venerdì 7 febbraio 2025

RAI: la guerra e la pace televisiva sul grande palco di Sanremo e della politica

by Bloggorai ©

Bloggorai conta come il due di coppe quando regna denari ... però è pur sempre una carta del mazzo. L’appello per salvare la Biblioteca Rai ha avuto, forse, effetto. Qualcuno se ne sta occupando. La prima ipotesi che però abbiamo sentito non ci sembra proprio la migliore: verrebbe spostata in una sede Rai vicino al Raccordo anulare, un posto disagiato e difficile da raggiungere. Non si tratta di mettere al sicuro gli scatoloni: la Biblioteca del Servizio Pubblico è anzitutto un luogo di incontro e confronto, dove persone e libri trovano un tetto comune, è un presidio di Intelligenza Naturale avverso gli esegeti di quella Artificiale che si consulta sul cellulare, in completa solitudine. Andarci e frequentarla deve essere facile, agevole. Altrimenti è come non averla. Vi terremo aggiornati.

Bene, andiamo avanti. “Volete a ‘guera televisiva??? E allora famo a’ guera televisiva”. Ieri Repubblica ha pubblicato una lunga intervista con Alessandro Araimo, AD di Warner, dove ha detto tante cose sulla competizione in corso tra i broadcasters ma ha detto pure chiaro e tondo che se ci dovesse essere una gara per aggiudicare il prossimo Sanremo 2026 loro ci saranno. Per singolare combinazione lo ha detto proprio il giorno in cui si rende noto il ricorso Rai contro la sentenza del TAR Liguria. Tradotto in italiano corrente: una manifestazione musicale del genere, con o senza “marchio” Sanremo, interessa tanti e non poco. Interessante osservare che nella stessa rete Warner/Discovery, la Nove, il conduttore Fazio intervisterà Carlo Conti per la presentazione del Festival. La Rai sta facendo del tutto per cercare di “garantire” il risultato di ascolti, niente affatto scontato nonostante la “pax Televisiva” raggiunta con Mediaset a partire dalla partecipazione del suo front man, Gerry Scotti, fino alla serata finale di sabato quando non andrà in onda la temibilissima Maria de Filippi.

Sanremo dunque si sta configurando come un crocevia non solo per la sopravvivenza Rai ma anche per quella parte della politica che gli ruota intorno. Le nomine? Se ne parla a fine mese, se tutto va bene e anche la Vigilanza convocata dopo il Festival. Interessante oggi leggere un lungo articolo sul Messaggero, appunto, con il titolo “La grande vigilia Rai Il test di Sanremo decisivo per le nomine” dove si traccia il quadro della situazione. Leggiamo “Il successo del festival … potrà rafforzare l'attuale governance del servizio pubblico” e poi una “chicca”: “C'è la strategia di Roberto Natale, in Cda in quota sinistra rosso-verde (Avs), il quale in questa fase sta interpretando un ruolo di responsabilità che finisce per coincidere con le attuali linee guida dell'ad. Fenomenale! Curioso osservare come sul “consigliere in quota” (con buona pace dell’indipendenza) si continua a leggere sue “interpretazioni del ruolo” alquanto interessanti. Si legge di lui “Non a caso si dice che sarà proprio Natale, fallita la mediazione di Floridia, a guidare la ripresa di quel dialogo che dovrebbe passare dalla approvazione di una nuova legge sulla Rai, sbloccando Agnes e placando l'ira di FI(Corriere del 14 gennaio) ovvero “il Placatore” ovvero “l’uomo del dialogo”. Intendiamoci: non è un demerito trattare e dialogare, qualcuno deve pur farlo. Il problema è capire, sapere, Natale cosa tratta e per conto di chi? In sostanza: quale è il suo obiettivo, è tutto personale o segue interessi per conto di altri?

Ancora una volta poniamo la domanda: perché le nomine Rai vengono messe in relazione a Sanremo? Poniamo la domanda in altro modo: cosa paralizza la nomina della presidenza Rai? C’è il timore di una “variabile” Sanremo, ovvero attendere se andrà bene o meno? Oppure c’è lo un problema di nome, cioè Agnes si o Agnes no? Non lo crediamo e siamo convinti che c’è di più, di altro, di diverso. intanto prendete nota: come Bloggorai aveva anticipato, ieri Antonio Marano già presidente Rai anziano/facente funzioni, è stato nominato Presidente di Confindustria RadioTv. è un fatto "anomalo" e ancora difficile da decifrare ma siamo sulla strada buona. 

La partita Presidenza Rai non può essere relegata semplicemente ad una persona: da una parte, la maggioranza sia pure divisa, e dall’altra, ciò che resta dell’opposizione dentro e fuori la Rai, potrebbe essere alquanto facile superare lo stallo e nessuno può ragionevolmente credere che la battaglia sia su una “questione di principio”. La posta in gioco sembra quindi trovarsi in bilico su altri tavoli: da un lato quello del rinvio perché nessuno ha le idee chiare su cosa fare (e non tanto con chi farlo) cioè nessuno vuole rimanere con il cerino in mano e passare come lo sconfitto di turno. D’altro lato sembra di avvertire una strategia comune: prendere tempo per avviare il famigerato dibattito sulla riforma Rai perché è quella sostanzialmente la madre di tutte le battaglie prossime a venire. Recentemente però Gasparri lo ha lasciato intendere chiaro e tondo: volevate le riforme? prima di andare avanti però votate la Agnes!

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