sabato 8 febbraio 2025

Vino, Miele e Olio ...

by Bloggorai ©

Oggi Bloggorai si occupa di “intelligenza naturale” … nei limiti del possibile, quella che rimane! Giornata umida e fredda, in campagna si prepara l’arrivo della primavera e ci siamo occupati di vino, di miele e di olio. 

Quanto è lontana la Rai, Sanremo e il Cda dell’ex  Viale Mazzini.

Vino. La produzione 2024 è stata eccellente (certificata!!!) e quindi siamo d’impegno per ripetere il risultato con buona pace di coloro che sostengono che “il vino del contadino” è imbevibile e poi vanno al supermercato e spendono decine di euro per una bottiglia imbottita di bisolfito e te la spacciano come un “vino di qualità” e, per aggiunta, ti dicono che è “quasi” millesimato. Giusto col “quasi”.  Comunque, al Circolo Trattoristi Val Tiberina il dibattito è tutto concentrato sulla potatura della vigna perché si inizia ora: come andiamo? a “lungo” o a “corto” cioè quanti “occhi” si devono lasciare sul tralcio? Non è una questione da poco: ne può andare l’esito del raccolto e financo la sopravvivenza stessa della pianta. La risposta è complessa (come al solito … nella vita e nella natura nulla è “semplice”) e quindi: dipende. Da che dipende? Da tanti fattori. Anzitutto la tipologia del vitigno. Alcuni preferiscono una fogliatura amplia, ombreggiante per dare modo ai grappoli di maturare lentamente e non essere “cotti” da troppo sole mentre altri preferiscono una “cimatura” stretta per dare più luce e favorire la maturazione del graspo. Anche questo è un problema: quanto deve essere ampia e quando deve essere fatta la “cimatura” ovvero l’allegerimento del fogliame (può essere precoce, intermedia o tardiva). Torniamo alla potatura: i nostri filari sono “medi” nel senso che hanno età diversa, ovvero circa 5 anni e sono prevalentemente a rosso: Pinot e Trebbiano con qualche bianco locale (Grechetto). Solitamente abbiamo potato a lungo e, stamattina, il nostro “maestro” Massimo ci ha bacchettato aspramente: “Così la pianta soffre e ‘more” … troppi occhi e troppi tralci a vuoto”. Accccc… va bene, siamo sempre in tempo a correggere e ripassare una seconda potatura. Nel frattempo, per fortuna il terreno ce lo ha concesso, siamo passati con la fresa e quindi si potrà dare un po’ di concime (qb). Nota a margine (proprio a margine dei filari abbiamo appena piantato le fave per maggio (con pecorino umbro), per fare poi una volta seccate le piante, il sovescio: ottimo concime naturale). Conclusione: la vite sta bene, andranno rimessi qualche palo di sostegno. Poi sempre a proposito di vino: oggi abbiamo ritirato dal falegname le “lune” nuove, ovvero i due pezzi (appunto a forma di mezza luna) che vanno in capo allo “strettore” che seppure ha oltre 50 anni lavora sempre bene (bisogna sempre ricordarsi come vanno inserite le “spine” di rotazione della testa e mantenersi con i muscoli in buona forma). Comunque le “lune” sono uno spettacolo: rovere grezzo di oltre 10 centimetri, compatto, durissimo e profumato. Dubbio atroce: ho chiamato un altro maestro: “Gianni, le devo “trattare”???” … “Che sei matto … tutt’al più le “avvini” … ma lo fai poco prima ‘de strigne…”. Ah .. va bene, grazie!

Miele. Voi pensate di cavarvela con “miele puro” acquistato da un “amico”? e no !!! non è così semplice: il miele, ovvero le api, hanno tanti nemici. In primo luogo la chimica complessa ma anche quella “semplice (lo zucchero aggiunto). Dove hanno “pascolato” le api? Evidente che se un “millefiori” è derivato da un campo irrorato da pesticidi e trattamenti vari le api trascinano in alveare i vari componenti chimici e, di conseguenza, ve li trovate nel miele. Ma, come noto, le api hanno un grande e temibile nemico: la varroa che sta minacciando seriamente la loro sopravvivenza. Oggi abbiamo scoperto che si sta diffondendo un pericolo subordinato insidioso per la qualità del miele. Molti apicoltori, per tutelare gli alveari, adoperano le “striscette” per combattere l’insetto assassino. Il problema è che le api possono trascinare nell’alveare le molecole dei componenti chimici presenti sulle “striscette” e quindi, di fatto, alterando la qualità del miele. Il mio amico e sodale apicoltore, Daniele, dice “Meglio poco miele ma puro che qualche chilo in più ma inquinato”. Semplice, elementare, convincente. Ora ci stiamo cimentando con la propoli purissima, raschiata dai retini: il più potente antibiotico che la Natura ci ha fornito. Oggi abbiamo assaggiato un miele di api “specializzate”: di edera, leggero e profumato.

Olio. Siamo in attesa della potatura di primavera. Così come abbiamo scoperto le “striscette” delle api, recentemente abbiamo scoperto i trattamenti disseccanti per il picciolo delle olive. Nella nostra zona è guerra aperta. Chi adopera questa tecnica di raccolta (il trattamento viene dato per seccare rapidamente il picciolo delle olive poco prima della raccolta con l’ombrello) ma questo significa che la nebulizzazione si può espandere alle piante vicine, come le nostre, e quindi, di fatto inquinarle. La guerra è dura e frontale e bisogna convincere i produttori che è sempre meglio poco olio ma buono. Comunque, quando è ora di frantoio, prima della macina, a non saper leggere e scrivere (con la sola intelligenza naturale) facciamo lavare le macchine. Hai voglia a dire “olio EVO”: non tutti gli EVO sono uguali.

Quanto era lontana oggi la Rai!!!  

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