Due lettori, affezionati quanto autorevoli e attenti, ci hanno fatto due graditissimi doni. Il primo lo ha inviato per posta e si tratta di “L’Italia secondo Auditel” a cura di Massimo Scaglioni uscito recentemente. Il secondo lettore invece, prossimo allo sgombero forzato di Mazzini, ha recuperato una preziosa edizione dell’Annuario Rai del 1953 (anno di nascita di Bloggorai!!!) e ce ne ha fatto dono prima che, verosimilmente, andasse al macero. Un grande e sincero Grazie!!! Non foss’altro perché ci introduce il tema di oggi.
Come vi è noto, Bloggorai è stato il primo e solo che ha sollevato il problema del futuro della storica Biblioteca di Viale Mazzini (vedi https://bloggorai.blogspot.com/2025/02/urgente-salvate-la-biblioteca-rai.html dello scorso 6 febbraio). Ieri una lettrice altrettanto affezionata e attenta, Natalia Lombardo, ha pubblicato sul sito di Prima Comunicazione un articolo ( https://www.primaonline.it/2025/02/22/434025/la-biblioteca-rai-rinascera-al-centro-salario-nel-2028/ ) dove si da notizia del progetto di spostamento della Biblioteca Mazzini (e della sede distaccata di Via Teulada) allo stabilimento Rai del Salario.
Grazie Natalia e grazie Bloggorai! Ci prendiamo il merito che ci spetta e che molti lettori hanno vivamente apprezzato. Ma abbiamo fatto poco: solo sollevato il problema. Necessarie alcune considerazioni.
A: perché nessuno se ne è occupato per tempo per arrivare a sapere solo ieri che, se tutto va bene, se ne parla di rivedere la Biblioteca tra tre, 3, anni ovvero nel 2028 ???
B: perché è stata individuata una sede che peggio non si poteva: lontana, scomoda, disagiata? Non si poteva cercare un accordo con un Ente pubblico per avere un sede adeguata e vantaggiosa specie per gli studenti che non hanno facile modo di raggiungere una sede così fuori luogo?
Questa piccola vicenda è un segno tangibile di due pensieri rilevanti diffusi nel passato e ancora nel presente su cosa si intende per “gestione” dell’Azienda di Servizio Pubblico. In primo luogo un verbo assai diffuso: “ognuno per se e Dio per tutti” ovvero il raggio di azione, di progetto, di visione di cosa è o dovrebbe essere la Rai, il Servizio Pubblico, bene che vada non si estende oltre il proprio naso. La forzata ed immediata evacuazione di Viale Mazzini ne è l’esempio più evidente: tutti sapevano, da decenni, che il palazzo necessitava di interventi pesanti e il timore amianto era incombente e, seppure era in progetto il trasferimento verso la nuova sede di Viale Marconi, è stata necessaria la “crisi idrica” di dicembre per far precipitare gli eventi. Il secondo pensiero si riferisce al tema della “dismissione” ovvero dell’abbandono di territori pregiati come, appunto quello della “cultura” a favore di esigenze commerciali, di risanamento dei conti o di banali scelte editoriali. Notizia di oggi: la storica sede Rai di Venezia, Palazzo Labia, prossima ad essere ceduta. È pur vero che si tratta di un luogo tanto simbolico quanto oggi costoso da mantenere e poco funzionale ad una sede operativa come è oggi la sede. Ma è pure vero che si tratta di un patrimonio pubblico, un gioiello di famiglia, che meriterebbe miglior fortuna che non un possibile cambio di destinazione d’uso in un nuovo Casinò o un Hotel 5 Stelle.
Torniamo sempre al punto di partenza: chi, come e in che modo ha avviato o intende proporre una riflessione sul senso, sulla missione, sul futuro della Rai e del Servizio Pubblico? Ancor più necessaria in vista del rinnovo della Concessione del 2027 che non sarà, forse, una passeggiata e dove potrebbe non essere affatto scontato il suo rinnovo alla Rai. Per quanto ne sappiamo: nessuno!!! Siamo, come abbiamo scritto, alla clava, al Neolitico di trattative sottobanco, carbonare proprio come quelle del 26 settembre, per la nomina della presidenza che ancora non ha ne capo ne coda. Punto. A capo.
Veniamo ora al secondo libro che abbiamo ricevuto: si tratta di un contributo importante per chi segue le vicende del sistema audiovisivo nazionale. Aiuta a comprendere meglio “il pubblico della Tv” attraverso l’Auditel “considerato “specchio e volano del Paese”. Suscita sempre tanta attenzione (e preoccupazione) il tema “Europa” che “ci chiede” sempre qualcosa come pure attrae tanta curiosità il dibattito sull’Intelligenza Artificiale quando invece siamo ancora a “carissimo amico” per comprendere sia il “carattere degli italiani” e quindi cosa vedono in Tv e perché (Sanremo, tanto per capirci) sia la limitatezza dell’Intelligenza Naturale che, talvolta, sembra marcare il territorio del nostro Paese. Giust’appunto, leggiamo nell’introduzione all’Annuario ’53 (anno precedente alla prima messa in onda TV della Rai): “Quali saranno le reazioni che la Televisione susciterà? Quali riflessi nel campo dello spettacolo e quali quelli nella vita sociale, morale e familiare?”.
Sono trascorsi oltre 70 anni e ancora ce lo stiamo chiedendo.
bloggorai@gmail.com
Ps: la tanto citata BBC, da anni, studia, promuove e dibatte su questo tema (vedi https://www.bbc.com/audio/play/b079m0ps ). Se qualcuno ha notizie di iniziative simili promosse da Rai, se ci informa offriamo un caffè in uno dei nuovi bar presso Viale C.Colombo
Nessun commento:
Posta un commento