Ieri, alle 15.27, è stata diffuso un comunicato Usigrai molto interessante. Si legge “Se la Rai è ostaggio dei partiti il Cda se ne vada. La Rai di oggi è la rappresentazione plastica dello stallo politico che diventa stallo aziendale il CDA viene rimandato perché manca l'accordo politico sulle nomine di tre direzioni di testata che restano così ad interim un CDA peraltro presieduto da un presidente anziano privo quindi della legittimazione di garanzia richiesta dalla legge attraverso il voto favorevole di due terzi della commissione di Vigilanza. L'amministratore delegato dopo cinque mesi di mandato non ha ancora ritenuto di incontrare il sindacato delle giornaliste e dei giornalisti Rai così come non ha mai risposto alla convocazione della commissione di vigilanza evidentemente perché non ha risposte da dare. Se questo Cda non è in grado di far procedere la RAI allora faccia un passo indietro”.
Benvenuti a bordo! Bloggorai lo scrive da tempo: questo Cda è il frutto avvelenato di un albero malato. Figlio di un tradimento e nipote di una Legge ormai superata.
Un sassolino nello stagno, piccolo piccolo, ma che si
accompagna ad un certo rumore di fondo che si avverte nel sotto bottega delle
faccende Rai. Ieri, per tutta la giornata, abbiamo avvertito molto traffico
telefonico e di messaggi che ruotavano intorno al raggiungimento di un possibile
accordo tra maggioranza ed una parte di opposizione per la presidenza Rai. Nota
bene: tutto questo è avvenuto il giorno successivo al rinvio del Cda previsto
per domani dove sarebbero dovute avvenire le nomine vacanti nelle testate e in altri
ruoli. Ne abbiamo scritto a lungo nel post di ieri.
Osservazioni: è alquanto inedito e anomalo il comunicato Usigrai
che chiede le dimissioni del Cda. Tra l’altro, in Cda siede un loro autorevole
ex segretario, Roberto Natale, che magari se mai condividesse il senso "politico" del comunicato potrebbe fare anche da solo un beau geste
almeno di minacciare le sue dimissioni: potrebbe riscuotere applausi a scena
aperta ed entrare nella storia del Servizio Pubblico. Allora, perché il Sindacato
dei giornalisti Rai si espone a tal punto? Solo perché Rossi finora non li ha
ricevuti? Poco. C’è qualcosa di più e questo qualcosa va ricercato dentro l’area
di opposizione o di ciò che ne resta dopo le macerie del “prima la riforma
(quale?) e poi le nomine”.
È evidente che cresce l’insofferenza, specie tra i partiti di maggioranza e, in particolare, a Palazzo Chigi, per il perdurare dello stallo. In particolare, ci riferiscono fonti autorevoli, è proprio lì tra le fila del Governo che cresce il fastidio e la voglia di chiudere presto la partita e, forse, a qualsiasi prezzo. Rossi potrebbe aver intuito il messaggio ma non riesce a dargli seguito. È evidente che permane altrettanta la confusione (e la tensione) tra i partiti di opposizione che non sanno che pesci prendere. E, forse, proprio in questo ambito che si potrebbe cercare una risposta. Ieri ha girato con insistenza una voce che dava per raggiunto un accordo per i due voti mancanti in Vigilanza necessari a far passare la Agnes. Nessuno ha confermato e nessuno ha smentito una “non” notizia. Certo è che, per quanto Bloggorai ha riscontrato direttamente, qualcuno disposto a riproporre il tradimento del 26 settembre c’è ... certo che c’è!!! E, di conseguenza c’è qualcuno che ha grande interesse a mantenere in vita questo Cda e dare un “aiutino” a Rossi&C. Certo che c’è! Il problema è solo di “prezzo” da pagare e "merce" da scambiare: quanto si è disposti a rimetterci la faccia cambiando posizione per ottenere cosa in cambio?
I colleghi esperti di nomi, di trattative e di equilibri interni segnalano molti movimenti e cambi di posizione (o quota che dir si voglia) vedi quanto si legge di Ciannamea che da “quota Lega” si sarebbe spostata in altra “quota” come pure, tempo addietro abbiamo letto su La Stampa (M. Tamburino del 28 settembre) della Ammirati (RaiFiction) che da “quota” PD si sarebbe spostata in altra “quota”: “La Lega ha un'altra carta da giocarsi ma la tiene coperta: la potente direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati”. Finezze, dettagli. Ci dicono che le trattative si arenano più sui dettagli (dicono della Sala al posto della Calandrelli a Rai Cultura: chi in "quota" 5S e chi in "quota" PD?) che non sulle grandi poste in palio, come il Tg3 o la Tgr. Come abbiamo già scritto, è in corso un gioco a somma zero dove nessuno dei contendenti può vincere. Non può (o non potrebbe) vincere la maggioranza con la Agnes che non passa in Vigilanza e non può (o non potrebbe) vincere l’opposizione che non riesce a portare a casa il risultato della nomina di un presidente di garanzia. Salvo che ... salvo che ...
Il Cda Rai e Rossi
in particolare sentono l’aria che tira e si autobloccano e, esattamente come la
Vigilanza, non si convocano e non procedono con il risiko delle nomine. Questa sera
alle 20 è in calendario un Ufficio di presidenza della Vigilanza. Vedremo.
Sintesi: o passa la Agnes o non passa la Agnes. Tutto il resto
è noia.
Bloggorai@gmail.com
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