mercoledì 15 gennaio 2025

RAI: oltre l'amianto ... niente

by Bloggorai ©

“Quann’è tordi e quann’è grilli” dicono i Trattoristi della Bassa Val Tiberina. 

Oggi è giornata di tordi. Ma anche la giornata di “grilli” silenziosi. Non si legge una riga sulla specie di nuovo editto bulgaro lanciato da Marina Berlusconi su Report. Tutti tacciono. È stato completamente annebbiato  e dimenticato “Lo sgarbo al Quirinale” come ha titolato recentemente la Gazzetta del Sud quando ha riportato la notizia secondo cui la Rai non ha acquistato il docu-film sul delitto Mattarella. Non si legge una riga sul Congresso Usigrai in corso in questi giorni. Strano: è pur sempre il potente sindacato giornalisti del Servizio Pubblico e quanto si afferma in quel contesto dovrebbe avere pure una sua certa attenzione pubblica. O no? Anche oggi non una riga da nessuna parte. Forse, gli occorre un buon Ufficio Stampa. Come pure non si è più saputo nulla sulla famigerata assemblea dei dirigenti ADRAI sul tema canone del 5 dicembre. Scomparsi. Singolare: Usigrai e ADRAI, due potenze del Servizio Pubblico di cui non si sa nulla.

Abbiamo letto invece  una frase “strana” sul Fatto di oggi “Un'ipotesi che inizia a circolare tra le opposizioni vedrebbe Pd, M5S e Avs convergere alla fine tutti, nessuno escluso, su Agnes con l'obbiettivo di sbloccare i lavori in Vigilanza”. Cosa vuol dire? Che si rimangiano tutto? Scusate, abbiamo sbagliato e ora votiamo Agnes? Aiuttooooooo !!!!

La notizia del giorno è la “scoperta” dell’amianto a Viale Mazzini tanto da richiedere “in via del tutto precauzionale” lo  smart working per tutti i dipendenti presenti nel palazzo.  “Per tutti”? Noooo, i migliori resistono perché, come si legge nel comunicato stampa dell’Azienda, il prossimo 29 gennaio è stato convocato un Cda proprio al VII piano dove, evidentemente, per non correre rischi inutili e sempre in via “del tutto precauzionale” l’Ad e i consiglieri, nonché il personale di supporto, si recheranno sul posto o via aerea (possibile l’uso di elicottero o un super drone) altrimenti verranno muniti di uno scafandro a prova di particelle di amianto.

La situazione è drammatica ma forse per alcuni non lo è del tutto e qualche spiraglio di ottimismo serpeggia ancora. Lo stesso ottimismo che hanno avuto tutti, più o meno, da decenni quando solevano ripetere il ritornello “tranquilli, l’amianto non c’è e seppure ci fosse non fa male”.  Bloggorai ne è stato involontario protagonista: tanti anni addietro, quando “abitava” a Viale Mazzini gli venne assegnata una stanza di dimensioni superiori al ruolo da semplice funzionario quale era. Se nonché, la stanza contigua era tutta sigillata, impacchettata e alla domanda sul perché la risposta fu candida candida “C’è l’amianto e la stiamo bonificando”. Ahhhh … bene… ho chiesto il trasferimento immediato e speriamo di essermela cavata. 

Morale della favola: il problema era noto da decenni ma sempre sottovalutato o ignorato più o meno da tutti. Da decenni. Ieri, alle 19.41 è stata diramata una circolare interna che prevede la costituzione di una “task force” e a scorrere i nomi di coloro che la compongono difficile, veramente difficile, supporre che nessuno di loro ne fosse a conoscenza, da anni, da decenni. Loro e coloro che li hanno nominati.

Bene (si fa per dire). Quando abbiamo iniziato il 2025 con una serie di Post sul declino dell’Impero Mazziniano e la figura che abbiamo proposto era quella del cavallo di Messina impacchettato per il prossimo avvio  dei lavori di restauro abbiamo colto nel segno e non ci resta che ribadire punto a punto quanto abbiamo scritto.

La Rai declina per la capitolazione alla politica e al Governo. Tutto è bloccato e paralizzato non solo e non tanto per la mancata nomina del/la presidente che pure è tanto. Ma è bloccata perché nessuno, dentro e fuori la Rai, ha la più pallida idea di come e quando uscire dalla crisi profonda di missione, di identità, di ruolo di Servizio Pubblico prossimo venturo che la attanaglia. Nessuno apre bocca sulla riforma improbabile che pure ci dovrebbe essere e si dovrebbe varare entro luglio di quest’anno, salvo incorrere in inadempienze comunitarie. Anche questa storia della riforma è ostaggio della politica: se non votate la Agnes non vi diamo una proposta di riforma e se non ve la diamo noi, voi non andate da nessuna parte dicono in zona maggioranza. È vero, drammaticamente vero: uno straccio di riforma, per essere tale, deve necessariamente avere in Parlamento un accordo trasversale e non potrà mai essere una riforma di una parte sola.

La Rai declina negli ascolti. Ormai siamo al lumicino e un giorno nel day time e l’altro nel prime time, un giorno nello Standard e l’altro nella Total Audience, un giorno nel Tg1 e l’altro in una rete a caso, il fenomeno ormai è una costante. E, come noto, le abitudini dei telespettatori sono dure a cambiare come pure la loro condizione anagrafica: la Rai ha consolidato un pubblico “adulto” che sarà sempre più tale e non c’è verso di modificare la sua struttura.

La Rai declina nell’impossibilità di avere certezze economiche. Il canone è divenuto una variabile impazzita: a seconda delle necessità del Governo si riduce o torna alla normalità per come risulta comodo a Palazzo Chigi. La raccolta pubblicitaria 2025 è ad alto rischio: senza grandi eventi sportivi non ci sarà la stesa “gioia” dello scorso anno. Lo stesso Sanremo, piccola cassaforte di famiglia, è ad alto rischio per il suo immediato futuro.

La Rai declina perché non ha un progetto industriale. Il recente Piano non ha gambe sulle quali camminare: la vendita di Rai Way, dalla quale si prevedeva di incassare 190 mln poi ridotti a 120 dopo il decreto Giorgetti, annaspa posto sempre che possa avere un senso "industriale". Ci ha scritto un attentissimo e qualificato lettore: “La Rai ha abdicato ad una sua posizione industriale e tecnologica. È pressoché assente o ha poco da dire sui “tavoli” tecnici che contano, quelli dove si decidono le grandi scelte del mondo audiovisivo: satelliti, data center, AI etc". Ha poco da dire perché ha poco da dare. Ha poco da dire perché tutta la sua “cultura” tecnologica è ormai abbandonata, da tempo e nessuno da Viale Mazzini esce allo scoperto con qualche straccio di idea, di proposta  o di riflessione”.

bloggorai@gmail.com

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