domenica 12 gennaio 2025

le "anime" RAI e il giornalismo d'inchiesta

by Bloggorai ©

Questa notte, intorno alle 4, ci siamo affacciati alla finestra da dove si guarda tutta la Val Tiberina. Svanita la nebbia, la luna piena, accompagnata da Venere scintillante sul filo dell’orizzonte, illuminava il campo e il bosco. Tempo da lupi. Infatti, questa mattina presto, al Circolo Trattoristi della Bassa Val Tiberina alla consueta cerimonia del caffè si discuteva animatamente di due argomenti: i lupi che alcuni avrebbero visto scendere dai Monti Martani e cosa vedere stasera in Tv, “Goldrake U” su RaiDue o Report su RaiTre? Si è trattato di uno scontro tra generazioni: in verità gli affezionati e cultori del primo erano ben pochi, non foss’altro perché la domenica mattina non vengono al Circolo. Comunque, a farla breve, la maggioranza dei trattoristi stasera vedrà Report. Sarà una bella lotta tra le “anime” giapponesi tanto care ad una certa “destra” più o meno giovanile o della Meloni “popolana” (definizione di Papa Francesco) oppure Report, forse l’ultima roccaforte del giornalismo d’inchiesta del Servizio Pubblico.

Anche oggi nulla da dichiarare: non ci sono argomenti interessanti da leggere. Solo il Corriere riporta un titolo che merita un commento: “Programmi day time, Rai 1 e Canale 5 trainano gli ascolti” che non si capisce bene cosa voglia dire considerando che invece gli ascolti dell’access e prime time sono considerati il “bottino” di ascolti più significativo. E proprio in questa fascia si stanno verificando fenomeni di mutamento che già vi abbiamo accennato: il primato storico RAI (con RaiUno e i suoi pacchi) comincia ad essere insidiato, specie ora che gli ascolti vengono rilevati con la Total Audience. Vedi gli ascolti Auditel di venerdì scorso: tra le 20.30 e le 22.59 le reti Rai hanno raccolto 7,5 mln di telespettatori con il 36,2% di share mentre Mediaset ha raccolto 7,9 mln con il 38,4%. Si tratta solo di singole giornate o di un trend che si potrebbe consolidare? Staremo a vedere ma la demografia non gioca a favore di Rai: il suo pubblico prevalentemente stabilizzato “over 65” non lascia presumere che possa incidere per far invertire la rotta.

Mentre, a proposito di quanto ieri vi abbiamo scritto su “la Rai potrebbe non essere più al centro delle nostre attenzioni” merita un cenno quanto pubblicato sempre sul Corriere lo scorso venerdì: “La7, ascolti in forte crescita. Cairo: «Premiata la nostra identità»” e si legge poi “Segno più davanti a tutti i programmi, cresciuti negli ascolti al punto da aver reso la rete la quarta più vista in prime time durante l’anno, con il 5,5% di share e 1.030.000 telespettatori (+13%), davanti a Rai3, Rai2 e Rete4. Numeri importanti, che crescono ulteriormente se si parla del pubblico dei laureati per cui La7, con il 12,6% (+13%), è la seconda rete più vista e diventa la terza, con l’8,5% (+14%), per quello degli alto spendenti”. Non c’è dubbio che La7 ha fatto un grande lavoro nella definizione di un suo profilo, di una sua identità molto forte e riconoscibile, specie sul terreno dell’informazione. Lo stesso terreno che poteva e doveva essere il terreno privilegiato di tutta l’offerta informativa del Servizio Pubblico che invece risulta essere in calo costante e chi ne ha beneficiato è stata esattamente La7.

Nota a margine: del docu- film Magma sul delitto Mattarella e il presunto mancato acquisto da parte di Rai non ci sono più tracce. L’argomento è completamente svanito.

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