sabato 22 febbraio 2025

RAI: lo sbando e lo stallo, umano e politico

by Bloggorai ©

Bisogna, è necessario essere sul luogo dove le “cose” avvengono per cercare di capire il suo profondo e intimo significato umano. È necessario incontrare lo sguardo attonito e smarrito delle persone per intuire quali pensieri hanno nella loro mente. Bisogna ascoltare il loro sentimento ed osservare i luoghi dove questi si esprimono per comprendere pienamente il senso e la prospettiva di quanto accade e, ancora di più, di quanto potrà avvenire.

Abbiamo provato a passeggiare, ad incontrare amici e colleghi, intorno a Viale Mazzini, Via Asiago, Via Teulada e Borgo Angelico. Luoghi che conosciamo bene. Abbiamo incontrato alcuni di loro anche lontano da quei luoghi e gli abbiamo chiesto come stanno vivendo questo momento. “Male, grazie” è stata la risposta più frequente, condita da una smorfia di sottile dolore. “Ho perso, sto perdendo, non solo e non tanto un pezzo della mia storia, della mia identità. Comincio ad avere paura per il mio prossimo futuro che non ha più dimensione di tempo e di spazio. Non so se e quando potrò “tornare” in un luogo fisico, avere una scrivania con qualche mio piccolo oggetto. Non so se e quando potrò prendere un caffè con un collega di un altro piano e scambiare due chiacchere. Ma, forse è il timore più grande, è che questa mia “assenza” fisica possa essere l’anticipo di una ancora più grande e che, in poche parole, la mia presenza possa considerarsi “irrilevante, inutile o superflua”. Semplicemente si tratta di immaginarsi fuori, licenziato, dimesso”. Un’altra: “A Mazzini avevo una bella stanza, con le piante, e ora sono in casa, passeggio con il cane e attendo una telefonata che non arriva. Scrivo al mio dirigente che non mi risponde. Pongo problemi e faccio osservazioni e la risposta è vaga quanto inutile”  

Un altro, dopo un caloroso abbraccio (seppure di sponde politiche opposte), alto dirigente con grandi responsabilità lo incontriamo con andamento lento, vicino un noto bar intorno Viale Mazzini. “Come va? Dove sei collocato ora?”… “Va … va … in verità non lo so bene. Nel senso che ancora non ho una collocazione fissa”… “Non ci posso credere … un ruolo del tuo livello che non ha una stanza?” … “Credici ... credici … Ora ti saluto, devo andare” … ciao … ciao e tanti auguri! Ad un altro, che sappiamo essere molto bene informato sui temi della logistica, chiediamo: “Ma l’AD e il DG dove sono collocati fisicamente? Suppongo a Via Asiago?” … “non te lo so dire” che leggiamo bene con “non te lo voglio dire e non perché mi stai antipatico ma perchè non lo sappiamo ancora bene nemmeno noi dove si collocheranno”. Ahhh ... chiaro, capito. Grazie. E così via, uno/a dopo l’altro/a.

Tornando verso casa, passiamo davanti a Via Pasubio e un filo di tristezza ci pervade.

Il terremoto dell’evacuazione di Viale Mazzini non è solo un problema logistico, non riguarda solo le pesanti responsabilità di tutti coloro che da decenni sapevano e non hanno fatto tutto il possibile per porvi adeguato e tempestivo rimedio. È un cataclisma per centinaia di persone e, di conseguenza, per la stessa Azienda che d’improvviso deve fare i conti con un fenomeno umano complesso da gestire. Piccolo ma significativo esempio: la biblioteca di Viale Mazzini. Che fine faranno le persone che ci lavorano? È verosimile supporre che per il tempo necessario al suo trasferimento e alla sua nuova collocazione possa passare molto, tanto tempo. Significa che semplicemente queste persone o rimangono “sospese” o si dovranno collocare in altre strutture. Non parliamo poi del significato simbolico, iconico, della chiusura di una biblioteca o del suo trasferimento tra i campi lontani di Via Salaria. La Biblioteca non è solo un luogo di "scambio merce” di cessione di libri in prestito o in consultazione: è un luogo vivo di incontri, di confronti, di possibili iniziative di dibattito. In altre parole, la Biblioteca Rai è “servizio pubblico allo stato puro, essenziale e fondamentale. Ancora dobbiamo leggere un comunicato stampa di qualche consigliere che ha intuito il tema.  

Lo sgombero di Viale Mazzini, non a caso, si accompagna e segue da presso lo “sgombero” politico dell’Azienda. Sono mesi che è senza presidenza e nulla, oggi, lascia intendere che ci potrà essere presto. La Rai è governata “ad interim”, provvisoriamente, con due presidenti dove l’uno è ignaro dell’altro: Marano di fatto e Agnes di diritto, seppure solo governativo. Non si possono e non si dovrebbero fare scelte importanti, strategiche anche per non incorrere nel rischio di possibili danni erariali per atti compiuti senza i crismi di legittimità. 

Sicchè oggi leggiamo due notizie tutte da interpretare: la prima su Repubblica “Intesa sulle torri tv tra Rai, F2i e Mfe” laddove si parla di “intesa” ma di fatto si tratta solo di un accordo sulla scelta dell’advisor comune. La seconda la leggiamo su Il Fatto laddove si legge che l’Ad Rossi “ha deciso di non aspettare più lo sblocco della Vigilanza (che non si sblocca) e giovedì prossimo porterà in Cda Rai una serie di nomine”. Si tratta per lo più di direttori di testate (Tgr, Tg3 e RaiNews24, proprio quella oggi diretta dal noto Petrecca) e un ruolo da “poco conto” ovvero “la direzione coordinamento generi da affidare a Stefano Coletta, ultimo tentativo di far funzionare la struttura orizzontale”.

Come abbiamo scritto ieri, cercate di salvare il salvabile. Nota a margine: nel mentre e nel quando scoppiava il problema della notizia farlocca di RAiNews24, il consigliere Natale ha fatto sapere con un Comunicato stampa  di avere chiesto all’AD di “attivarsi per tempo” sui prossimi referendum. Chissà, forse, faranno sapere.

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