venerdì 28 febbraio 2025

RAI: l'equilibrio impossibile

 

by Bloggorai ©

Fenomeni mediatici di altro tipo: nei giorni scorsi ha fatto il giro del mondo un video terrificante realizzato con l’AI e firmato Trump sul futuro della Striscia di Gaza per come la vede lui e i suoi alleati. Allora, ieri è successo che è stato diffuso un video, sempre realizzato con l’AI che deride e spernacchia il primo video trumpiano e mette in luce il dramma di Gaza e delle oltre 45 mila vittime. Sul primo c’è stato gran clamore, il secondo è passato quasi inosservato. Perché?

Veniamo a fenomeni politici di altro tipo. Ieri abbiamo saputo che la Rai avrebbe rinunciato alla richiesta di “sospensiva” per il ricorso al TAR della Liguria per l’assegnazione del prossimo Festival di Sanremo e che quindi si andrà a sentenza di fronte al Consiglio di Stato il prossimo 22 maggio. Se va bene amici come prima e il Festival rimane dov’è ma se va male salta il banco e la Rai si dovrà inventare qualcosa. Cosa non si sa ma certamente, qualora il TAR dovesse mai emettere sentenza avversa, saranno dolori, grossi dolori.  Il Comune di Sanremo ha intenzione di procedere con la gara.

La situazione non è buona. No … non è buona. Sulla fragilità e indeterminatezza di questo Cda abbiamo detto di tutto e di più. Sanno di essere in ostaggio e sanno di essere totalmente dipendenti dalla politica. Se magari qualcuno avesse un briciolo di “saggezza” avrebbe solo una possibilità di uscirne lindo e pinto: dimettersi o almeno far finta di farlo, minacciarlo, battere un ditino sul tavolo per fare un piccolo rumore con la speranza che qualcuno se ne possa accorgere.

Se la Rai è ferma qualcuno se ne avvantaggia: questo non è un gioco a somma zero come quello per la nomina della presidenza.

Allora, ci si chiede: quali sono i meccanismi perversi che intralciano sostanzialmente la chiusura delle trattative. C’è un soggetto che detta l’agenda e i suoi contenuti ed è in grado di tenere tutto e tutti sotto scacco: la Lega e segnatamente il suo Ministro di riferimento che impatta sulla Rai ovvero Giancarlo Giorgetti. Nel suo mazzo ci sono due carte fenomenali che gioca abilmente e brandisce come una clava di ricatto: il canone e Rai Way.

Passo indietro: lo scorso anno si stava dibattendo se riportare la riscossione del canone fuori dal pagamento in bolletta elettrica perché, si diceva, “lo chiede l’Europa”. Sicché, eravamo a luglio 2023, il ministro annunciava che “… la pluralità di ipotesi allo studio”, quella di agganciare l’imposta a un'utenza telefonica, visto che ormai programmi e serie tv si possono guardare anche su smatphone, tablet e pc”. Della proposta specifica non si è saputo più nulla però è rimasta sottotraccia la notizia centrale: al ministero stanno tutt’ora studiando se, di quanto sarà l’importo e in che modo verrà riscorso il prossimo canone 2026, visto peraltro che le ultime due manovre inserite nella Lege di Bilancio sono ritenute intrinsecamente transitorie. Dunque: il canone è un dossier aperto e presto si tornerà a parlarne, visto pure l’attuale dibattito sui provvedimenti energetici che il Governo sta studiano e che vede lo stesso Giorgetti al centro della tensione con la sua Capa del Governo. La Rai non può decidere nulla sul suo futuro se non è in grado di sapere oggi su quante risorse può contare e la Digital Media Company in queste condizioni se la sogna: bene che vada potrà cercare di sopravvivere.

L’altra carta di assoluto rilievo nelle mani di Giorgetti è la cessione della quota di RaiWay. Al momento, si stanno muovendo solo gli avvocati e i consulenti che hanno concordato unicamente un MoU con l’obiettivo di strutturare una road map entro i prossimi 6 mesi. Leggiamo stamattina su Repubblica che Mediaset, la controparte proprietaria di Ei Towers, ha fretta (anche loro!!!) di chiudere l’affare: “… a giugno dovrebbero essere celebrate le nozze tra Rai Way e Ei Towers (40% Mfe), che secondo gli analisti permetterebbero al gruppo di valorizzare la quota nella società della antenne tv per almeno altri 400 milioni”. Altamente improbabile e pressoché impossibile che questo possa avvenire però getta fumo negli occhi e genera appetiti finanziari. Ad ogni stormir di fronda su questo tema qualcuno, nel giro di poche ore, incassa molti bei soldini. Perché Giorgetti ha le carte giuste su questo tema? Semplice: perché sarà lui a valutare e quindi decidere/autorizzare il deal se sarà conforme a quanto disposto con il DPCM delmaggio2024 dove si legge che gli “accordi di gestione e governance idonei a garantire i migliori standard di sicurezza e qualità per la diffusione dei contenuti del servizio pubblico radiotelevisivo”.  Tradotto in italiano corrente. Se la Lega non otterrà ciò che chiede ai diversi tavoli Rai ai quali partecipa, la trattativa su Rai Way rimane dov’è e dove è stata durante questi ultimi 10 anni e se la Rai non porta a casa, presto, quell’importo previsto il Piano Industriale se lo sogna e se il Piano industriale rimane un sogno l’Azienda è ferma e se l’Azienda è ferma gli altri avanzano e se gli altri avanzano la Rai arretra. Tutto sommato è il disegno che potrebbe andare bene a molti, dentro e fuori la Rai. In queste condizioni, il Cda attuale può rimanere benissimo dov’è, con Marano (Lega) presidente anziano pro tempore. Agnes si o Agnes no ??? C’è tempo, almeno fino all’arrivo della primavera.

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