mercoledì 8 gennaio 2025

Sala: il fine e i mezzi, chi ha pagato cosa?

by Bloggorai ©

L’insolita vivacità che si avverte in questi momenti nelle diverse chat che segue Bloggorai sulla liberazione di Cecilia Sala merita qualche nota di riflessione.

Tante lettrici e tanti lettori di questo Blog hanno il cuore al posto sbagliato: a destra. E’ verosimile che possano plaudire con solerte brillantezza “il successo della Meloni”. Ma anche chi ha il cuore al posto giusto, a sinistra, sembra condividere più o meno lo stesso sentimento: vedi l’applauso a scena aperta in Parlamento quando è stata data la notizia.

Bloggorai, è noto, è sempre interrogativo, alquanto complottista e non ha il cuore tenero alle facili emozioni. Facciamo grande fatica ad applaudire al “successo della Meloni” per come ce lo stanno vendendo a basso costo, un tanto al chilo, e non perché non siamo felici del ritorno in libertà di Cecilia Sala ma solo perché supponiamo che dietro questa complessa operazione ci sia qualcosa di molto losco e pericoloso che l’emozione del primo momento tende ad offuscare.

Cerchiamo di capire e fissiamo subito alcuni concetti. La “liberazione di un prigioniero/a” e lo “scambio” sono due facce della stessa medaglia. Non è lecito supporre il primo soggetto se non c'è il suo complemento e la "misura" del suo valore. Di questo siamo parlando: di un possibile scambio di prigionieri. Il valore, il "peso" politico del primo termine è strettamente commisurato al secondo: non è dato supporre che il primo termine possa svolgersi senza il secondo termine, ancor più se uno dei soggetti in causa, l’Iran, sembra essere particolarmente “sensibile” a questo argomento. 

Dunque, il tema, il problema è non tanto gioire per la liberazione di Cecilia Sala ma capire in cambio di cosa è avvenuta. Assolutamente evidente che la questione si è “sbloccata” nel suo viaggio blitz alla corte del nuovo presidente USA. Nota bene: non c’è stato nessun comunicato stampa, nessuna dichiarazione.  Ovvero la domanda è: cosa si sono detti, cosa è stato scambiato in quei pochi minuti durante la visita della Meloni a Mar-a- lago con Trump? Per ora, sappiamo che la contropartita richiesta dall’Iran, la liberazione dell’ingegnere iraniano non è avvenuta. Ovvero, secondo la vulgata, l’Iran sarebbe stato “molto generoso” con il nostro Paese. Difficile da credere.

Un lettore di Bloggorai ha scritto “ 1. l'ingegnere iraniano detenuto in Italia Abedini non ha molto valore per gli USA, 2. la Meloni gioca su due tavoli: Trump e Musk 3. il Governo, la Meloni, ha promesso fedeltà assoluta, devozione, e obbedienza incondizionata al nuovo inquilino della Casa Bianca"”. Ipotesi interessanti ma forse non sufficienti. Oooopsss ... abbiamo dimenticato una premessa: nessuno saprà mai la “verità” che, notoriamente in questo Paese è come la Chimera o, ben che vada, una flebile e discutibile opinione. Siamo quindi nel campo delle congetture, delle possibilità e delle interpreazioni più o meno attendibili. In questo senso, hanno tutti ragione.

Poco fa abbiamo ascoltato un autorevole giornalista, Antonio Padellaro, dire candido candido “chissenefrega di come è stato raggiunto il risultato”. Una finezza filosofica di altri tempi che pure ha riscosso successo anche tra i nostri lettori: “concordo” hanno scritto molti. Noi no o certo non in questi termini sbrigativi, sommari e superficiali! Come pure altre dichiarazioni del genere “orgoglio italiano” “grande lavoro di squadra” del Governo, ovviamente. 

Altro concetto fondamentale da tenere a mente. Si usa dire che “il fine giustifica i mezzi” di antica, machiavellica e gesuitica memoria. È un principio condivisibile, quanto è lecito applicarlo in questo caso ed altri simili? Il fine è lecito, ovvero la liberazione di Cecilia, ma i “mezzi” adoperati quali sono stati e sono comunque e assolutamente “leciti”??? Si tratta di un terreno, di una riflessione  molto complessa e scivolosa che non dovrebbe giustificare le facili scorciatoie del buon senso nazionale tanto invocato in queste ore. Si mettono in discussione cardini della nostra civiltà giuridica nonché i capisaldi della nostra democrazia.

Note a margine: le immagini dell’arrivo della Sala a Ciampino. Senza capo ne coda:  la sola immagine significativa dell’evento l’ha mandata in onda per prima La7 dal un cellulare dove si vede la Sala, il sindaco Gualtieri e la Meloni di spalle. A quanto sembra, la foto sarebbe stata scattata dal fidanzato della Sala che scrive per il Foglio mentre ancora “alcuni” non sapevano che la Meloni era già a Ciampino. Per non dire che la Rai ha inviato due troupe: quella del Tg1 e quella di RAiNews24. Non ci facciamo mancare nulla.

Dunque, si potrà fare un passo avanti per capire e sapere solo se e quando sapremo qualcosa di più sul “prezzo” e sulla qualità della “merce” pagata/scambiata dalla Meloni. Solo verso i suoi “amici americani” che, evidentemente hanno benedetto l’operazione? O c’è anche di meglio, di più?

bloggorai@gmail.com


 

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