lunedì 20 gennaio 2025

Salvate i misteri e i segreti del Cavallo RAI

by Bloggorai ©

Fate presto! Portate figli e nipoti a Viale Mazzini e fategli vedere il Cavallo Rai prima che venga impachettato e, con lui, celati i tanti segreti e misteri che ha visto dipanarsi in questi decenni. Magari, cercate di spiegargli perché nessuno ha mai capito bene se è “morente” o “rampante”. Quando venne inaugurato, nel lontano novembre 1966, ci fu grande dibattito su cosa volesse significare la postura del cavallo: secondo l’autore, Francesco Messina, la sua concezione era “rampante” come residuo di un suo progetto per celebrare l’eroe boliviano Simon Bolivar che poi non venne realizzato per gli elevati costi che quel paese avrebbe dovuto sopportare. Successivamente, la definizione di “morente” viene ufficialmente accreditata ad un giornalista Rai, Franco Chiarenza (chi vi scrive ha lavorato con lui) autore del libro “Il Cavallo morente” del 1978, laddove utilizzava la statua come metafora della crisi che stava attraversando il Servizio Pubblico in quegli anni. Ora, che si possa definire proprio “rampante” con i tempi che corrono appare alquanto improbabile mentre, al contrario, non è un eresia poterlo definire “morente”.

Bene, come vi è noto, da qui a breve il cavallo potrà essere appunto “impacchettato” per l’avvio dei lavori dello storico Palazzo di Viale Mazzini e, se tutto va bene, lo si potrà rivedere solo dopo 1.282 giorni dopo l’inizio previsto dei lavori, fissato per il 1° gennaio 2026, ovvero dopo oltre tre anni. A qual tempo, che sarà di tutti noi?

Il cavallo e il palazzo chiusi e impacchetti, si porteranno dietro tanti, tanti, segreti e misteri che difficilmente potranno essere risolti. Noi ne abbiamo qualcuno, uno poi in particolare, che ci tormenta da anni laddove i protagonisti sono ancora tutti sulla scena. Parliamo dell’informazione Rai e lo spunto ce lo fornisce proprio “l’uomo del dialogo” ovvero “il placatore” (da quanto scritto su di lui dal Corriere nei giorni scorsi): il consigliere Roberto Natale. Ha diramato ieri un comunicato ANSA a proposito della trasmissione della Maggioni e della diretta di RaiNew24 sulla liberazione degli ostaggi a Gaza dove si legge una entusiasta dichiarazione: “Abbiamo insomma toccato con mano una delle funzioni fondamentali del servizio pubblico: aiutarci ad alzare lo sguardo sul mondo e a comprendere qualcosa in più dei drammi della nostra epoca". La "funzione fondamentale" a quell'ora su quel tema ha raccolto circa 1mln di telespettatori con il 7,6% su Rai Tre e circa una media dello 0,5% con circa 70 mila telespettatori tra le 12 e le 17,50 su RAINews24.   

Il primo pensiero che ci è venuto in mente è stato comprendere il senso di questo comunicato: la “funzione fondamentale” del Servizio Pubblico, ovvero informare, è in crisi profonda e gli ascolti lo certificano nero su bianco (ultimi darti Agcom) e proprio nei giorni scorsi abbiamo letto un  comunicato del Cdr del Tg2: “Gli ascolti del Tg2 stanno toccando minimi storici, una situazione avvilente che la redazione non merita. Ieri, 15 gennaio 2025, il Tg Sera è sprofondato al 3,1% con 639mila spettatori”. Allora, perché tanto entusiasmo da parte del consigliere Natale che invece se ne guarda bene non solo dal commentare il Cdr del Tg2 ma anche dall’affrontare il tema più generale dell’intero perimetro dell’informazione Rai, dove, è sempre bene ricordare, la sola RaiNew24 è forse la spina nel fianco più dolorosa con i suoi ascolti in perenne stato da prefisso telefonico nonostante i circa 200 giornalisti impiegati.

Allora, il segreto e mistero più grande che poniamo su questo terreno è sapere perché nessuno vuole affrontare la totale assenza di un “piano editoriale sull’informazione del Servizio Pubblico” e poi, in particolare, chiarire una volta per tutte il mistero sull’ormai granitico “piano Verdelli” (gennaio 2017, AD Campo Dall’Orto e presidente Maggioni) nonché il successivo “Allegato 4” del precedente Piano industriale (2018).  Sul Piano Verdelli ci promettiamo di voler approfondire e cercare di capire chi lo ha osteggiato e perché è stato affossato: da che parte proveniva la ”manina” o forse le tante “manone” che lo hanno passato all’Espresso prima ancora che venisse dibattuto in Cda? Bloggorai, forse, almeno una “manina” la conosce. Provate a rileggere tutta la cronaca di quei giorni (gennaio 2017) e, di passaggio, questo testo pubblicato da Dagospia il 4 gennaio di quell’anno: “La verità sulla cacciata di Verdelli ad opera della “piccola banda dei quattro’’ (Siddi, Diaconale, Freccero capitanati dal presidente Monica Maggioni, nuovi eroi del partito Rai) con il colpo fatale inferto dal direttore generale Antonio Campo Dell’Orto – per viltà o insipienza o sperando di salvare il proprio collo lasciando cadere nel cesto quello altrui . Monica Maggioni (a forza di essere definita una grande giornalista ha finito per crederci) non ha mai sopportato Verdelli. Quando dirigeva RaiNews, la rete stava in un abissale 0,2% di share. Verdelli ebbe l’imprudenza di dire in Commissione di Vigilanza che “fare quanto un prefisso telefonico con 140 giornalisti è un problema che proveremo a raddrizzare”. Tutto torna ed è di grandissima attualità.

Da non dimenticare mai poi il nuovo Contratto di Servizio e della fine ingloriosa del famigerato art. 27, lettera c, del precedente Contratto sugli “obblighi specifici” dove si legge che “Informazione. La Rai è tenuta a: i) presentare alla Commissione, per le determinazioni di competenza, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un piano di riorganizzazione che può prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche nonché la riprogettazione e il rafforzamento dell’offerta informativa sul web”. Una spessa coltre di cemento armato vi è stata colata sopra e nessuno ha battuti ciglio. Tutto relegato nell'inutile "allegato 1" che a tanti, amici compresi, è piaciuto molto. Amen. 

Chi è interessato e perché si vuole affossare o impedire ogni progetto di “riforma” dell’offerta informativa del Servizio Pubblico? Chi e perché si ostina a gettare fumo negli occhi su questo argomento?

Ma, ovviamente, i misteri sono tanti, troppi, per essere raccontati solo da questo piccolo Blog. Ve ne poniamo un’altro sul quale si farà ricerca storica tra qualche tempo. Come e perché si è giunti al “tradimento del 26 settembre, quando M5S e AVS hanno rotto inaspettatamente e improvvisamente il patto del “prima la riforma e poi le nomine” firmato il 5 agosto e ribadito a settembre  insieme al PD? Cosa è successo in quelle ore di quel pomeriggio? Sappiamo qualcosa ma non tutto.

bloggorai@gmail.com

ps: per la cronaca: oggi sulla stampa non c'è nulla da notare se non una notiziola di poco conto: al prossimo Sanremo parteciperà il volto ufficiale di Mediaset Gerry Scotti, tanto per rendere la cortesi della partecipazione di De Martino sabato scorso dalla De Filippi. Notiziola proprio perché non è nuova: cortesie tra "amici".

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