esperti e qualificati manager pubblici nell’ambito delle telecomunicazioni audiovisive, è un patrimonio consolidato nella cultura del Servizio Pubblico. È stato AD quando Rai Way è andata in Borsa e ne ha guidato gli sviluppi successivi fino alla sua ancora poco chiara sostituzione. È tuttora la persona giusta al posto giusto per fornire una lettura “industriale” utile e vantaggiosa per il Servizio Pubblico e non brutalmente finanziaria nell’ipotesi di cessione di ulteriori quote di Rai Way e nel processo di fusione con Ei Towers.

Al netto delle scelte personali, la sua uscita dalla Rai non può passare inosservata ed è destinata a lasciare un segno, proprio nel momento in cui presto il dossier Rai Way tornerà in primo piano. Ora si porrà il problema: chi lo sostituirà? Una risorsa interna da cercare tra uno dei suoi collaboratori come sarebbe giusto e necessario oppure si inventeranno qualcosa di “bizzarro”??? Magari qualcuno più “compatibile” con i progettisti finanziari dell’operazione Rai Way?

bloggorai@gmail.com  

Nessun commento:

Posta un commento