Abbiamo una sgradevole sensazione. Nel “giro” di quanti seguono le vicende della Rai, del Servizio Pubblico e dintorni sembra che ci sia una certa stanchezza, una certa pigrizia, una certa svogliatezza. Abbiamo una sgradevole sensazione che ci allarma: sembra che non ci sia più nulla in grado di suscitare interesse, allarme, stupore o indignazione. Abbiamo la sgradevole sensazione che il gap generazionale (età media dei lettori di Bloggorai è vicina a quello della stessa Rai, ovvero over 60) comincia a farsi sentire: ne abbiamo viste tante, troppe, ed è difficile ora sorprenderci per qualcosa, per qualcuno. Tutto, tanto, appare già visto, già noto.
Dentro quello che fu “il Palazzo di vetro” ci raccontano di aria
di smobilitazione fisica e morale, di guerre per bande sempre più agguerrite,
di preoccupazione per un futuro sempre più incerto e confuso. Fuori il Palazzo,
nella politica, siamo fermi al Deserto dei tartari. Il nulla allo stato puro,
il vuoto pneumatico dentro la maggioranza e all’interno dell’opposizione (o di quello
che ne resta): fermo il dibattito sulla riforma e immobile la trattativa sulla
presidenza. A leggere le nostre chat, bene che vada, si osserva che molti vanno
in sollucchero quando si tratta di capire se la nuova AI cinese è meglio o peggio
di Chat Gpt. Per tutto il resto, silenzio. Tutt’al più, alcuni degnano di uno
sguardo qualche pezzo sul cavallo morente o sorgente prossimo ad essere impacchettato.
Amen.
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