martedì 4 febbraio 2025

RAI: la strategia del silenzio

by Bloggorai ©

La strategia del silenzio. Chi sa tace e chi non sa … tace lo stesso. Chi ha l’obbligo di sapere e chiedere non sa e non chiede e, se magari chiede, attende fiducioso che “faranno sapere”. Chi non ha questo obbligo, semplicemente, parla d’altro o, meglio ancora, non parla proprio. Tace.

Non ce la caviamo semplificando con “Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire…”. C’è di più, c’è di meglio.

Giust’appunto. Ricorderete certamente che ai primi giorni del mese vi abbiamo riferito una storia interessante. Il 5 gennaio riportiamo il titolo del “Quotidiano del Sud”: “Uno sgarbo al Quirinale. La Rai ha rifiutato il film sul delitto Mattarella”. Abbiamo posto alcune domande: è vero o non è vero che il filmato è stato proposto e la Rai lo avrebbe rifiutato? In subordine, chi è perché avrebbe deciso? Ancora, ci risulta da uno nostra fonte che la Rai avrebbe dato un incarico per la realizzazione di uno “speciale” analogo,sullo stesso argomento, a Paolo Mieli. È vero o no? È calato un muro di gomma, di cemento armato. Nessuno, o quasi, ha ripreso il tema. Lo riteniamo grave. Ieri sera però abbiamo appreso che il docu–film Magma andrà in onda la prossima settimana su La7 e poi su Netflix. Eccellente: la domanda su chi fa “servizio pubblico” con l’informazione è sempre più lecita.

Bloggorai ha una “collezione” di domande, di interrogativi, di problemi sollevati che ne basterebbero la metà per tenere impegnato un consigliere di amministrazione qualsiasi. Nulla, si tace e si “dialoga” come abbiamo scritto più volte e come, ad esempio, abbiamo letto recentemente su Il Tempo quando, di fronte all’editto dell’AD sul superdirettore dei “generi” un consigliere, uno a caso, avrebbe invitato lo stesso Rossi a prendere un caffè con Ranucci di Report per prendersi un caffè e chiarirsi, del genere “parlatevi e trovate un accordo”. Si aggira nei dintorni un genio della diplomazia politica finora inespresso. Non lo avevamo visto arrivare.

Bene, ieri abbiamo scritto la notizia della probabile, quasi certa, nomina di Antonio Marano come Presidente di Confindustria RadioTv (CRTV). Abbiamo pure scritto che ci potrebbero essere problemi di compatibilità con i due ruoli che nel caso verrebbero ricoperti in quanto presidente FF/anziano/pro tempore della Rai assunto dallo stesso  Marano. Abbiamo, per ora, solo capito che fintanto che la carica in Rai è transitoria non sarebbe incompatibile con quella in CRTV e poi … si vedrà. Perché allora non attendere che venga nominato il/la presidente Rai nel pieno delle sue funzioni? Come pure, a proposito di silenzio, nelle settimane scorse, abbiamo riferito della nomina della Agnes come rappresentante Rai all’EBU, incarico solitamente ricoperto dal presidente nel pieno delle sue funzioni mentre la Agnes, al momento, di fatto è “semplice” consigliere mentre la sua designazione come presidente non ha valore fintanto che la Vigilanza non la ratifica. Cosa unisce i due (ad altri interrogativi)argomenti? Semplice: che il principio secondo cui valgono più gli “accordi” che non le “regole” ha preso il sopravvento ed è divenuto prassi comune. Prima gli accordi, le trattative sottobanco, il “dialogo” sobrio e garbato e poi le regole. Così fan tutti. O quasi.

Sei in divieto di sosta e ti devo fare una multa? Parliamone e magari un accordo lo troviamo. Per essere eletto dal Parlamento dovresti confrontare il tuo CV con quello degli altri candidati secondo criteri “aperti, trasparenti e non discriminatori” come la legge e il buon senso richiedono? Chissenefrega! Il Governo mette mano al canone e non potrebbe farlo? Chissenefrega, lo fanno e basta e tutti gli altri tacciono. Facciamo una accordo e risolviamo il problema e, zacchete, il 26 settembre, di Majo e Natale vengono eletti. EBU, CRTV: si può fare che si nomina qualcuno in odore di illegittimità? Boh … chissenefrega … però intanto “facciamo” il Cda e poi si vedrà. Magari sperando, come alcuni credono, che a luglio possano decadere con l'entrata in vigore dell'MFA ... e NON è vero!!!E così via.

Attenzione, a proposito di trattative sottobanco: ce n’è una in corso, rilevante e anomala, e si riferisce al tema “vendita Rai Way” che sembra procedere nonostante il Cda Rai sia ancora incompiuto. Si continua a leggere di incontri, di ricerca dell’Advisor etc, ma nessuno sembra occuparsi della logica, del progetto industriale prima ancora che finanziario. Tutto si riduce a mere operazioni di mercato, di valori azionari, di dividendi e debiti da ricoprire. Non si legge una parola, un commento, un’analisi sul senso, sulla missione e sulla prospettiva tecnologica di questa operazione. Silenzio.  

Oggi sulla stampa non c’è nulla di interessante da riferire e allora ne approfittiamo per tornare su un tema che ci interessa molto: l’informazione del Servizio Pubblico e, in particolare, cercare di capire chi e perché rema contro la possibilità che possa essere più credibile, autonomo, indipendente e funzionale. Vi abbiamo riferito che stiamo studiando 4 documenti che hanno tutti un filo comune: sono stati affossati e volutamente dimenticati.  Non è un caso. Di questi non solo è difficile reperire le tracce storiche ma è ancora più difficile recuperare la “volontà” politica di chi li sosteneva e di chi invece li osteggiava. Piano piano ci stiamo avvicinando: proprio nei giorni scorsi abbiamo recuperato il Piano Gubitosi che sembrava svanito nel nulla. I documenti sono rispettivamente in ordine cronologico: appunto il Piano Gubitosi, il Piano Verdelli, il Piano Industriale 2018 e il recente Contratto di Servizio. Il caso più clamoroso è il famigerato “Piano Verdelli” del quale ancora non si mai capito la manona o le tante manine che hanno contribuito a bruciarlo con la pubblicazione su L’Espresso. Che il piano fosse valido o meno lo vedremo, quello che a noi appare più importante è cercare il mistero che si cela e non solo e non tanto per la “manona” ma, appunto, per il disegno politico costante che si evidenzia: nessuno vuole mettere mano a fondo al problema dell’informazione Rai. E non è un problema di poco conto.  

bloggorai@gmail.com

ps. a proposito di silenzio: ancora non riusciamo a leggere due documenti interessanti cioè la trascrizione degli interventi dell'incontro ADRAI del 5 dicembre e il testo della relazione di Macheda al recente congresso USIGRAI.

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