mercoledì 19 febbraio 2025

Sanremo: Apologia di un "successo"

by Bloggorai ©

La fortuna, il “successo”, di Bloggorai che in sei anni è riuscito a mantenersi in buona salute e a crescere costantemente nel numero dei lettori e delle lettrici  è, forse, perché non è un partito. Bloggorai non è “in quota” a nessuno, non ha sponsor o pubblicità, non ha contratti di collaborazione e non percepisce compenso alcuno, non ha incarichi universitari ottenuti senza concorso, non viene invitato a presentare libri o moderare dibattiti. Si può quindi permettere grandi lussi di autonomia e indipendenza perché Bloggorai sa bene che i suoi lettori, le sue lettrici, appartengono a culture e sensibilità molto diverse tra loro.

Ieri due tra loro, autorevoli e affezionati, ci hanno scritto: il primo ha sostenuto che “Dopo anni e’ un festival dove ha vinto la canzone e perso la politica, a parte lo strazio di Benigni … E soprattutto ha portato i giovani a riavvicinarsi alla televisione con la T maiuscola!... Quello che i giovani non sopportano sono i pistolotti politici, che a noi dicono qualcosa ma a loro nulla!”. Sostiene il secondo lettore: il precedente Sanremo di Amadeus è stato “Un palco trasformato in un megafono ideologico, tra monologhi sull’aborto, l’agenda gender e la propaganda LGBTQ, scandali costruiti a tavolino e blasfemia finanziata con i soldi del nostro canone… Ebbene, quest’anno non se ne è vista nemmeno traccia … Nessun sermone propagandistico da agenda arcobaleno, transfemminista o woke… Nessuna menata ideologica o scandalo a spese dei contribuenti."  Per favore Bloggorai, allarga lo sguardo e prendi in considerazione tutte le sensibilità in campo”

Per certi aspetti hanno ragione tutti e due, per certi aspetti. In buona sostanza, cosa contestano a Bloggorai? mettere in discussione il “successo” non tanto nei numeri quanto nelle modalità, i mezzi, con sui è stato ottenuto. Sosteniamo e ribadiamo che i due termini "successo" e "contenuti" sono inscindibili. Leggiamo nelle loro righe un pensiero prevalente: vince la “canzone” ovvero vince Sanremo, questo tipo di Sanremo, proprio quando tiene lontano la “politica” e le sue beghe. E, in questa chiave, si trovano in buona compagnia di tutti coloro che brindano al “successo” di Sanremo 2025.

Chi segue Bloggorai da sei anni sa bene come la pensa su Sanremo (vedi i post degli anni precedenti: “domenica 11 febbraio 2024 “Sanremo: lo specchio infedele della normalità?” https://bloggorai.blogspot.com/2024/02/sanremo-lo-specchio-infedele-della.html ). Per tutti i Sanremo che abbiamo seguito la linea è stata sempre la stessa: cercare di capire e sapere, leggere il suo “senso” politico e sociale, la sua “narrazione” prevalente e l’uso che viene fatto della stessa. Ovviamente con la dovuta irritazione per quando si avvertono costantemente i mezzi e mezzucci, le tresche e i tarallucci con la concorrenza Mediaset, gli spot occulti e i giochi sui numeri dei telespettatori. Non ci siamo mai schierati dalla parte dei grossolani corifei del “successo” quale che esso sia senza mai specificare in cosa consiste questo “successo” relativo o assoluto che dir si voglia e, ribadiamo puntualmente, per come lo si ottiene.  

Allora, con buona pace di chi vorrebbe tenere lontano Sanremo dalla politica, appunto, Bloggorai si sofferma e pone attenzione esattamente su questo aspetto: il presunto “successo” di questo Sanremo lo si vorrebbe ascrivere esattamente nella sua distanza dalla “politica” genericamente intesa e financo dalla pretesa “coesione sociale”, ma anche dalla cultura, dalla società etc … ovvero “sono solo canzonette” di “cuoricini cuoricini”.  È solo su questo tema che non ci intendiamo ed è su questo tema che siamo distinti e distanti con questi due cari lettori e da altri che godono dei “numeri scintillanti” (Natale Dixit). Se si vuole affermare che Sanremo di Amadeus con gli sbaciucchiamenti di Fedez e le scarpe abusive di Travolta sono stati “battuti” da Conti ci può anche stare. Ma da qui a definirlo “successo” ce ne corre.

Giust’appunto, una volta per tutte, intendiamoci bene cosa possa significare esattamente questo termine. Treccani: succèsso2 s. m. [dal lat. successus -us «avvenimento, buon esito», der. di succedĕre, nel sign. di «avvenire» e in quello di «riuscire, avere buon esito»]. – 1. Il succedersi, il susseguirsi di fatti, di avvenimenti, o più genericamente di frazioni di tempo; con questa accezione, ormai soltanto nella locuz. avv., ant. o letter., in successo di tempo, col tempo, in un secondo momento, in seguito:  2. Ciò che segue a un fatto ed è in rapporto di conseguenza, o più semplicem. di posteriorità, con esso; quindi, in genere, esito, riuscita”. Molto semplice: buon esito successivo allo svolgimento di un avvenimento. Utile pure leggere il testo di Giorgio Gaber sul “successo”: “… Ma il successo degli anni 90, ha una sua caratteristica. Quella di coincidere totalmente con la popolarità. Uno ha successo solo se è popolare …  E questo è un bel vantaggio per le giovani generazioni. Che dovevano occuparsi della loro formazione per diventare seri, preparati, uomini di pensiero. Ma quale pensiero. La vera formazione professionale è quella che ti apre le porte per andare da Maurizio Costanzo, da Gerry Scotti, da Frizzi, e poi da Bonolis, da Castagna, dalla De Filippi e da Magalli
E anche da Marzullo ... sottovoce … Si arriva tristemente alla conclusione che per avere successo è meglio essere un po' cretini. Cretini, ma popolarihttps://www.giorgiogaber.it/discografia-album/il-successo-prosa-testo .

Sanremo ha avuto “buon esito”? Si certo. se ci limitiamo a questa semplice domanda la risposta è pari semplice. Ma Bloggorai non ha posto solo questa semplice domanda. Bloggorai ha posto il tema di “questo Sanremo” gestito e sostenuto da “questa destra” di Governo che lo ha voluto e confezionato a sua immagine e somiglianza.

Si potrà obiettare che i precedenti Sanremo avevano lo stesso “timbro” politico? No, ci verrebbe da dire proprio di no: mai avevano assistito ad una così forte e chiara marchiatura. Si tratta della più importante manifestazione televisiva dell’anno che, per la prima volta, era e doveva essere in perfetta corrispondenza politica culturale con la maggioranza di Governo che giocoforza deve sostenere che "va tutto bene". Non poteva e non doveva andare male, non poteva e non doveva essere macchiata da “pistolotti” politici, tutt’al più una leggera passatina di Benigni con una spruzzatina leggera di Malgioglio. 

Oltre Sanremo, questo Sanremo c’è tanto di più ma è ora di chiudere il capitolo e andare avanti.

bloggorai@gmail.com  


 

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