Il pentolone fumante della presidenza Rai è tornato a bollire e si diffonde nell’aere celeste quel profumino di minestrone che fa tanto casa (oppure, come nel nostro caso, di collegio). Ennesima fumata nera della Vigilanza e appuntamento alla fine del mese. Del resto, se non si riesce ad eleggere i giudici della Corte Costituzionale, si capisce bene che la Rai è in secondo piano.
Cosa c’è di nuovo oggi? Poco o nulla, gli ingredienti sono gli stessi ma quel poco è interessante. Riassumiamo brevemente. Il 26 settembre, grazie al tradimento del “prima la riforma e poi le nomine” di 5S e AVS che nominano i “loro” rappresentanti, si doveva dare avvio, appunto, alla fase della calendarizzazione del dibattito. Il dibattito si arena presto, ovvero non inizia proprio e tutto è fermo nell’VIII Commissione del Senato: mancano le proposte di Fi e FdI. Come abbiamo scritto e confermiamo: le proposte non arriveranno se prima non si sblocca la questione presidenza Rai e la riforma ce la possiamo pure dimenticare. La nomina della Agnes in Vigilanza, fortemente voluta dal Governo, non passa. Mancano due voti. L’opposizione (!!!) va sulle barricate: la Agnes no!!! La Maggioranza risponde: la Agnes si!!! Uno pari e palla al centro: nel frattempo Marano (lega) regge la presidenza.
Per quanto ne sappiamo, rimangono alcuni punti fermi.
La maggioranza potrebbe non essere poi tanto granitica sul nome Agnes, specie dopo le tensioni di questi giorni proprio con la Lega. La presidenza Rai è pura merce di scambio e si può giocare su tavoli diversi.
L’opposizione sembra scricchiolare: non tutti si fidano di
tutti, anzi. Due giorni fa il Corriere ha scritto che “Non a caso si dice
che sarà proprio Natale, fallita la mediazione di Floridia, a guidare la
ripresa di quel dialogo che dovrebbe passare dalla approvazione di una nuova
legge sulla Rai, sbloccando Agnes e placando l'ira di FI”. Uhmmmmmmmm … Dialogo? Il “placatore” Natale
?? Qualcosa non torna. Facciamo qualche telefonata e chiediamo lumi. Poi, ieri,
il Fatto scrive: “Un'ipotesi che inizia a circolare tra le opposizioni
vedrebbe Pd, M5S e Avs convergere alla fine tutti, nessuno escluso, su Agnes
con l'obbiettivo di sbloccare i lavori in Vigilanza”. Doppio, triplo uhmmmmmmm. Le due frasi sembrano concordare: chi scrive conosce l'ambiente. Altre telefonate e qualcosa non torna ancora. E giusto alla fine della
mattinata di ieri un nostro attentissimo e informatissimo lettore ci dice “Rossi
è molto agitato e trama per chiudere presto la partita della presidenza e pur
di ottenere il risultato vedrebbe bene Natale come presidente” ovvero il “placatore”
ovvero”l’uomo del dialogo”. Sulla prima frase ascoltiamo una clamorosa pernacchia:
l’opposizione che si rimangia tutto e vota la Agnes? Tutto è possibile
ma fino ad un certo punto. Oppure, la maggioranza che rinuncia alla Agnes e
vota Natale? In questo caso la pernacchia è più debole. Tutto è possibile ma
fino ad un certo punto forse però più sostenibile (per loro). Il tema è il
presunto Strapotere di cui oggi godono Marano in combutta con Sergio. Pur
dirompere questo giocattolo si può fare di tutto.
Dunque la trattativa
è ferma a queste quattro possibilità.
a. la maggioranza “trova” i due voti e si elegge la
Agnes.
b. la maggioranza non trova i due voti e si deve
rassegnare ad un altro nome.
c. l’opposizione si rassegna e vota la Agnes
d. l’opposizione non si rassegna e propone un suo nome
(che ancora non c’è, formalmente)
Il corollario all’ipotesi
b è che si debba cercare o un nome interno all’attuale Cda o uno esterno che
però richiede le dimissioni di un suo componente attuale per fare posto ad un
nuovo nome. Chi si dimetterebbe? Logica vorrebbe che fosse la Agnes stessa che
deve prendere atto che il suo nome non è gradito e non riscuote il necessario consenso.
Ma la logica, in politica, è merce rara. Potrà mai FI rinunciare alla sua ”bandiera”?
Giammai, dicono. E allora? Veniamo al corollario dell’ipotesi d: la Agnes
rimane in Cda e alla presidenza si candida il solo nome possibile (destinato giocoforza
all’opposizione), ovvero il ”placatore” Natale. Bloggorai è stato facile
profeta e lo ha scritto mesi addietro. Ora,
evidente che questo schema appartiene ancora alla fantasie ma anche alle trattative.
Qualcuno, prima o poi dovrà cedere qualcosa.
ps: ma il Congresso Usigrai è in corso veramente oppure
la stampa se lo è dimenticato?
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