domenica 16 febbraio 2025

La Rai "normale" e la sua "morale"

by Bloggorai ©

Manifesto apparso a Parigi al termine del “maggio del ‘68”

Ci siamo stati, ci siamo e ci saremo ancora in uno stato di banale, ordinaria, apparente o sostanziale normalità. La vita quotidiana è “normale”: il suo significato profondo è semplice. Deriva dal latino “norma” (sostantivo che indicava la “squadra” da cui “normalis” ovvero “perpendicolare”) e inoltre “regola” e quindi “normale” inteso come conforme alle “norme” cioè consueto, ordinario e regolare (Treccani). Anormale, viceversa, sta ad indicare quando si rompe la regola, la consuetudine. A ben vedere, si potrebbe divagare su un termine che si lega bene: morale, da “mores” che sono pur sempre “regole”. In soldoni: “Normale” e “morale” giocano bene insieme.

Allora, fissiamo alcuni punti fermi: Sanremo 2025 è stato “normale” e conforme alla “morale” sociale e politica prevalente. Nulla di nuovo, nulla di diverso di come il Paese era la settimana precedente e di come sarà in quelle successive.

Il Paese ha espresso una maggioranza politica di centrodestra? E questo Sanremo doveva essere ed è stato il primo dichiaratamente festival marcato “destra destra” nei contenuti che ha espresso: toni moderati, leggeri ai limiti del frivolo, tanti "cuoricini cuoricini" e tanto amore, contenuti dei testi marcatamente conservatori tutti concentrati in “Dio, Patria e famiglia” e "volemose bene". Questo Sanremo doveva battere, far dimenticare o almeno essere all’altezza di quello precedente molto intrigato sui temi LGBTQIA+ o appelli per Gaza.  

Questo Sanremo ha riscosso il “consueto” successo di numeri. Tanto più, tanto meno, siamo nella “normalità” di ascolti rilevanti che hanno consentito alla Rai di portare a casa un discreto “malloppo” di soldoni necessari come il pane per la sua sopravvivenza. Senza questi “65 milioni 258mila euro, con un +8.5% rispetto al precedente record dello scorso anno” sarebbero dolori e non pochi. Una boccata di ossigeno.

La Rai deve “esistere” !!! E’ un dogma intoccabile! Ne sono tutti convinti e i primi ad esserlo è proprio “la” concorrenza diretta e indiretta. Berlusconi padre e tale figlio lo hanno sempre affermato forte e chiaro. Con relativa moderazione. La Rai è utile e necessaria a tutto il sistema audiovisivo nazionale e, in questo caso, per il “mercato della musica” intorno al quale ruotano interessi rilevanti. Non è un caso che lo stesso Sanremo diventa la “vetrina per eccellenza” di tanti personaggi Mediaset (Gerry Scotti in apertura e la Marcuzzi in chiusura), per non dire dei “ragazzi” di Maria e dei vari cantanti  “Made in X factor” seppure di Sky.

Sanremo deve “esistere” a tale punto che nei numeri vince facile, ovvero vince perché non ha concorrenza televisiva e quando ce l’ha “fugge a gambe levate”. Quest’ anno il Festival è stato spostato di una settimana solo perché si temeva come il fumo agli occhi la concorrenza del calcio in prima serata. Sanremo vince perché Mediaset e Cairo lo consentono: la De Filippi su Canale5 si astiene con il suo grande successo del sabato sera, e inoltre tanto per capirci, sempre ieri sabato, anche Striscia si è quasi astenuta dal colpire il Festival mentre venerdì su La7 non è andato in onda Diego Bianchi e Fazio (canale 9 di Warner, lo stesso editore che potrebbe concorrere il prossimo anno per la possibile gara di assegnazione Sanremo 2026) ha ospitato Carlo Conti per dargli un “aiutino”. Durante la settimana del Festival tutti vanno in “pausa” e Sanremo vince facile: come se alla partita finale di Champions League giocassero il Real Madrid (15 coppe) contro una squadra mista di melanconici e sprovveduti “Scapoli/ammogliati”.      

Chiudiamo rapidamente il capitolo Sanremo per tornare alla nostra banale e ordinaria “normalità” di pane e politica di cui Bloggorai si nutre spesso e volentieri. La domanda cruciale è semplice: come archiviamo questa settimana e per cosa entrerà nella storia? Per paradossale che possa apparire, entrerà forse proprio per il nulla, per il vuoto cosmico, per la narcosi totale che ha diffuso a piene mani e che, almeno per i numeri, è stata bene accolta ed assorbita. Il Sanremo appena concluso “Made destra destra” ha voluto rimarcare un messaggio forte e chiaro: abbiamo tutto sotto controllo, la “nostra” Rai “non cerca polemiche, ma solo canzoni” (Ciannamea dixit) e quindi va tutto bene, state tranquilli e pensate ai “cuoricini cuoricini” pure se conditi con qualche lacrimucccia dedicata alla Mamma che fa sempre tanto bene. La “sinistra televisiva” si è accontentata di quello che passava il convento, plaudente confusa e soddisfatta con la sua punta di diamante in Benigni sobrio, garbato e fastidioso al punto giusto, non si è offeso nessuno, anzi … consente pure di sostenere “vedi la Rai “meloniana” che ha dato spazio pure al comico toscano”. Chi ha la forza, la voglia e il coraggio di dire che “Sanremo è una boiata pazzesca!” anche se i numeri gli danno ragione (ma fino ad un certo punto).

Bene così, torniamo, rimaniamo e godiamo della nostra “normalità”. In fin dei conti, se non ci sbatte in faccia qualche drammatica e "normale" vicenda può essere pur sempre comoda e facile da gestire.

bloggorai@gmail.com  

 

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